Villa Comunale Giustinian Morosini
Mirano (VE)
via Mariutto, 1
041 5798496 FAX 041 5798329
WEB
La collezione Meneghelli tra Italia e Africa
dal 29/3/2008 al 30/5/2008
mart-ven 15-19, sab e dom 10-19

Segnalato da

Comune di Mirano




 
calendario eventi  :: 




29/3/2008

La collezione Meneghelli tra Italia e Africa

Villa Comunale Giustinian Morosini, Mirano (VE)

Da Guttuso al dio del tuono Shango. La mostra e' dedicata alla raccolta di arte contemporanea e arte africana di Vittorio Meneghelli, imprenditore-collezionista nato a Mirano nel 1915 e che dal 1949 vive in Sudafrica. Dipinti di Afro Basaldella, Renato Birolli, Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato, schizzi di Emilio Vedova oltre che di tante testimonianze di altri artisti e un nucleo straordinario composto da sette sculture da un folto gruppo di disegni di Alberto Viani.


comunicato stampa

La mostra “Da Guttuso al dio del tuono Shango. La collezione Meneghelli tra Italia e Africa” sarà inaugurata sabato 29 marzo 2008 alle ore 17 nella settecentesca Barchessa della Villa Giustinian Morosini di Mirano (Venezia). La mostra, organizzata dal Comune di Mirano, è dedicata alla raccolta di arte contemporanea e arte africana di Vittorio Meneghelli, imprenditore-collezionista nato a Mirano nel 1915 e che dal 1949 vive in Sudafrica. Figlio dell’omonimo docente di Economia e Commercio dell’Università di Venezia, nella storia del collezionismo italiano d’arte contemporanea il nome di Meneghelli occupa di diritto un posto da protagonista, e questa mostra ne rivela l’intuito per il nuovo e la capacità di intrecciare con gli artisti rapporti di amichevole e solidale frequentazione.

In questa esposizione, sotto la direzione di Mario Esposito e i contributi scientifici di Isabella Reale e Vittorio Carini e l’allestimento curato dall’architetto Gianni Pauletto, per la prima volta oltre a straordinarie opere inedite si presenta il nucleo fondante della sua collezione, nata a partire dal 1942 attraverso il rapporto privilegiato come amico, confidente e committente, che lo legò ad Alberto Viani, conosciuto nel 1942 a Mestre.

Lo scultore fu il tramite per la conoscenza dell’ambiente artistico veneziano di quegli anni, un ambiente particolarmente aperto e vivace per i nuovi linguaggi che, nonostante gli anni difficili della guerra, vi si sperimentavano, e che avrebbero dato luogo alla nascita della Nuova Secessione Artistica Italiana e quindi del Fronte Nuovo delle Arti. In pochi anni, partendo da una raccolta di disegni, le pareti di casa Meneghelli a Mirano, aperte alla convivialità e agli incontri, si riempiono di dipinti di Afro Basaldella, Renato Birolli, Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato, di vivacissimi schizzi di Emilio Vedova oltre che di tante testimonianze di altri artisti, sotto l’occhio acuto di critici come Giuseppe Marchiori e Umbro Apollonio, e di un nucleo straordinario composto da sette sculture da un folto gruppo di disegni di Alberto Viani.

Altre opere ben presto si aggiungono a testimoniare il gusto di Meneghelli per la ricerca d’avanguardia, oltre a un bronzo di Mirko Basaldella, dipinti di Renato Guttuso, Bruno Cassinari, Mario Mafai oltre che dello stesso Renanto Birolli, attestano l’interesse per il fronte antinovecentista milanese e romano e in particolare i legami con il gruppo di Corrente. Una collezione dunque che documenta un momento particolarmente felice della ricerca artistica italiana, entrando nel vivo del dibattito in corso tra espressionismo, cubismo e primo astrattismo, e annoverando alcuni capolavori come il Ragazzo con cornice di Guttuso, del 1938, e in particolare la forte passione di Meneghelli per le raffinatezze cromatiche di Afro, documentato con opere datate dal 1942 fino al 1970, e per l’arte decantata di Viani di cui fu il principale collezionista, a partire dal Nudo seduto del 1940, al grande Nudo in marmo del 1945, da lui appositamente commissionato, fino alle grandi Bagnanti in bronzo degli ultimi anni.

La sequenza storica delle quaranta opere in mostra si ferma idealmente al momento della sua partenza dall’Italia, nel 1949, ma la collezione continuò a crescere seguendo, seppure dalla lontana Africa, le vicende della contemporaneità, sia per l’arte italiana che per l’arte europea, affiancandosi in seguito a una nuova passione, quella per l’arte africana primitiva, certo sviluppata anche grazie al gusto anti-classico e anticonvenzionale maturano a stretto contatto con gli sperimentalismi dei suoi amici artisti degli anni veneziani.

A metà circa del XX secolo, inizia i suoi viaggi di ricerca di oggetti nei Paesi dell’Africa Nera, raccogliendo innumerevoli esemplari, alcuni di assoluta valenza qualitativa. In particolare, non si può fare a meno di citare due capolavori, splendide testimonianze di cultura della popolazione Yoruba (Nigeria), come il pilastro scolpito raffigurante una maternità, dal viso cosparso di bianco caolino in magnifico contrasto con il corpo bruno/nero, proveniente dal tempio dell’Orisa (divinità) Shango, il potente dio del tuono e della folgore, della città di Ibadan, Nigeria. Questo pilastro figura anche su una storica e rara immagine fotografica scattata in loco nel lontano 1910 dall’antropologo e studioso tedesco Frobenius; e ancora, un altro pilastro di tempio, con figura femminile e quattro personaggi minori, dedicato ad Oya, divinità, moglie del dio Shango, attribuibile al Maestro scultore, Aerogun, un’opera realizzata con grande vigore esecutivo e sublime raffinatezza. Di notevole interesse è anche la commovente serie di piccoli gemelli in legno, chiamati ibeji, che venivano scolpiti in sostituzione dei gemelli defunti affinché le loro anime non vagassero disperate.

Della vasta collezione africana di Vittorio Meneghelli, vengono esposte qui circa un centinaio di opere di grande fascino tra cui, oltre a sculture e maschere, anche oggetti attinenti alla cultura materiale, quali: terracotte Zulu, tessuti e gioielli rari, comprese antiche perle in vetro (le conterie), “di ritorno” poiché provenienti in origine da Venezia, e usate poi nel corso di secoli come ambita merce di scambio in tutto il Continente Nero.

Tutto sommato, un incontro tra due mondi e due differenti culture, da non mancare.
La mostra sarà documentata da un catalogo.

Inaugurazione: sabato 29 marzo 2008 ore 17.00

Villa Comunale Giustinian Morosini
Via Mariutto, 1 - Mirano (VE)
Orario di apertura della mostra: Da martedì a venerdì 15.00 – 19.00 Sabato e domenica 10.00 – 19.00
Biglietto d’ingresso: Intero E 5,00, ridotto E 3,00 (dagli 11 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate). Gratuito fino ai 10 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa. Gruppi (almeno 15 perosne) E 3,00 (gratuito per un accompagnatore). Gruppi scolastici E 2,00 (gratuito per due accompagnatori).

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