Genesi di un tormento. L'una nella pittura, l'altro nella scrittura, i due artisti rappresentano con la forza dei segni, dei gesti provocatori e di quella prosa che diviene poesia, la ricerca di liberazione definitiva dal dolore.
a cura di Simona Sacconi
Un giorno, un caso. Un viaggio su internet, come tanti, come tanti altri giorni, a cercare qualcosa, senza sapere bene cosa. Un sito, un nome, un’artista. Particolare. Le sue opere parlavano per lei, di lei. Lui del suo fascino s’inebria; così, senza vederla, senza sapere chi è, la cerca. S’incontrano. Bellissima, piena del suo lavoro, la sua vita. I colori tra le sue mani diventano forma, emozione, contagio. Così, contagiato, s’ispira.
Roberta Coni, artista giovane, di talento; Andrea Sacconi, ingegnere, ricercatore, ma soprattutto poeta; brillante incontro fortuito che dà vita ad un momento d’arte supremo. Le parole di lui si fondono ai colori, diventano immagine.
L’una nella pittura, l’altro nella scrittura rappresentano con la forza dei segni, dei gesti provocatori e di quella prosa che diviene poesia la ricerca di liberazione definitiva dal dolore, dalla miseria, da quel tormento che è angoscia collettiva e che nelle loro opere diviene privata, perché la “liberazione non può che essere individuale e culminare nell’accettazione della volontà , volontà di essere, di esistere, di vivere”.
(Schopenhauer)
Qui, come in altre opere dell’artista, il tema dell’acqua: principio e fine del tutto terreno, mediatrice tra vita e morte.
Alcuni di quei volti, di quei corpi nelle opere di Roberta appaiono “schiaffeggiati” dall’elemento acqua.. sembrano con esso lottare; in altri, l’ incessante lotta tra il bene e il male, tra la vita e la morte sembra finalmente aver trovato pace…..ma l’acqua-anima dell’essere umano non ha posa, non ha principio, non ha fine. E’ eterna.
Nel tentativo di esorcizzare le sue paure, dimostra la grande abilità nel manovrare i colori, nel fargli parlare una lingua nuova, fuori dalle regole di “buona pittura”. L’olio e la tempera, in un contrastato dialogo, creano effetti di luce, trasparenti gocce di colore.
I suoi ritratti sono di un realismo quasi caravaggesco; l’immagine si deforma sotto il ritmo serrato delle pennellate e l’andamento spezzato dei contorni
Andrea, in piena armonia con i dipinti di Roberta, cerca da sempre di conoscere ed esprimere se stesso attraverso la scrittura; i suoi testi sono immagini poetiche di esperienze di vita, comune, sogni, a volte, sì, deliri . In lui l’aspirazione alla salvezza, consapevole dell’inutile gioco di esistere.
Simona Sacconi
Inaugurazione 01 Maggio 2008 ore 17.00
Palazzo degli Alessandri
Piazza San Pellegrino - Viterbo