Davos Dilemma. La mostra pone diverse questioni sul confine tra arte, architettura e design. Il dilemma di Davos e' soprattutto la metafora di un divario, di quelle profonde contraddizioni che caratterizzano i nuovi scenari economici e politici globali. La loro messa in scena diventa il luogo di incontro dell'arte irriverente di Pruitt con gli oggetti disegnati da Grawunder. A cura di Marcello Smarrelli.
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A cura di Marcello Smarrelli
Il Direttore dell’American Academy in Rome Prof.ssa Carmela Vircillo Franklin, ha il piacere di presentare la mostra: Johanna Grawunder e Rob Pruitt, Davos Dilemma a cura di Marcello Smarrelli, che inaugurerà negli spazi della galleria il 15 aprile 2008 dalle ore 18 alle ore 21.
La mostra nasce dall’invito che il curatore ha rivolto all’architetto e designer californiana Johanna Grawunder e all’artista newyorkese Rob Pruitt e si collega idealmente ad un precedente ciclo realizzato per la Galleria Roberto Giustini di Roma, sempre ideato e curato da Marcello Smarrelli, in cui agli architetti, designer e artisti invitati veniva chiesto di produrre un inedito oggetto d’uso e di inventarne la funzione o il bisogno che questo sarebbe andato a soddisfare, un oggetto che fosse investito di particolari proprietà dal suo statuto “speciale” di opera d’arte o di design, da introdurre nella realtà quotidiana già satura di segni.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una proliferazione di forme e di oggetti la cui origine non può più essere ricondotta agli ideali originari del Bauhaus e del modernismo, ma nemmeno a quelli che gli si ponevano in modo antagonista o critico. Quale risposta può venire da quegli artisti che, sostenuti dalla consapevolezza dello scenario in cui operano, si interrogano sulle ragioni connesse all’ideazione e alla progettazione di nuove forme?
Nell’attuale contesto sociale in cui, seguendo una logica funzionale alla sopravvivenza del sistema, vengono continuamente creati nuovi oggetti del desiderio, feticci sofisticati che assolvono a bisogni (veri o falsi) sempre più difficili da individuare e da definire, cosa può significare confrontarsi con l’ideazione di un oggetto?
Questa mostra, che si pone come ulteriore domanda nel processo mai definitivo volto a stabilire un eventuale confine tra arte, architettura e design, è soprattutto il luogo ideale di un dialogo reale tra le opere dell’artista Rob Pruitt e gli oggetti di design ideati da Johanna Grawunder.
Ma cos’è il dilemma di Davos a cui si riferisce il titolo della mostra? Si è sempre ritenuto che per una crescita costante dell’economia globale dovesse esserci un clima di stabilità ma, da quanto emerso nell’utlimo vertice economico internazionale tenutosi a Davos, questo non sembra più corrispondere alla realtà. Guerre, conflitti sociali, instabilità politica, al contrario, agirebbero positivamente sull’economia, rilanciando i consumi. Il Guns-to-Caviar Index, un particolare indicatore economico messo a punto negli USA, ha evidenziato che negli ultimi 17 anni la vendita degli aerei da guerra (guns) è cresciuta proporzionalmente - invertendo una tendenza storica - alla vendita di costosissimi jet da turismo (caviar). In termini generali ciò significa che l’aumento della spesa per gli armamenti fa crescere la vendita dei prodotti di lusso, trasformando la minaccia dell’instabilità in un’opportunità per la crescita mondiale della ricchezza.
Il dilemma di Davos è soprattutto la metafora di un divario, di quelle profonde contraddizioni che caratterizzano i nuovi scenari economici e politici globali. La messa in scena di queste contraddizioni diventa il luogo di incontro dell’arte irriverente e concettualmente ironica di Rob Pruitt e del segno potente generato dagli oggetti disegnati da Johanna Grawunder.
Questi comprendono una nuova serie di lampade, tavoli, panche, mobili prodotti in edizione limitata. Realizzati con materie prime talvolta anche grezze, ma durevoli e destinati a sfidare il tempo, questi oggetti contrariamente all’essenzialità estetica della materia, presentano un livello di finitura altissimo, impeccabile. Lontani da un’idea di design usa e getta, appartengono piuttosto a quel genere di articoli che potremmo definire “di lusso”. Acciaio, alluminio, specchio e perspex, sono utilizzati in lastre ridotte al massimo della loro sottigliezza, senza che questo faccia perdere resistenza. Si possono così ottenere misure inusuali, quasi gigantesche per dei complementi di arredo, ma con un basso impatto ambientale.
Nello spazio espositivo fortemente caratterizzato dalla luce e dalla monumentalità di questi oggetti si inserirà Rob Pruitt con una serie di nuove sculture che combinano una tendenza minimalista ad un design domestico, da bricoler, opposto all’idea di finitezza e durevolezza proclamato dal design di Johanna Grawunder.
