Ma com'era la Lombardia del '900? Com'erano i lombardi? Come lavoravano, come vestivano, come si comportavano? E come erano campi che sono divenuti autostrade, opifici poi trasformati in fabbriche e adesso spazi dismessi, cos'erano posterie frequentate dove oggi sorgono condomini? E' possibile che una piazza di Milano solo pochi anni fa fosse un campo di grano? Chiesette scomparse, acque circondate da pioppi, corti con polli e bambini, lavori trasformati o scomparsi. E i paesi isolati nelle marcite, oggi inghiottiti da un continuum di costruzioni?
Identificare le tappe delle vorticose trasformazioni significa anche aver la possibilità di studiarle e capirle e rendersi conto della storia di cui il nostro ambiente, i nostri comportamenti sono la conseguenza.
Documenti iconografici, racconti del '900 e della fine dell'800 esistono, ma sono sparpagliati in decine di migliaia di cassetti privati, pochi sono raccolti e per di più lo sono in sedi specialistiche, raccolte private, si pubblicano come esempi di costume, spesso monografici. Migliaia di documenti rischiano di essere perduti.
Una Radio, Radio Popolare, e un Magazine on line, URL, hanno deciso di avviare un'impresa che non ha precedenti. Raccogliere una grande mole di documenti fotografici e di notizie, sistemarli in un Museo Virtuale (MUVI) on line, organizzarne la consultazione tramite semplici chiavi di ricerca, offrire il tutto alla libera lettura del pubblico, dalle scolaresche agli specialisti, dai nostalgici ai curiosi. E soprattutto salvare la memoria. Nel museo virtuale MUVI (accessibile da www.url.it oppure da www.radiopopolare.it ) vi saranno immagini, didascalie e anche notizie e racconti.
Una apposita trasmissione di Radio Popolare (da domenica 9 gennaio 2000, ore 14.30) chiamerà a raccolta gli ascoltatori invitandoli a frugare nella memoria e nei cassetti per scovare immagini del '900 e dell'800, ricordi, storie, cartoline, manifesti, oggetti, topografie. Il materiale potrà essere spedito o consegnato a Radio Popolare, o - per chi ne ha gli strumenti tecnici - potrà essere caricato direttamente nell'apposito sito on line.
Alcune trasmissioni di test, effettuate a fine dicembre, hanno dimostrato un enorme interesse degli ascoltatori e dei frequentatori dei siti informatici. Ogni interlocutore risvegliava in molti altri ricordi e voglia di cercare. Nel sito se ne possono già vedere le prime tracce. Dunque l'ambiziosa operazione si mette in moto domenica 9 gennaio grazie a una inedita sinergia tra Radio e On line, per offrire alla Lombardia la possibilità di fissare la memoria di se stessa e a tutti un esempio di moderna e collettiva valorizzazione della storia recente.
MUVI, Museo Virtuale della Lombardia - Radio Popolare & URL -
Radio Popolare - FM 107.6 - domenica ore 14.30, dal 9 gennaio 2000.
MUVI - ISTRUZIONI PER L'USO
Che cos'è MUVI
Costruiamo una grande Galleria, un Museo della Memoria di immagini e ricordi, visibile a tutti, consultabile da tutti su Internet, un'impresa unica per fissare la storia recente del Territorio e dei suoi abitanti, prima che i documenti si disperdano irrimediabilmente.
Qui troverete le indicazioni essenziali per partecipare al Progetto che vuole rappresentare la memoria di una regione: la Lombardia.
Avrete due canali per partecipare: una trasmissione in diretta di Radio Popolare (FM 107,6) e/o la redazione di URL (www.url.it)
Chi riguarda
Riguarda, innanzitutto, coloro che abitano in Lombardia.
