Egalite'. L'artista mette in scena un barile di petrolio e una collezione di oggetti riempiti di piombo nella sede di Via dei Chiavari. In quella di Piazza Mattei, Zet ricopre il pavimento con migliaia di libri che, persa la loro funzione di passaggio culturale, comportano solo un attraversamento fisico. Al centro del suo lavoro sta sempre il rapporto tra le condizioni di liberta' individuale e i diversi ordinamenti dei contesti quotidiani. A cura di Marco Scotini.
A cura di Marco Scotini
Mercoledì 9 aprile 2008, dalle ore 19, presso entrambe le sedi della galleria
PIOMONTI ARTE CONTEMPORANEA, site in Piazza Mattei 18 ed in Via dei Chiavari 58, si
inaugura la prima personale italiana di Martin Zet, artista della Repubblica Ceca,
curata da Marco Scotini.
La mostra, dal titolo Egalitè, intende assumere le due sedi della Galleria PIOMONTI
quale punto di partenza per una generale messa in scena dell’equivalenza come
modello di relazione tra due elementi.
Fratello dei personaggi romanzeschi di Milan Kundera e discendente diretto delle
azioni anni Settanta di Jirí Kovanda, Martin Zet è autore di situazioni performative
perfettamente ordinarie e non spettacolari ma, allo stesso tempo, paradossali.
Educato all’interno del regime disciplinare socialista, Zet è attratto
dall’aleatorietà degli eventi, dai comportamenti spontanei e imprevisti, dai
continui spostamenti. Al centro del suo lavoro sta sempre il rapporto tra le
condizioni di libertà individuale e i diversi ordinamenti dei contesti familiari,
sociali, economici, politici e naturali. Performance for myself (2006) non a caso è
un diario fotografico che, già nel titolo, dichiara il carattere della sua intera
ricerca.
Giunto all’età di 36 anni Zet misura i propri limiti fisici e psicologici digiunando
per quaranta giorni. In una personale a New Castle upon Tyne del 2007 decide di
presentare tutti i membri della propria famiglia proiettando per tre mesi video
dedicati alla moglie, ai quattro figli e al labrador di nome Iphigenia. Nel 1998 in
occasione delle seconde elezioni presidenziali della Repubblica Ceca indice una
strana performance in costume in piazza Venceslao a Praga. Dal 1995 fino al 2001
decide di registrare su carta le impronte lasciate dalle onde sulla spiaggia di
oltre cinquanta bacini d’acqua: dal Golfo del Mexico al Mar Nero, dal Mar Baltico al
Mar Morto, dal Mar Egeo al Mare di Galilea. Al carattere cumulativo delle sue
strategie si unisce sempre un sagace senso dell’umorismo.
In occasione della personale romana Martin Zet mette in scena un solo barile di
petrolio nella sala superiore e una collezione di oggetti riempiti di piombo nello
spazio inferiore della sede di Via dei Chiavari. Vecchie borse, barattoli di miele,
guanti, stivali che hanno perso la loro funzione e che erano stati rubati, trovati
oppure ereditati o acquistati sono ora colmati fino all’orlo da colate di metallo,
finendo per acquisire tutti uno stesso statuto. Nella sede di Piazza Mattei inoltre,
di fronte alla Fontana delle Tartarughe, Zet ricopre l’intero pavimento della
galleria con migliaia di libri che, una volta persa la loro funzione di passaggio
culturale, si trasformano in un semplice attraversamento fisico per lo spettatore
che dovrà camminarci sopra per poter accedere al piano inferiore dove sono
proiettati due video. Uno mostra l’autore che, trasformato in pennello nelle mani di
altri, usa la testa per scrivere su un lungo pezzo di carta “To be a tool”, mentre
l’altro video mostrerà persone ripiegate sul pavimento a formare un alfabeto fatto
di corpi umani. L’uguaglianza rivendicata dal titolo cessa di essere un ideale
etico-politico per divenire un principio che ha varie scale di riferimento. Sarà
infine la performance dell’inaugurazione a rendere chiara la relazione di
equivalenza tra i due spazi romani della galleria PIOMONTI.
Inaugurazione mercoledì 9 aprile 2008 dalle ore 19
Sedi:
Pio Monti arte contemporanea
Piazza Mattei 18 e Via dei Chiavari 58 – Roma
ingresso libero