37 ritratti, quasi tutti in bianco e nero su cartoncino. Ogni soggetto si accompagna ad un testo che ne spiega il senso e in sottofondo rumori e suoni ne ricordano la natura. Il progetto vuole essere una sorta di bestiario contemporaneo che tocca vari aspetti: psicologici, antropologici, ecologici.
a cura di Claudio Composti
Ci sono voluti quasi tre anni di lento lavoro per raccontare la storia completa dei “Predatori”.
Sono 37 ritratti, quasi tutti realizzati in bianco e nero con lapis Karisma Colour e Prismacolour su cartoncino bianco Fabriano. Ogni soggetto si accompagna ad un testo (quasi sempre una frase o un pensiero di Josè Molina) che ne spiega il senso ed ogni opera è incorniciata con cornici-sculture gessate, in materiale multistrato modellato. In sottofondo rumori e suoni che ricordano la natura.
Ciò rende ogni opera unica e “totale”. Una installazione, che coinvolge lo spettatore emotivamente, uditivamente e visivamente. Josè Molina, tra i suoi studi, ha dedicato anni alla psicologia e questo progetto vuole essere una sorta di “bestiario” contemporaneo che tocca vari aspetti : psicologici, antropologici, ecologici.
Josè Molina racconta l’Umanità. Con tutti i suoi (nostri) difetti caratteriali, le nostre debolezze, le speranze, i sogni infranti, le disillusioni e le illusioni (di potenza?). Il suo sguardo di Uomo racconta l’Uomo, attraverso la metafora dell’Animale. Una sorta di favola moderna, narrata per immagini.
Josè Molina dice del progetto: “ Mi piacerebbe che questi esseri fossero molto reali, che fossero molto presenti di fronte allo spettatore e lo guardassero con grande dignità all’entrata della mostra. Vorrei scrivere delle storie parallele in modo da non limitarmi a descrivere i personaggi, bensì completarli, arrivando fino in fondo ai loro sentimenti, alle loro esperienze e personalità”.
Tutto il progetto “PREDATORES” si ispira alla piramide alimentare animale.
Dal più grande (“Gli Dei” ,immaginati come un Uomo-Balena) fino al più debole (“Gli Esseri Candidi”,ritratto di una donna ciclope). Secondo il filosofo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e di sopraffazione. Egli nega che l'uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco.
Nello “Stato di Natura”, cioè uno stato in cui non esista alcuna legge, infatti, ciascun individuo, mosso dal suo più infimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Nulla è cambiato.Oggi come allora. Da sempre. Ci siamo eretti. Ci siamo rivestiti. Abbiamo inventato le Società e le buone maniere. Ma sotto sotto, siamo rimasti sempre gli stessi “Predatori” di noi stessi…”Homo homini lupus” (Plauto, “Asinaria”). Claudio Composti
Gli Dei.
Come le balene, gli Dei aprono le loro enormi bocche per ingoiare centinaia di anime anonime. Fluttuano nell’aria senza alcun contatto con la realtà, giocando le loro interminabili partite a scacchi con se stessi. Sono vuoti, senza gambe.
(Testo di Josè Molina)
Gli esseri candidi.
Sempre al centro della battaglia. Senza lamenti, senza paura alcuna. Guardando i loro corpi minuti e i loro occhi acquosi, nessuno immaginerebbe l’immensa potenza, l’energia e la forza che dimorano in loro. Restando nell’ombra danno equilibrio a questo mondo impoverito con la loro sensibilità, il loro altruismo. I potenti li ignorano, li evitano, ma loro sì che vivono. Sono angeli senza nome; buoni, candidi, vivi, reali. Io li amo. (Testo di Josè Molina)
Inaugurazione Sabato 5 Aprile 2008 ore 20.00-24.00
SEDI:
Museo di Storia Naturale
Via Palestro 55 Milano
Acquario Civico di Milano
Viale Gadio 2 MIlano
ingresso libero