Massimo Arrighi
Mauro Betti
Remo Bianco
Arturo Carmassi
Walter Cascio
Tommaso Cascella
Sonia Costantini
Riccardo Crepaldi
Alessandro Gamba
Luca Giacobbe
Gianfranco Notargiacomo
Claudio Olivieri
Bruno Querci
Nelio Sonego
Mauro Staccioli
Alfonso Talotta
Un'esposizione collettiva che riunisce 16 artisti di rilievo nazionale impegnati a proseguire il loro itinerario creativo nell'ambito dell'astrazione e dell'informale segnico e materico. Opere di Massimo Arrighi, Remo Bianco, Tommaso Cascella, Gianfranco Notargiacomo, Claudio Olivieri, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, ecc.
a cura di Sincresis
e LIBA Associazione culturale di Pontedera
Opere: Massimo Arrighi, Mauro Betti, Remo Bianco, Arturo Carmassi, Walter Cascio, Tommaso Cascella, Sonia Costantini, Riccardo Crepaldi, Alessandro Gamba, Luca Giacobbe, Gianfranco Notargiacomo, Claudio Olivieri, Bruno Querci, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Alfonso Talotta.
In occasione dei dieci anni ormai compiuti di attività culturale dell’Associazione culturale LIBA di Pontedera gli spazi espositivi di Sincresis si aprono per accogliere una mostra che riunisce ben sedici artisti di rilievo nazionale impegnati a proseguire il loro itinerario creativo nell’ambito dell’astrazione e dell’informale segnico e materico. Infatti Liba, creata nel 1997, si è distinta proponendo aspetti relativi alle ricerche contemporanee improntate sul concretismo, sull’astrazione lirica, sul tessuto degli esiti minimali e informali, giungendo a presentare esperienze d’arte d’avanguardia proprie dei tempi odierni.
La via dell’astrazione, considerando sia il versante impostato sull’idea di ab thraere dalla natura, sia il versante basato su idee concrete che annullano ogni rapporto con l’oggettualità, si pone come percorso innovativo che si caratterizza per propositi teorici e per soluzioni operative nel clima artistico culturale del novecento, quale autentico “punto di forza” rispetto ad esiti tradizionalmente impegnati nella rappresentazione del visibile, quindi come sperimentazione divergente rispetto alla consueta figurazione, specialmente osservando il quadro contestuale italiano che dagli anni Trenta ad oggi ha alimentato il manifestarsi sulla scena artistica di esperienze creative originali.
Considerando l’eredità storica, esse si orientano anche attualmente verso ambiti ed aree diversificate, secondo svolgimenti che affrontano con modalità innovative l’idea di spazio materico e totale, la continuità spazio temporale, così da rimeditare sul concetto di campo, lavorando anche sul colore, come tessitura capace di assumere valore in sé, strutturale non rinviando all’oggetto, così da aprire una riflessione sui mezzi del fare arte di connotazione metalinguistica o indagando il supporto come parte della totalità dell’ambiente, o ancora indirizzandosi verso una componente lirica per evidenziare il segno e le gamme cromatiche quali espressioni della propria introspezione psicologica.Così la ricerca informale che esprime la densità della materia pittorica o il groviglio segnico, calligrafico, libero come traccia dell’io individuale, tanto che la tela diventa campo esistenziale, in cui emerge nettamente la soggettività dell’autore.
In questa mostra appaiono artisti di diverse generazioni che hanno trascorso la loro esistenza nella ricerca di un’essenzialità estrema, di un sintetismo compositivo che accoglie le migliori ricerche impostate a prediligere una forma pura, elementare come espressione del sé o entità fenomenica di connotazione psicologica, o invece come segno autosignificante, intransitivo, come pronunciava a suo tempo il critico Filiberto Menna tracciando la via analitica dell’arte contemporanea.
Emerge comunque in ogni caso una molteplicità di sperimentazioni completamente tese a cogliere il rapporto armonico tra io e cosmo e ad inoltrarsi a riflettere sulla geometria, come diretta manifestazione di una mente indagatrice pronta ad inoltrarsi nel mare magnum dell’indefinito per giungere a forme concrete o talora dimostrando, come indicava a suo tempo Osvaldo Licini, che “la geometria può diventare sentimento”, sempre con la coscienza che ogni tentativo di misurazione dello spazio e commisurazione con lo spazio diventa conoscenza ma anche impossibilità di dimensionare l’incommensurabile, il campo infinito di energie che pullulano nell’ambiente di vita.
Allora il titolo Un metro per l’infinito si riferisce proprio da un lato al tentativo dell’uomo - artista, fin dal passato, di trovare una “misura”, un’unità possibile, per impostare un rapporto con il cosmo, con lo spazio – universo, versato alla estendibilità della conoscenza e dall’altro alla presa di coscienza che il campo fisico, continuo, tattile, pieno e denso di materia, è completamente indeterminato e non captabile nella completa illimitatezza in cui l’io stesso si cala talora tentando di ricercare ed applicare un modulo ripetibile all’infinito, che si perde nella densità dello spazio o giungendo a cogliere nella sintesi l’essenza, riconoscendo la propria limitatezza nel desiderio di recuperare una dimensione interna, un “metro interiore”, senza false utopie.
Una mostra, dunque, rappresentativa e significativa che propone una serie di percorsi ancora aperti che testimoniano ad ampio raggio uno spaccato di primo piano della situazione artistica del nostro presente.
Inaugurazione: sabato 19 aprile ore 18.00
Associazione Sincresis
Via della Repubblica, 52/54 Empoli (FI)
Orari: da mercoledì a venerdì ore 17,30 – 19,30; sabato visite per appuntamento
ingresso libero