Nella Lezione di Anatomia i due artisti propongono il tema del doppio: interno e esterno, positivo e negativo, maschile e femminile, superfici bidimesionali e performance. Un lavoro site specific in cui la narrazione e' centrata sul tema dello slittamento dei confini e della fluidita' del corpo-immagine.
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Nella Lezione di Anatomia, in cui esplorano le connessioni tra il linguaggio visuale e quello performativo, M&P propongono il tema del doppio: interno e esterno, positivo e negativo, maschile e femminile, superfici bidimesionali e performance. "E' un lavoro site specific per cui il performer e' il prolungamento all'esterno delle immagini che vediamo all'interno dello spazio espositivo e viceversa. Di conseguenza la MICROGalleria non e' un contenitore espositivo neutro, ma e' uno dei materiali per la messa in scena della narrazione visuale, centrata sul tema dello slittamento dei confini e della fluidita' del corpo-immagine". Performance alle 14.
M&P : La lezione di anatomia
Questo lavoro di Alessandro Monticelli e Claudio Pagone - M&P - si basa sul dittico, scelto in quanto immagine doppia: positivo e negativo, maschile e femminile. Doppio ribadito dallo stare insieme del plotter e della tecnica mista, delle grandi superfici bidimensionali e della performance. Un lavoro site specific per cui il performer è il prolungamento all’esterno delle immagini che vediamo all’interno dello spazio espositivo e viceversa. Di conseguenza la MICROGalleria non è un contenitore espositivo neutro, ma è uno dei “materiali” per la messa in scena della narrazione visuale, centrata sul tema dello slittamento dei confini e della fluidità del corpo-immagine. Il titolo, La lezione d’anatomia, è un omaggio a quelle rappresentazioni seicentesche che ribaltarono il corpo da canone universale a strumento di conoscenza, sulla scia degli studi anatomici di Leonardo i quali, per primi, in nome della scienza, avevano violato i divieti papali sulla dissezione dei cadaveri, ingaggiando così un primo scontro sul tema dell’autorità sul corpo.
Quelle lezioni seicentesche (pensiamo a Rembrandt) facevano del valore espositivo–spettacolare della lezione lo strumento per la trasformazione del corpo da sostanza a luogo di indagine e di meraviglia, trasponendo questa nuova qualità sul senso stesso dell’arte. Valore che torna nella qualità tipica della creazione site specific perché porta il fruitore a sperimentare le connessioni in quanto portatrici di senso. La lezione site specific di M&P è, infatti, anatomia del corpo-immagine che richiama quel breve scritto surrealista di Hans Bellmer intitolato Piccola anatomia dell’inconscio fisico, o anatomia dell’immagine. Bellmer con “l’immagine” faceva riferimento alla fisicità del nostro “io” fatto di continui slittamenti di senso tra una parte e l’altra del corpo, scambi feticisti, fino a produrre un’anatomia fluida del desiderio che non coincide necessariamente con quella del cosiddetto corpo solido-naturale. Anche la fisicità di M&P è fatta di immagini fluide per cui textures di stilisti diventano pelle, accessori pop colorati sono l’equivalente di organi, senza soluzione di continuità tra abito e corpo.
Così il modulo del doppio perde la consistenza manichea della differenza tra spirito e materia, tra vero e falso, ovvero perde quella dialettica dualista mirante all’ideologica ricomposizione degli opposti di matrice platonica e alchemica. Quel dualismo si basava sulla ricomposizione armonica indotta dall’ideologia di un ordine cosmico (e sociale) da ricostruire. Il corpo-immagine invece mette in discussione l’ordine dei fondamentalismi e degli archetipi, le distinzioni a priori, a cominciare da quelle tra corpo e abito e, per estensione, tra naturale e culturale. Le immagini senza volto di M&P, non a caso, spostano l’identità dal volto al dettaglio colorato sparso sul corpo. In questo spostamento dell’identità dal volto (fisso) alla pelle-abito (intercambiabile) si attua la traslazione del valore dal dover essere alla costruzione performativa dell’identità, all’habitus, come Pierre Bourdieu ha chiamato il risultato del processo culturale con il quale ciascuno costruisce (indossa), attraverso mediazioni conflittuali con il contesto, uno stile di vita: ciascuno è tanto più autentico quanto più assomiglia all’idea che ha di se stesso, come diceva la transessuale Agrado, dopo aver fatto l’elogio della chirurgia plastica, nel film di Pedro Almodovar Tutto su mia madre.
Pertanto un paio di tacchi a spillo o di sneaker, o un marchio (anche nella versione antagonista del “no-logo”), non contengono meno identità di quanta ne sia depositata nello sguardo. La relazione fluida tra esterno e interno della MICROGalleria e la connessione tra diversi modi di essere (dell’immagine) visualizzano questa porosità dei confini. Le immagini situate di M&P, quindi, in sintonia con alcuni aspetti del postumano, attirano l’attenzione su una sfumatura sempre urgente, e mai sufficientemente ribadita, del discorso politico sul corpo avviato da Michel Foucault: ovvero come nella convergenza tra arti consumi e mode si costruiscono performativamente quei modi di essere, quei soggetti sociali che, di fatto, mettono in crisi l’ambizione egemonica ed omologante di apparati religiosi e politici di possedere la parola definitiva sul corpo. (Franco Speroni)
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The anatomy lecture
Essay by Franco Speroni
This work by Alessandro Monticelli and Claudio Pagone - M&P – is based on the diptych, chosen in that it is a double image: positive and negative, masculine and feminine. Double, reinforced by the presence of the plotter and the mixed techniques together with the large bi-dimensional surfaces and the performance. A site-specific work where the performer is the external extension of the image that we see inside the exhibitory space and vice versa. Consequently the MICROGalleria is not a neutral exhibitory container, but one of the “subjects” for the staging of the visual narration, focusing on the theme of the shifting of borders and the fluidity of the body-image.
Opening April 23th - Performance at 14
MICROGalleria dell'Accademia di Belle Arti
via Leonardo da Vinci, L'Aquila
visitabile il mercoledì dalle 10 alle 18 oppure su appuntamento
ingresso libero