Castello di Rivoli
Rivoli (TO)
piazza Mafalda di Savoia
011 9565222 FAX 011 9565231
WEB
Roberto Cuoghi
dal 5/5/2008 al 27/9/2008
martedi' - giovedi' 10-17; venerdi' - domenica 10-21. chiuso dal 28 luglio al 1 settembre

Segnalato da

Manuela Vasco




 
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5/5/2008

Roberto Cuoghi

Castello di Rivoli, Rivoli (TO)

Con il ciclo "Nuove generazioni" il Museo presenta i giovani talenti emergenti sulla scena internazionale. Cuoghi ha sviluppato una sua personale indagine sul principio della metamorfosi, e la mostra "Suillakku" e' incentrata su Pazuzu, un demone assiro, la cui iconografia, attraverso diverse forme e mutazioni, appartiene anche al nostro presente. E' esposta una scultura di oltre 6 metri di altezza e un'imponente installazione sonora ispirata alle lamentazioni che gli antichi assiri. A cura di Marcella Beccaria.


comunicato stampa

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A cura di Marcella Beccaria

Con il ciclo “Nuove generazioni” il Museo presenta i giovani talenti emergenti sulla scena internazionale. “Nuove generazioni”, a cura di Marcella Beccaria, è iniziato nel 2000 e ha proposto le rassegne dedicate a Franz Ackermann, Teresita Fernández, Anna Gaskell, Francesco Vezzoli, Thomas Demand, Candice Breitz e Yang Fudong.

Con questa personale il Museo presenta l’opera di Roberto Cuoghi, uno dei più interessanti esponenti della ricerca artistica italiana. Nato a Modena nel 1973, l’artista si è affermato per aver saputo creare un proprio linguaggio, lavorando con le tecniche più diverse, incluse fotografia, video, animazioni, pittura, disegno e suono. In particolare l’artista ha sviluppato una sua personale indagine sul principio della metamorfosi. All’età di venticinque anni ha intrapreso un percorso di trasformazione fisica, durato sette anni, che lo ha portato a invecchiare per assomigliare a suo padre. Rifiutando di definire tale processo una performance e eseguire opere relative, l’artista ha invece trasferito in nuovi lavori il suo interesse nei confronti dell’idea di metamorfosi. La mostra al Castello è incentrata su Pazuzu, un demone assiro, la cui iconografia, attraverso diverse forme e mutazioni, appartiene anche al nostro presente.

Il pubblico è accolto al Castello da una statua del demone, realizzata a partire da un esemplare di epoca assira oggi conservato presso il Louvre di Parigi. Ottenuto il permesso del prestigioso museo francese, Cuoghi ha realizzato dall’antica statuetta alta pochi centimetri, attraverso un elaborato processo di scannerizzazione laser, una nuova scultura di oltre sei metri di altezza. L'opera, posta sull’incompiuto scalone juvarriano, accoglie i visitatori al Castello di Rivoli. La mostra prosegue al terzo piano, dove l’artista ha realizzato un’imponente installazione sonora ispirata alle lamentazioni che gli antichi assiri rivolgevano ai propri dei, per invocarne la protezione. L’artista ha composto la parte sonora e il testo prendendo spunto da accurate ricerche di esperti archeologi e affidandosi alla propria immaginazione. Cuoghi ha inoltre personalmente realizzato gli strumenti sonori necessari alla composizione e ai rumori in essa contenuti. L’artista, moltiplicando e mutando la propria voce, trasforma se stesso in un coro di centinaia di persone. Il titolo Šuillakku (pronuncia sciuilaqu), scelto dall’artista per la mostra, riguarda la posizione di preghiera corale con una mano alzata, anticamente usata per le invocazioni e stabilisce un’ipotetica relazione con la posizione della statua di Pazuzu.

“Šuillakku - scrive Marcella Beccaria – è sicuramente il più complesso progetto a oggi realizzato dall’artista. Trasformando in opera monumentale una piccola statua assira del demone Pazuzu, Cuoghi ha ideato un talismano a misura di Castello.

L’opera introduce i visitatori all’ascolto di una lamentazione, composta e installata in modo da suggerire la scomoda sensazione di trovarsi nel mezzo di un raduno rituale di centinaia di antichi assiri.

