Fotografie di Roxanne Lowit e Giuseppe Varchetta con un testo di Marco Belpoliti. Il titolo dell'esposizione e' aperto, volutamente evocativo. Richiama inoltre l'antica funzione dei locali in cui la mostra e' allestita: l'ideazione e la realizzazione di prototipi e modelli, quando l'edificio era fabbrica di produzione Max Mara.
con un testo di Marco Belpoliti
Mercoledì 30 aprile 2008 alle ore 19 aprirà la mostra fotografica
Pattern Room. Fotografie di Roxanne Lowit e Giuseppe
Varchetta, con un testo di Marco Belpoliti, presso la Collezione
Maramotti.
Il titolo dell’esposizione è aperto, volutamente evocativo.
Richiama inoltre l’antica funzione dei locali in cui la mostra è
allestita: l’ideazione e la realizzazione di prototipi e modelli, quando l’edificio era fabbrica di produzione Max Mara.
La mostra si inserisce all’interno della manifestazione Fotografia
europea, organizzata dall’amministrazione cittadina, che
quest’anno è alla sua terza edizione e ha come tema il corpo nel
suo aspetto multisensoriale.
Le immagini di Roxanne Lowit e di Giuseppe Varchetta sono due
diversi sguardi che documentano, interpretandole, le intriganti
relazioni tra il corpo delle opere, degli artisti e dei visitatori nello
spazio espositivo, scatti realizzati in occasione dell’opening della
Collezione. La mostra vuole evidenziare questo complesso
sistema di relazioni di forze e di energie che si potenzia nei
reciproci rispecchiamenti.
Un testo critico di Marco Belpoliti accompagna e commenta il
lavoro dei due fotografi, proponendo una riflessione sulla
triangolazione autore, opera, visitatore e sul ruolo del fotografo.
Gli scatti di Roxanne Lowit rendono protagonisti i corpi,
trasformando in icona l’artista dinnanzi al proprio lavoro oppure
“rubando” insolite confidenze fra artisti e opere in un gioco di
libere ed eleganti narrazioni. Lei stessa dichiara: “Le nove
fotografie scelte mostrano non solo gli artisti, i loro lavori e le
proprie muse, ma anche gli spettatori che interagiscono con le
opere, immortalando lo spirito del momento –l’interazione tra
macchina fotografica e soggetto, tra artista e musa, tra me e voi.
Sono ora completamente ritornata ai “patterns” (“modelli”,
“fantasie”, “disegni”), avendo io cominciato la mia carriera
disegnando fantasie come designer tessile. Fui felicemente
fuorviata da una macchina fotografica che mi ha oggi riportato
alla “modelleria” in cui una volta i modelli venivano tagliati e
dove il percorso della creatività continua”.
Le immagini rigorosamente in bianco e nero di Giuseppe
Varchetta riprendono spazi rarefatti, ma densi di significato e
fissano le energie sottili che corrono tra corpi che si tangono:
quelli dei visitatori e quelli delle opere, consegnandoci identità
inedite delle opere stesse, ogni volta rinnovate dalle differenti
percezioni di chi guarda.
Roxanne Lowit ha ottenuto i primi riconoscimenti come fotografa
agli inizi degli anni Ottanta, raccontando, attraverso gli occhi dei suoi
protagonisti, la vita notturna internazionale. Il suo lavoro attraversa e
indaga molti mondi, offrendoci fugaci visioni al loro interno: dall’arte
alla moda, dalle drag queen alla vita di personaggi ricchi e famosi. E’
stata la prima grande fotografa a focalizzare le atmosfere elettrizzate del
backstage delle sfilate di moda. I suoi scatti sono immediatamente
riconoscibili grazie alla sua capacità di catturare l’euforia del momento.
Il suo primo libro è infatti intitolato Moments. Le opere della Lowit
sono state esposte al Metropolitan Museum of Art e al Whitney
Museum a New York e al Victoria and Albert Museum a Londra. Ha
esposto inoltre a Parigi, Montecarlo, Amsterdam, Düsseldorf e Berlino.
La collezione permanente del Kobe Fashion Museum raccoglie alcune
sue fotografie.
Giuseppe Varchetta, psicosocioanalista, ha operato a lungo in
ambito aziendale occupandosi di sviluppo organizzativo e gestione delle
risorse umane.
La sua attitudine professionale all’ascolto delle esperienze e alla
notazione è stata riversata nella sua precoce passione per la fotografia.
Ininterrotte nel corso degli anni le sue esplorazioni fotografiche
all’interno di musei e gallerie sia in Europa che negli Stati Uniti.
Soprattutto attratto dalla straordinaria relazione, nell’arte
contemporanea, tra visitatore e opera, ha saputo documentare e
restituirci, in tal modo, prospettive inedite di visione delle opere stesse.
Marco Belpoliti, scrittore e saggista, insegna Sociologia della
Letteratura all’Università di Bergamo. Collabora con giornali e riviste.
Ha pubblicato di recente: L'occhio di Calvino (Einaudi 2006), La prova
(Einaudi 2007), La foto di Moro (Nottetempo 2008).
Si occupa del rapporto tra letteratura e arti visive e in particolare della
fotografia contemporanea. Nella pubblicazione Doppio Zero (Einaudi
2003) ci offre un’insolita e appassionata mappatura sulla
contemporaneità con interessanti riflessioni sull’alfabeto del corpo e i
linguaggi artistici.
Durante la settimana della manifestazione, dal 30 aprile al 4
maggio 2008, la mostra è a ingresso libero e gratuito; dal 6 al 25
maggio 2008 è aperta ai visitatori della collezione permanente.
Immagine: Roxanne Lowit
Ufficio stampa: Studio Pesci
Via Giuseppe Petroni 18/3, 40126 Bologna Tel. 051 269267 Fax 051 2960748 info@studiopesci.it
Inaugurazione Mercoledi' 30 aprile 2008 alle ore 19
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, 42100 Reggio Emilia
Orari:
30 aprile 2008: 19,00 - 22,00
dal 1° al 4 maggio 2008: 10,00 – 13,00 e 14,30 – 18,00
dal 6 al 25 maggio 2008: giovedì e venerdì 14,30 - 18,30; sabato e
domenica 9,30 - 12,30 e 15,00 – 18,00