La galleria nazionale d'Arte Moderna ospita in occasione del Festival Internazionale di Fotografia uno dei piu' significativi artisti visivi israeliani, David Perlov con "Cronache del quotidiano - Fotografie e film" e la mostra "Passanti" di Rossella Bellusci, che focalizza la sua ricerca sulle trasformazioni percettive della luce.
Passanti
a cura di Angelandreina Rorro e Bruno Mantura
Nel linguaggio fotografico la luce ha un ruolo fondamentale. Ed è il sole la miglior fonte luminosa in termini di qualità e di espressività, sia per la fotografia su pellicola - in bianco e nero o a colori - che per quella digitale.
Variabile durante le ore del giorno e a seconda della situazione atmosferica, sta al fotografo saperla e volerla utilizzare secondo i propri fini.Con una vecchia automatica, con l’obiettivo rivolto al sole e attraverso lunghi tempi di posa Rossella Bellusci sceglie un momento, un effetto particolare della visione, che ferma attraverso lo scatto.Dello sguardo abbagliato quel che resta sono volti, figure impresse nella retina.
Non c’è descrizione ma suggestione.
Non c’è ambiente ma sensazione atmosferica.
Luce e sole, mezzi della sua ricerca espressiva diventano anche soggetti, elementi assurti a simbolo di una condizione interiore che ci accomuna.
E’ quella del nostro essere di passaggio. Del nostro transitare ogni giorno dal sonno alla veglia, dal buio alla luce. Così i personaggi, i passanti di Bellusci, trasformati dalla luce, sembrano far parte di una dimensione metafisica. E i segni minimi presenti sulle accurate stampe, diventano capaci di evocare immagini della memoria.
Come nei versi di Montale “tendono alla chiarità le cose oscure; si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture”.
Rossella Bellusci: nata a San Lorenzo del Vallo (Cosenza) nel 1947, si trasferisce a Milano nel 1957. Dopo un inizio da fotoreporter (nel 1978 è negli Stati Uniti per fotografare i nativi nelle riserve), realizza il suo primo lavoro fotografico nel 1980 quando dà avvio alla serie degli Autoritratti, esposta l’anno successivo al Centre Pompidou. Subito dopo si trasferisce a Parigi dove tuttora vive e lavora. E’ del 1990 il cambiamento radicale che segna una svolta nel suo percorso artistico: la serie dei Ritratti inaugura la sua ricerca sulla luce ed è testimoniata da una mostra organizzata nel 1991 presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Dal 1992, chiamata dall’Ecole Nationale Supérieure des Beax-Arts, si impegna nell’organizzazione di un atelier di cui diventa direttrice. Dal 2000, approfondendo il tema delle trasformazioni percettive operate dalla luce, Bellusci si dedica alla raffigurazione di passanti anonimi come nelle recenti serie di Personaggio in strada (2001), Persona in controluce (2005), Passanti (2007), Uomo diafano (2007), Anonimo (2007), esposte a Milano, Londra, Parigi.
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Cronache del quotidiano - Fotografie e film
David Perlov
a cura di / curated by Maurizio G. De Bonis, Orith Youdovich
L’investigazione del quotidiano e la ricerca della normalità sono i due perni intorno ai quali ruota la poetica di David Perlov. Guardare il mondo rappresenta l’elaborazione di un percorso nel quale la questione della conoscenza e l’analisi filosofica sono elementi che si uniscono in una variegata tavolozza visiva e linguistica. Perlov privilegia la dimensione della riflessione individuale rispetto alla rappresentazione visuale pseudo-oggettiva..
L’artista non vuole farsi portatore dell’ideologia dell’oggettività, quanto piuttosto far scaturire un ragionamento sul senso dei comportamenti umani, sulla natura dei rapporti interpersonali. Realtà, illusione, memoria, verità, punti di vista socio-politici, relazioni sentimentali divengono tessere di un mosaico filosofico impossibile da classificare attraverso i codici delle arti visive. Le scopo del lavoro di Perlov sembra più che altro quello di continuare a porsi dei quesiti che spingano il suo pensiero verso quell’abisso all’interno del quale è collocata la sostanza della nostra quotidiantità. Questo atteggiamento di ricerca non gli impedisce mai di contestualizzare, però, le sue esperienze nella vita concreta. In questo modo, Perlov evita il pericolo del qualunquismo e si mostra in tutta la sua umana fragilità, senza difese intellettualistiche e atteggiamenti da artista demiurgo.
Una produzione Zoneattive, The Open Museum of Photography at Tel-Hai Industrail Park (Israele), Banco Desio, con il supporto tecnico di Interact (Roma)
In collaborazione con Ambasciata di Israele a Roma / Dipartimento delle Belle Arti, Ministero degli Affari Esteri, Gerusalemme
Ringraziamenti: Mira Perlov, Yael Perlov, Naama Haikin, Donna Gobi, Liran Atzmor, Dalia Padoa, Moran Godess Israel Film Service (Gerusalemme), Belfilms (Tel Aviv), RE:VOIR Vidéo Editions (Parigi)
David Perlov nasce nel 1930 a Rio de Janeiro, Brasile. Negli anni cinquanta studia all’Ecole des Beaux Arts di Parigi e anche grazie a questa sua esperienza diviene assistente di Henri Langlois, direttore de La Cinemateque Française, e poi montatore per il maestro del cinema documentaristico Joris Ivens. Nel 1957 firma il suo primo film “Old Aunt China”; l’anno seguente decide di trasferirsi in Israele. Nel 1961 si stabilisce a Tel Aviv. Nel ‘63 gira una delle sue opere più significative: “In Jerusalem”, confermandosi come uno dei maggiori talenti mondiali in ambito documentaristico. Negli anni settanta fonda il “Film and Television Department at the Tel Aviv University”. Tra il 1973 e il 1983 gira “Diary”, Il suo capolavoro assoluto. Nel 1999 riceve il prestigioso “Israel Prize for Cinema”, che lo consacra come uno dei maggiori artisti della storia di Israele.
Lungo tutta la sua carriera cinematografica e di docenza universitaria sviluppa parallelamente una ricerca nel campo fotografico che gli permette di alimentare la sua poetica visiva, basata sulla raffigurazione filosofica della quotidianità. Perlov fotografa in maniera costante i luoghi della sua giornata con cui compone un grande mosaico esistenziale basato sul racconto parallelo della vita dei suoi familiari e di anonimi cittadini di Tel Aviv e Parigi. È questo il modo più alto secondo Perlov di far emergere la singola epopea di ogni essere vivente, anche il più umile e appartato. David Perlov muore il 13 dicembre 2003.
Immagine di David Perlov
Galleria Nazionale d'Arte Moderna - GNAM
Via delle Belle Arti, 131Roma
martedì - domenica 8:30 - 19:30
Unico Mostre Galleria €9,00 - ridotto €7,00 Intero Galleria €6,50 - ridotto €3,25