Secondo la credenza che il Male fosse in grado di scacciare altro Male, Pazuzu era il demone che l’antica popolazione evocava quando afflitta da cattivi presentimenti. Ironica e al tempo stesso inquietante, questa ennesima metamorfosi è in perfetta sintonia con l’incertezza che caratterizza i destini del presente, in un momento in cui la discesa verso nuovi abissi sembra appartenere alla natura del nostro domani”.

Tra la successione di fatti che scandiscono la storia dell’antica civiltà, l’artista si sofferma sul momento più drammatico, quello in cui l’impero cade rovinosamente, tra il 612 e il 609 a.C., quando Ninive, l’ultima capitale ufficiale, e poi Harran, cadono sotto gli attacchi dei Medi e dei Babilonesi. La violenza di questi scontri è tale che la sconfitta delle due città coincide con la fine della stessa civiltà assira. L’artista si appassiona a uno dei più affascinanti capitoli dell’archeologia, perché da Ninive riparte la scoperta di un mondo prima dimenticato e si inizia a riscrivere la storia dell’origine della cultura occidentale. Quasi come se si muovesse tra le vie della città, Cuoghi ne respira il calore, la polvere. Osserva gli uomini, le donne e i bambini, ne assorbe il linguaggio, i riti, le superstizioni, e, quando si scatena l’assedio fatale, è come se Cuoghi partecipasse in prima persona alla fuga dei superstiti. Šuillakku, l’opera sonora ideata da Cuoghi per la mostra a Rivoli è il frutto di quest’ultima metamorfosi dell’artista. Mutando i propri pensieri e moltiplicandoli in quelli di alcune centinaia di Assiri, Cuoghi ne condivide le ansie e le credenze, risolvendole in una lamentazione rivolta agli dei. Pronunciato sciuilaqu, il titolo si riferisce a una posizione di preghiera con la mano alzata, praticata dagli antichi Assiri e formata dall’unione di rumori, musica e canti, che l’artista ipotizza potesse essere la risposta del gruppo di superstiti alla gravità del momento. Se la sua immaginazione è catturata dal momento della fuga, il suo raziocinio lo mette nella condizione di creare e interpretare in solitudine ogni suono o voce e di ricostruire un’intera orchestra di strumenti, tra cui una grande lira, gli šofar, realizzati con corni di animali. Lavorando di fantasia, si ingegna a costruire strumenti anche con materiali industriali contemporanei. Riproduce il suono di un lilissu, il grande tamburo sacro e realizza poi dei sistri. Bilancia la ricostruzione filologica con l’invenzione fantastica, secondo un metodo che è serissimo ma anche ironico e giocoso. Attraverso una pianola-giocattolo costruisce una melodia basata sull’alternanza ripetitiva di due note, ispirata alla musica assira microtonale. Trasferita sugli strumenti fabbricati, la melodia corrisponde alla recitazione dello "uiua- ui", un pianto stilizzato che pensa possa rappresentare i sentimenti degli Assiri in fuga per la propria vita. Prendendo a modello le lamentazioni ebraiche, Šuillakku, è strutturata nelle fasi dell’isolamento, dell’irritazione, della contrattazione e della depressione. Per chi ascolta. Šuillakku, definire "scomoda" la sensazione provata è sicuramente un eufemismo. Musica, canto, versi di animali, rumori e il suono degli sputi che pare gli antichi Assiri ritenessero utili contro la malasorte, compongono una cacofonia che assale a ogni passo. Apparentemente vuoto, lo spazio espositivo risulta così saturo e la distribuzione dei suoni lo modifica mentre lo si attraversa. Nel suo percorso di immedesimazione con gli antichi Assiri e le loro credenze, Cuoghi ritrova più volte il demone Pazuzu. Nel loro pantheon, è uno tra gli spiriti maligni più temuti, associato con i venti, soprattutto quelli freddi provenienti da nord-est che, soffiando dalle montagne, portavano le febbri e distruggevano il bestiame e i raccolti. La diffusione di piccole statue o teste con la sua effige, testimonia che il demone fu utilizzato per cacciare altri demoni. Amuleti con le sue fattezze erano posti alla difesa di abitazioni, culle o indossati come ciondoli. Tra i reperti rinvenuti, una piccola statua in bronzo conservata al Louvre a Parigi testimonia la natura ibrida del demone, parte uomo, parte animale e la difformità dallo stile associato ai manufatti del periodo. Sorprendente è invece l’affinità iconografica con le più diffuse raffigurazioni del Maligno in ambito occidentale, a partire dall’epoca medievale. Realizzato da Cuoghi in occasione della sua personale al Castello, Pazuzu, 2008, è riferito alla statuetta del Louvre ed è stato realizzato con un procedimento di scannerizzazione laser che ha permesso di trasformare l’originale, di circa quindici centimetri, in una scultura monumentale, alta più di sei metri. La precisione assicurata dalla prototipazione è considerata dall’artista un aspetto imprescindibile dal significato della sua opera. Appropriandosi delle superstizioni assire, Cuoghi reitera l’idea che il demone abiti qualunque sua effige o riproduzione di essa. Mantenendone l’originale funzione apotropaica, il Pazuzu di Cuoghi è un amuleto a misura di Castello e funge da scudo per difendere il luogo da attacchi malvagi o meglio riflettere l’onda di irrazionalità che sembra permeare il mondo contemporaneo.