Rob Pruitt presenta una serie di nuove sculture, che combinano minimalismo e design domestico, intrise di dati autobiografici e elementi analitici tratti dalla sua psicologia personale. Una scultura - ispirata alla ricetta per i biscotti con goccia al cioccolato tramandata da suo nonno e alla simbologia connessa con il piatto ebraico della Seder usato nel rituale ebraico della Pesach – mette in questione il nostro modo di pensare l’identità sessuale e ciò che viene tramandato da una generazione all’altra, da nonno a nipote. In un altro lavoro le ceneri del padre di Pruitt recentemente scomparso sono presentate in un’urna da lui realizzata con una semplice tecnica da falegname appresa da suo padre e decorata con immagini che appartengono al suo tradizionale repertorio iconografico. Charles Shultz, importante riferimento artistico di Pruitt, è ricordato con una scultura a forma di lapide che ricorda gli oggetti disegnati nei fumetti. In conclusione Pruitt contempla la propria fine e la lunga battaglia contro la depressione in un’opera dal titolo “The Suicide Note.”
Johanna Grawunder è nata nel 1961 a San Diego, California.
È designer e architetto,vive a Milano e a San Francisco.
Il suo lavoro è molto vario per tipologia di progetti e dimensioni, spaziando dall’architettura, alla progettazione di interni, alla realizzazione di mobili, lampade e oggetti in edizione limitata per varie gallerie in Europa e negli Stati Uniti. Collabora inoltre alla produzione con importanti società quali Flos, Boffi, B&B e Salviati
Laureata in architettura nel 1984 alla California Politecnic State University a San Luis Obispo , ha completato gli studi a Firenze e nel 1985 si è trasferita a Milano.
Ha lavorato con Sottsass Associati dal 1985 al 2001, divenendo partner (con Ettore Sottsass e altri) nel 1989. Nello studio di Sottsass a inizialmente lavorato nella sezione architettura e interni, co-firmando con Ettore Sottsass molti dei più prestigiosi progetti realizzati.
Nel 2001 ha lasciato la Sottsass Associati e ha aperto uno studio a San Francisco e a Milano.
Rob Pruitt è nato nel 1964 a Washington, D.C.
Vive e lavora a New York
Lo sguardo verso la cultura pop è una costante del lavoro di Pruitt. Dopo aver suscitato scalpore negli ultimi anni ‘80, periodo in cui formava un duo con Jack Early, puntando il dito contro il virilismo di certa cultura trash adolescenziale ("Artwork for Teenage Boys" e "Artwork for Teenage Girls"), ma anche indagando le contraddizioni della comunità afro-americana con "The Red Black Green Red White and Blue Project", la mostra del 1992 da Leo Castelli a New York per la quale Pruitt fu accusato di razzismo e scomparì dal mondo dell’arte. Il 1998 fu l’anno del suo clamoroso ritorno con "Cocaine Buffet", "101 Art Ideas You Can Do Yourself" e i suoi dipinti glitterati con l’immagine del panda. Nella sua prima mostra personale in Italia (Roma, luglio 2004) presentò una serie di quadri che ritraevano l’ereditiera newyorchese Paris Hilton. Tele viniliche, realizzate a smalto, ispirate alla copiosa iconografia fotografica della miliardaria focalizzandone l'aspetto più appariscente, estremizzandone il comportamento. Tra le varie opere realizzate per gallerie e musei, ricordiamo la fontana creata per la gradinata del PS1 di New York nel 2000, Evian Waterfall, una scultura minimalista che fa riferimento sia alla monumentalità classica che all'ossessione contemporanea per "un'alimentazione sana con molta acqua". Abrams Publishing pubblicherà quest’anno una monografia completa dal titolo “Pop Touched Me: the Art of Rob Pruitt”.
La mostra è realizzata in collaborazione con: Galleria Roberto Giustini & Partners, Galleria Babuino Novecento, Roma; Gavin Brown’s enterprise, New York.
Inaugurazione 15 aprile 2008 dalle ore 18 alle ore 21
American Academy in Rome
via Angelo Masina, 5
la mostra rimarrà aperta dal mercoledì al sabato dalle ore 16 alle 19
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Johanna Grawunder, Rob Pruitt
Davos Dilemma
Curated by Marcello Smarrelli
The Director of the American Academy in Rome, Prof. Carmela Vircillo Franklin, has the pleasure of presenting an exhibition by Johanna Grawunder and Rob Pruitt entitled Davos Dilemma, curated by Marcello Smarrelli. The opening, in the gallery of the American Academy in Rome, will be on the 15th of April 2008 from 6 pm to 9 pm.
This exhibition derives from the suggestion of the curator that California designer Johanna Grawunder and New York artist Rob Pruitt produce a new usable object and invent the function or need that it will satisfy. Connected to a preceding series of shows conceived of by Marcello Smarrelli for the Roberto Giustini’s Gallery in Rome, this object would be invested with “special” status as a work of art or design, to be then introduced into a daily reality already saturated by signs.
If, in recent years, we have witnessed a proliferation of forms and objects whose origin can no longer be traced either to the original ideals of the Bauhaus and Modernism, or to those proposed critically in opposition, what response can be offered by self-aware creators who critique the conception and creation of new forms?
