Proseguendo nella sua ricerca sui paesaggi urbani l'attenzione della fotografa si e' incentrata su alcuni elementi di dettaglio tipici della vita quotidiana urbana, veri e propri palinsesti di tempo in cui si sovrappongono e consumano vari strati di immagini. A cura di Giovanna Pennacchi.
a cura di Giovanna Pennacchi
“Riusciamo a penetrare il mistero solo nella misura in cui lo ritroviamo nella vita quotidiana”: queste parole di Walter Benjamin hanno offerto lo spunto per la ricerca fotografica di Giuliana Mariniello. Proseguendo nella sua ricerca sui paesaggi urbani, iniziata con La città visibile, l’attenzione della fotografa si è accentrata su alcuni elementi di dettaglio, segni minori ed effimeri della città, vale a dire i manifesti strappati, soggetto di una lunga storia artistica e fotografica che va da Walker Evans a Mimmo Rotella. Si tratta di elementi tipici della vita quotidiana urbana, dei veri e propri palinsesti del tempo, in cui si sovrappongono e consumano vari strati di immagini.
Il poster strappato, consumato dal tempo (reale ed atmosferico) e dall’uomo (attraverso affissioni e strappi ripetuti) costituisce un’icona dell’impermanenza, i cui frammenti vengono ricomposti dall’occhio fotografico in una nuova unità segnica che rivela una propria bellezza casuale e misteriosa. Lo storico svizzero della fotografia Charles-Henri Favrod ha scritto su questo lavoro: ”Giuliana Mariniello trascrive quello che vede, quello che il pubblico non vede più e gli dà un senso penetrante tramite la collisione delle immagini e dei messaggi pubblicitari. La fotografa constata la casualità delle sovrimpressioni per giungere al risultato di un collage generale e surreale. Ci fa vedere le cose in maniera differente per non dire folgorante. Lei consuma il consumismo e stabilisce un nuovo sistema di segni”.
Giuliana Mariniello, accanto alla sua attività di docente universitaria di letteratura inglese, è andata sviluppando una ricerca artistica in cui utilizza la scrittura, il collage e la fotografia. In questo ambito sta portando avanti da alcuni anni una ricerca sul paesaggio urbano. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia (tra cui Roma, Siena, Padova, Ragusa) e all’estero (New York, Los Angeles, Arles). Ha ottenuto vari premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Kodak Elite (1999), il I Premio “Roma nell’Anno Santo” (2000) e un Premio ai Rencontres de la Photographie di Arles (2007). Sul suo lavoro hanno scritto, tra gli altri, M. Cresci, C.H. Favrod, F. Fontana, E. Gusella, H. Künkler e G. Tani. Tema di fondo della sua ricerca artistica è il rapporto tra realtà e apparenza, naturale e artificiale sviluppato in vari lavori come La città visibile, Venezia, teatro delle maschere e Sacroprofano. Si occupa anche degli aspetti teorici e concettuali della fotografia soprattutto in relazione alle altre arti. È membro del Comitato Scientifico della rivista di estetica Sophia. Ha curato alcune mostre per l’Acta International e l’Associazione Werner Bischof, di cui è presidente onorario.Vive a Roma.
Inaugurazione mercoledì 23 aprile 2008 ore 18.30 - 20.30
Galleria Acta International
Via Panisperna, 83 Roma
Orario galleria: lunedì-venerdì h. 16-19.30
ingresso libero