Galleria PoliArt
Milano
viale Gran Sasso, 35
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Paolo Conti
dal 15/4/2008 al 30/5/2008

Segnalato da

Galleria PoliArt




 
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15/4/2008

Paolo Conti

Galleria PoliArt, Milano

Opere scelte 1968 - 2008. L'artista usa le forme e i materiali in maniera combinatoria, facendo loro assumere sempre di piu' un carattere di attraversamento di domini diversi, dalla luce/ombra, alla superficie, alla plastica sia su parete che d'ambiente.


comunicato stampa

a cura di Giovanni Granzotto

Nei quarant’anni di ricerca di Paolo Conti, la Galleria PoliArt espone venti opere scelte, che mostrano l’ampiezza della sua avventura artistica.

Le inconfondibili forme di Conti, con le quali l’artista non ha cessato di lavorare in modo combinatorio, sono divenute il grimaldello per agire sul mondo contemporaneo. Già l’opera “La giustizia” del 1969, realizzata con stracci e olio su tela, avvia, nella sua drammaticità evocativa, l’impegno che l’artista sente nei confronti della contemporaneità.

Nel 1971, con la serie dei Prigionieri, Conti lega ritagli ferrosi in grezze scatole di legno, anticipando, come ha sottolineato Gabriella Belli, una sensibilità poverista, foriera di sviluppi in Italia e in Europa. Ma già nel 1972 con la grande personale a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, curata da Renato Barilli, sono esposti i Galvanizzati, lamiere trattate con bagni galvanici, in cui le opere indagano spietatamente l’alienazione conformista della contemporaneità. Le forme di Conti, che sono per l’artista lo strumento di conoscenza artistica, il potere dell’arte, assumono sempre di più un carattere di attraversamento di domini diversi, dalla luce/ombra, alla superficie, alla plastica sia su parete che d’ambiente.

Recentemente Renato Barilli, Vittoria Coen, Giovanni Granzotto e Claudio Rizzi, in occasione delle mostre antologiche alla GAM di Cesena e a Palazzo Gradari di Pesaro, hanno mostrato l’ampiezza e il carattere internazionale dell’arte di Conti.

Alla PoliArt, oltre alle opere citate sono esposte una colonna “Rossa insurrezione” del 1972, alcuni wallsculptures (i noti frammenti e cerchi) che s’impadroniscono della parete “poveri come ragni”, le recenti Erosioni, in cui le forme abbattono la superficie in violenti e pittorici bassorilievi, due rare carte dei primi anni Settanta e alcune tele, nelle quali la tecnica a spruzzo evoca le esperienze combinatorie sulla luce, recentemente esposte a New York.

Musiche di Paola Samoggia

Inaugurazione 16 aprile 2008

Galleria PoliArt
via Gran Sasso 35 - Milano
Ingresso libero

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