"Germano Sartelli. Nature" e "Figure a rilievo, e cosi' al vivo: sculture di Maffeo e Andrea Olivieri". L'allestimento, previsto nelle sale al piano terra della Rocca, vede affacciarsi storico e contemporaneo in due percorsi che rivelano volti distinti dell'arte scultorea.
Figure a rilievo,e così dal vivo: : sculture di Maffeo e Andrea Olivieri
La mostra dedicato ai fratelli Olivieri verrà inaugurata sabato 19 aprile alle ore 11.00 ed è frutto dell’intento di sinergia culturale espresso nel Protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Riva del Garda per la realizzazione di attività ed iniziative in ambito storico artistico, stipulato in data 8 marzo 2006 ai fini della riscoperta delle testimonianze storico-artistiche delle comunità dell’Alto Garda.
La mostra ‘Figure a rilievo,e così dal vivo’: sculture di Maffeo e Andrea Olivieri consente di ammirare i risultati dei restauri del gruppo raffigurante la Pietà di Riva del Garda, attribuita a Maffeo Olivieri, e dell’Ancona dell’Assunzione della Vergine di Condino, per la quale è stata documentata con certezza all’attività di Maffeo ed Andrea Olivieri.
L’iniziativa, corredata da un volume che attesta le attribuzioni e presenta i risultati dei restauri, è nata da un’intrigante proposta di Laura Dal Prà, attuale responsabile della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia autonoma di Trento, che ha prospettato assieme a Claudio Strocchi l’opportunità di cogliere l’occasione di due impegnativi restauri su capolavori usciti dalla stessa bottega per mostrarli al grande pubblico.
Il titolo della mostra trae spunto dalla suggestiva espressione verbale, “Figure a rilievo, e così al vivo”, che nel 1673 Michelangelo Mariani utilizzò per definire alcune sculture conservate nella sacrestia della chiesa di Santa Maria Assunta a Riva del Garda, fra le quali la critica ha individuato il gruppo della Pietà.
Le sculture lignee policrome raffiguranti la Pietà e gli Apostoli, realizzate rispettivamente fra il quarto e il terzo decennio del Cinquecento e fra il 1538 e 1546, sono vere e proprie figure a tuttotondo che per la loro alta qualità formale ed espressiva sono in grado di proporsi all’osservatore come creazioni artistiche di inusuale forza comunicativa. L’allestimento, previsto al piano terra della Rocca, vede per la prima volta collocati fianco a fianco i due magnifici complessi scultorei, prima della loro restituzione alle comunità di appartenenza, consentendo così la possibilità di confrontarli, evidenziandone analogie e differenze, con condizioni di vicinanza all’oggetto rese possibili solo nelle sale espositive e che quindi non saranno replicabili quando i gruppi saranno ricollocati nella situazione originaria.
I lavori, promossi e finanziati nel biennio 2006-2007 dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia autonoma di Trento, sono stati diretti da Claudio Strocchi con la collaborazione dei colleghi Francesca Raffaelli e Claudio Vicenzi; gli interventi sono stati realizzati nel primo caso dal restauratore Roberto Borgogno di Marter, e nel secondo dal restauratore Diego Voltolini con la collaborazione di Wanda Breton di Vigolo Vattaro.
Alla luce dei risultati conseguiti con tale intervento è stato possibile rivedere alcune delle osservazioni finora avanzate dalla critica e affrontare in modo diverso lo studio di queste opere la cui fattura tecnico-esecutiva si è rivelata più articolata e complessa di quanto si potesse supporre. Le novità emerse e le considerazioni proposte nella pubblicazione che correda l’evento espositivo, sono da ritenersi una base di partenza per futuri studi ed approfondimenti che magari consentiranno di riesaminare con un diverso approccio l’intera attività artistica degli Olivieri.
La mostra sarà presente in Rocca fino al 29 giugno, verrà poi trasferita a Condino, dove sarà ospitata nella Sala delle Colonne del Palazzo Municipale dal 5 luglio al 3 agosto 2008.
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Germano Sartelli. Nature
a cura di Claudio Cerritelli
L’allestimento di ‘Germano Sartelli. Nature’, a cura di Claudio Cerritelli, proseguirà il progetto ‘Sculture per la città’, che ha visto negli anni passati artisti, quali Minoli, Munari, Bonoli e Festa, intrecciarsi in un percorso che dalla Rocca conduce ai giardini di Punta Lido. Nell’ambito di tale iniziativa sono previste installazioni permanenti e mostre temporanee che periodicamente riattivano l’attenzione sulla ricerca plastica contemporanea; la mostra di Germano Sartelli, protagonista della ricerca artistica italiana negli anni Sessanta, si inserisce in questo progetto proponendo nel suo incessante ‘dialogo’ con la natura una nuova prospettiva sul territorio. Nato a Imola nel 1925, Germano Sartelli si è formato come intagliatore e nel primo dopoguerra è entrato in contatto con l'ambiente artistico e culturale di Bologna, dove nel 1958 ha esposto per la prima volta al Circolo di Cultura presentato da Maurizio Calvesi che, insieme ad Andrea Emiliani, è rimasto uno dei suoi più fedeli esegeti.
La sua originale sperimentazione dei materiali in funzione pittorica e scultorea lo ha portato a partecipare nel 1964 alla Biennale di Venezia e ha visto nei decenni successivi la sua arte svilupparsi su questa duplice soglia, rivelando uno stile sottile e intrigante, capace di suggerire un continuo dialogo con la natura attraverso un linguaggio sintetico e allusivo, in grado di trasformare ogni materia (ferro, legno, vimini, paglie e qualunque altro elemento) in un linguaggio poetico carico di risonanze e di profondi respiri lirici. La natura, infatti, si presenta nell’opera di Sartelli come forza capace di plasmare gli elementi, nei processi degenerativi legati al trascorrere del tempo e nelle trasformazioni prodotte dall’incedere degli agenti naturali, e come oggetto di lavoro dell’uomo, portatore dei segni che l’azione umana ha impresso su di essa. Il lavoro di Sartelli rileva proprio questo relazionarsi alla natura, in cui l’Autore non è mai un soggetto esterno, ma si posiziona all’interno del mondo naturale, come un ‘etnografo -spiega Emiliani - che lavora dal di dentro’ e ‘non si mette mai seduto sullo spettacolo della natura’.
L’allestimento a Riva del Garda prevede la presenza di 13 sculture in ferro e legno che, con le loro figure filiformi, interrogano lo spazio vuoto che le circonda intrecciandosi con esso, manifestando ciò che Cerritelli ha definito il ‘carattere esistenziale’ della scultura di Sartelli, il senso di precarietà che la abita e la porta a essere prima di tutto ‘l’esperimento della materia come stato d’animo’. Accompagna la mostra un catalogo, a cura di Claudio Cerritelli, che prevede - tra i testi - una conversazione del curatore con Andrea Emiliani, una ricca antologia critica con interventi di M. Calvesi, P.G. Castagnoli, R. Pajano, C. Spadoni, M. Vescovo, accanto a una significativa documentazione fotografica delle modalità di lavoro di Sartelli e del dialogo intessuto dalle sculture scelte per l’allestimento a Riva del Garda con il parco della Rocca.
Immagine Germano Sartelli
Inaugurazione 19 aprile 2008
Museo di Riva del Garda
piazza Cesare Battisti n. 3/A - 38066 Riva del Garda, (TN)
Orari: 10.00 - 18.00, da marzo a novembre, chiuso il lunedì
Luglio e agosto aperto tutti i giorni