Marcella Beccaria

REGIONE PIEMONTE / FONDAZIONE CRT / CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E
AGRICOLTURA DI TORINO / CITTA’ DI TORINO / UNICREDIT PRIVATE BANKING –
GRUPPO UNICREDIT

Immagine: Pazuzu (Progetto per il Castello di Rivoli), 2008, disegno digitale

Press office:
Massimo Melotti
tel. 011.9565209 - fax 011.95465231, e-mail: m.melotti@castellodirivoli.org;

Silvano Bertalot
tel. 011.9565211 - fax 011.9565231, e-mail: s.bertalot@castellodirivoli.org;

Manuela Vasco
tel. 011.9565209 - fax 011.9565231, e-mail: press@castellodirivoli.org

Anteprima per la stampa: lunedi' 5 maggio 2008 - ore 11.30
Inaugurazione martedì 6 maggio ore 19

Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (Torino)
martedì - giovedì ore 10-17; venerdì - domenica ore 10-21. Chiuso lunedì. chiuso dal 28 luglio al 1 settembre
€ 6.50 intero, € 4.50 ridotto

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Roberto Cuoghi
Suillakku

Curated by Marcella Beccaria

With its “New generations” series the Museum showcases the work of young artists who are emerging on the international stage. Curated by Marcella Beccaria, the series began in 2000 presenting solo exhibitions of Franz Ackermann, Teresita Fernández, Anna Gaskell, Francesco Vezzoli, Thomas Demand, Candice Breitz and Yang Fudong.

With this new solo exhibition the Museum is presenting the work of Roberto Cuoghi (Modena, 1973), one of the most interesting Italian artists working today. Experimenting to the point of obsession, Cuoghi continuously reinvents himself and his method, working with a wide range of techniques, including photography, video, animations, painting, drawing and sound. In particular, Cuoghi has developed a personal investigation of the principle of metamorphosis. At the age of twenty-five he embarked on a path of physical transformation that lasted seven years and led him to age his appearance so he would resemble his father. Refusing to call this process a performance and to execute related works, the artist instead transferred his interest in the idea of metamorphosis into new works.

For Cuoghi, the invitation to develop a solo exhibition at Castello di Rivoli is an opportunity to make a vertiginous leap backward. Landing in Mesopotamia, at the time of the ancient Assyrians, the artist focuses on the most dramatic moment, when the empire fell into ruin and Ninevah is about to fall victim to attacks by the enemies. Made up of an imposing sound work and a monumental statue of the demon Pazuzu, the exhibition Suillakku, is the result of this latest metamorphosis on the part of the artist. A voyage in an apparently remote world, the project gives back the uncomfortable sensation of an irrational world, within which the past no longer seems remote and instead becomes a disquieting interpretation of a present that is all too near.

In conjunction with the exhibition Suillakku, Skira, Milan is publishing an in-depth catalogue on the work of Roberto Cuoghi. The book includes an essay by the curator, complete biographical and bibliographical appendices and images of most of the works the artist has created.

Press office:
Massimo Melotti
tel. 011.9565209 - fax 011.95465231, e-mail: m.melotti@castellodirivoli.org

Silvano Bertalot
tel. 011.9565211 - fax 011.9565231, e-mail: s.bertalot@castellodirivoli.org

Manuela Vasco
tel. 011.9565209 - fax 011.9565231, e-mail: press@castellodirivoli.org

Opening Thuesday may 6, h 7 p.m.

Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (Torino)

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Rachel Rose
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