Ma riguarda anche tutti coloro che in qualsiasi parte del mondo abbiano un ricordo o un interesse per la questione. Se un sito Internet ha la capacità di coprire in pochi secondi qualunque distanza allora esso è uno strumento ideale - proprio nel caso del nostro progetto - per raccogliere la partecipazione di chi, con le sue memorie di un luogo o di una persona, oggi se ne sta lontano migliaia di chilometri e magari qualche decina d'anni. E gli altri? Riguarda anche loro. Prima di tutto perché potranno consultare il Museo. Ma anche perché Muvi può fornire un modello per iniziative analoghe rivolte ad altri territori. Altre regioni oppure anche singole città . Siamo certi che la memoria raccolta sarà un patrimonio culturale prezioso ben al di là di una specifica cornice territoriale.
Le istruzioni
Che cosa e come
Che tipo di immagini dobbiamo raccogliere? Se andate alla pagina principale del sito e cliccate su le sale, troverete alcuni esempi. Sono del tutto verosimili: quelle immagini le abbiamo raccolte chiedendo a varie persone di guardare le fotografie della propria famiglia e di invitare a fare la stessa cosa amici e conoscenti che si ritiene possano avere fotografie interessanti. Guardatevi questi esempi e, probabilmente, vi sarà tutto più chiaro.
I primi materiali che ci avete inviato sono invece raccolti nella sezione le mostre, e per un certo tempo, prima che entri in funzione il database (è necessaria una quantità minima di documenti perchè abbia senso effettuare una ricerca), sarà in tale sezione che raccoglieremo le fotografie ricevute.
In pratica
1.Raccogliamo innanzitutto immagini. Ma non solo immagini, anche storie che a quelle immagini si possono collegare. Immagini di come era un luogo, un paesaggio, una strada, una piazza, un evento, una moda, una pubblicità ... Ogni immagine dovrà essere corredata da una brevissima didascalia (una o due righe) che comprenda: anno (o decennio), luogo, titolo descrittivo (per es.: "Mia nonna il giorno del matrimonio", "Il Lambro era usato dai bagnanti", "restauro della Cascina Rossa", "La prima elementare", ecc. ). Infine ci vuole a fonte del documento - in pratica voi che lo inviate - e, se possibile, l'autore della foto. Insieme alle immagini e alle didascalie è possibile inviare delle storie che ad esse (e da esse) si possono raccordare.
2.Certo, molti patrimoni fotografici famigliari sono costituiti da signore, signori, bambini, in posa davanti alla macchina fotografica. Come si è detto al punto precedente, siete invitati a privilegiare, nella scelta, quanto, dietro e intorno a quelle facce, si può raccontare. E' quindi importante cercare immagini di luoghi, di oggetti, di case, di strumenti. Se qualcuno fosse poi in grado di inviarci una vecchia immagine di un luogo accompagnata da una fotografia da lui/lei scattata oggi e con identica prospettiva, bene, questo permetterebbe un utile raffronto ieri/oggi.
3.Le vecchie cartoline? Sono ammesse, ovviamente se significative.
4.Solo fotografie? No; anche manifesti, fogli scritti, la copertina di un libro, un particolare di una pagina di un giornale locale. In questi casi, però, vi chiediamo di fotografare tali documenti e di inviarci l'immagine.
5.Se delle immagini di MUVI vi suscitano delle storie da raccontare potete inviarci dei testi, specificando a quali immagini si riferiscono.
Alcuni aspetti tecnici
A questo punto vi dividiamo. Tra di voi ci saranno senz'altro quelli che sanno usare un computer uno scanner e sanno inviare per posta elettronica dei documenti. E quelli che non sanno farlo.
- per gli "informatizzati":
le immagini devono essere in formato JPG, a 150 dpi come massimo e di dimensioni non superiori ai 400 pixel in orizzontale o in verticale a seconda della fotografia. Bisogna fare attenzione quando si salvano immagini in formato jpg che il programma le salvi con il massimo della qualità (e quindi il minimo della compressione). In alcuni programmi (ad es. Adobe Photoshop) compare automaticamente la finestra di dialogo in cui inserire il livello di qualità , in altri, come Paint Shop Pro, bisogna aprirla dal bottone "option" della finestra del salvataggio. Se siete abituati ad usare solo il programma di scansione, e queste opzioni non sono presenti, sarà meglio salvare le immagini come TIFF, che è un formato non compresso, ed eventualmente zipparle prima di spedirle se pesano troppo (è preferibile che ogni immagine non pesi più di 700 Kb).