In the current social context in which new objects of desire are continually created – new idols, sacred images, sophisticated fetishes that respond to needs (true or false) which are always more difficult to identify and define - what does it mean to deal with the conception of an object?
This show poses the further question about the unending process of establishing boundaries between art, design and architecture It is above all the ideal place for a real dialogue between the works by artist Rob Pruitt and the objects of design created by Johanna Grawunder.
But what is the Davos Dilemma that the title of the show refers to? It has always been thought that for a constant growth of the global economy a stable situation was required. However, given what has emerged during the last international economical summit that was held in Davos, this does not seem to correspond to reality anymore. Wars, social conflicts, political instability on the contrary seem to stimulate the economy, create demand. The Guns-to-Caviar Index, an economical indicator that has been invented in the USA, has shown how in the last 17 years the sale of war planes (guns) has grown proportionally – inverting an historical tendency - to the sale of very expensive jets for tourism (caviar). In general terms what this means is that by raising the expenditure for weapons the sale of luxury items increases as well, transforming the threat of instability into an opportunity for global wealth.
The Davos Dilemma is above all a metaphor for the extreme differences, the deep contradictions that characterize the new global political and economic scenarios. The enacting of these contradictions becomes the meeting place between the irreverent and conceptually ironic art of Rob Pruitt and of the powerful mark generated by the objects designed by Johanna Grawunder.
The latter involves a new series of tables, lights, benches, cabinets and consoles produced in limited edition. Built with raw materials, durable and made to last, these objects - contradicting the rough aesthetic of matter – are highly crafted, impeccable. Very far from a culture of design that privileges the fast and cheap, they belong to that category of objects that we might define “luxury items”. Steel, aluminium, mirrors are used in sheets reduced to the minimum width, yet without losing resistance. One can therefore obtain unusual sizes, gigantic for furniture, with a low environmental impact.
Rob Pruitt presents a series of new sculptures that combine minimalism with domestic design and that are infused with autobiography and personal psychology. One sculpture—inspired by his grandfather’s chocolate chip cookie recipe and the narrative presentation of the Seder plate—seeks to challenge our collective beliefs in gender roles and what is passed down from grandfather to grandson. In another piece, the ashes of Pruitt’s recently deceased father are presented in a handmade urn of simple carpentry, as learned from his father, and decorated with the artist’s recognizable imagery. Charles Schultz, an artistic forefather, is memorialized with a “cartoon” sculpture of a tombstone. And finally, Pruitt contemplates his own demise and lifelong battle with depression with the piece “The Suicide Note.”
Johanna Grawunder was born in San Diego, California in 1961. She lives between Milan and San Francisco. Her work as architect and designer spans a broad range of projects and scales, from architecture to interiors, to limited edition furniture and lights for various galleries in Europe and the USA. She also collaborates on products with a few select companies including Flos, Boffi, B&B and Salviati.
Graduating in 1984 from California Politecnic State University in San Luis Obispo with a bachelor of Architecture degree, she completed her final year of studies in Florence and in 1985 moved to Milan.
She worked with Sottsass Associati from 1985 to 2001, becoming a partner (with Ettore Sottsass and others) in 1989. At the Sottsass studio she was involved primarily with Architecture and interiors, co-designing with Sottsass, many of the firm’s most prestigious projects. In 2001 she left Sottsass Associati and opened her own studio in San Francisco and Milan.
Rob Pruitt was born in Washington D.C. in 1964. He lives and works in New York. Looking towards pop culture is a constant in the work of Pruitt. He skyrocketed to fame in the late 80’s as half of the art team Pruitt-Early. Their celebrated bodies of work, “Artwork for Teenage Boys” and “Artwork for Teenage Girls”, took art about gender politics into a radical new pop arena. With "The Red Black Green Red White and Blue Project", shown at the Leo Castelli gallery in New York in 1992, they enquired into the contradictions of the Afro-American community. For this show Pruitt was accused of racism and disappeared from the art scene. In 1998, Pruitt exploded back onto the scene with “Cocaine Buffet”, “101 Art Ideas You Can Do Yourself” and his glitter paintings of Panda bears. In his first one-man show in Italy (in Rome, July 2004) Pruitt showed a series of paintings portraying New York heiress Paris Hilton. Done in enamels on Vinyl canvas, inspired by the vast photographic iconography of the heiress, they focused on the more ostentatious and extreme aspects of her behaviour. Amongst the various works done for galleries and museums, there is the minimalist fountain “Evian Waterfall”, done in 2000 for the steps in front of the P.S.1 museum in New York, that refers both to the classical monumentality as to the contemporary obsession with purity and health.
This year, Abrams Publishing will be releasing a comprehensive career monograph entitled “Pop Touched Me: the Art of Rob Pruitt”.
The exhibition is in collaboration with; Galleria Roberto Giustini & partners, Babuino 900, Roma; Gavin Brown’s enterprise, New York
Opening on the 15/4/2008
American Academy in Rome
via Angelo Masina, 5
The exhibition is open Wednesday-Saturday from 4 PM to 7 PM