È necessario che ci arrivino le immagini accompagnate da un file, in formato doc o rtf, nel quale ci devono essere i dati relativi ad ogni singola fotografia; una didascalia, insomma. Infine un'ultima nota: la redazione lavora su sistemi Windows, raccomandiamo a tutti i "machintoshiani" di spedire file compatibili.
L'indirizzo e-mail da utilizzare è il seguente: muvi@url.it.
La redazione di URL (www.url.it), che è il web sul quale trovate MUVI, ha i seguenti numeri di telefono: 02-2046170 oppure 02-2046602.
- per i non o i meno "informatizzati":
immagini e testi possono essere portati a mano o spediti per posta. L'indirizzo cui spedire è: MUVI, presso Radio Popolare - Via Stradella 5 - 20129 - Milano.
Il numero di telefono di Radio Popolare è: 02 - 277191.
Il materiale fotografico sarà restituito. Non in pochi giorni ma nell'arco di tre settimane. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che queste immagini sono ricordi importanti che non possono essere persi. Ricordatevi di indicare chiaramente Nome, Cognome, indirizzo, telefono.
Chi ci spedisce le immagini, con il fatto stesso di inviarcele ovviamente ne autorizza la pubblicazione da parte di Muvi in Internet, ed eventualmente altri supporti, visto che lo scopo è quello di socializzare la memoria.
La Radio
MUVI avrà una propria trasmissione su Radio Popolare (frequenza principale FM 107,600 ). Questa è una informazione utile per chi si trova nell'area di possibile ascolto della radio, che in linea di massima corrisponde alla Lombardia. Si parlerà con voi di immagini, storie, ricordi, del come è oggi e del come era ieri l'ambiente nel quale ci troviamo. Si daranno notizie, informazioni, consigli su come partecipare a Muvi. Ma la trasmissione vivrà soprattutto dei vostri ricordi.
L'appuntamento è alle ore 14,30 di ogni domenica sulle frequenze di Radio Popolare.
Buon lavoro a tutti, voi e noi.
Le redazioni di URL e Radio Popolare
CHI E' RADIO POPOLARE
E' la più antica delle Radio di informazione private. Indipendente, proprietà di 13.000 azionisti. Capofila della rete nazionale Popolare Network.
Produce informazione redazionale ma anche vera sinergia con gli ascoltatori. Già nel 1976 ha inventato la formula Microfono Aperto, trasmissioni in diretta con la partecipazione senza filtri degli ascoltatori. E con gli ascoltatori costruisce programmi, dibattiti, eventi e iniziative. Tra le ultime il clamoroso MILANO FA MALE (il 25 settembre '99, 8.000 ascoltatori hanno scritto nel cielo lo slogan - fotografato da satellite - che ha colpito e affondato l'ingenua campagna MILANO FA BENE dell'Amministrazione comunale). Le è naturale costruire con gli ascoltatori un Museo Virtuale che fissi la memoria da non perdere.
CHI E' URL
URL (www.url.it) è un magazine on line che opera una selezione accurata dei siti Internet cercando nella rete pagine web che gli strumenti tradizionali - motori di ricerca e grandi portali - non sono in grado di recuperare. Realizzato da un gruppo di ricercatori con competenze in varie aree tematiche, URL rende facilmente accessibili un panorama diversificato delle informazioni e documentazioni migliori offerte dalla rete. URL contiene anche una rivista, erewhon, di cultura varia e Iper.tesi, un database specializzato nella recensione di siti Internet utili per gli studi universitari. URL è edito da Sonar/Ticonuno, società che opera nel multimedia, in particolare nella progettazione di siti Internet.