La mostra propone 60 opere, tra dipinti, disegni ed incisioni che individuano i punti salienti di un percorso di esperienze nate nell'ambito fiorentino. Sono lavori che trovano una maggiore definizione di poetica nei lunghi viaggi che l'artista realizza a partire dal 1988 seguendo un itinerario che attraversa le grandi capitali e le realta' di molti continenti; da Buenos Aires a Berlino, da Vancouver all'Alaska, dall'India alle regioni fredde dell'Asia, a New York, a Londra.
Sabato 3 maggio alle ore 18,30 presso la Sala delle Conferenze del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, sarà inaugurata la mostra Giovanni Tesauro on the road, prima completa antologica dell’artista salernitano. La mostra, realizzata con la collaborazione della galleria Il Catalogo di Salerno e curata da Massimo Bignardi, propone sessanta opere, tra dipinti, disegni ed incisioni che individuano i punti salienti di un percorso di esperienze nate nell’ambito fiorentino ove l’artista, negli anni Ottanta, studia presso l’Accademia di Belle Arti. Sono lavori che trovano una maggiore definizione di poetica nei lunghi viaggi che l’artista realizzerà a partire dal 1988 seguendo un ‘itinerario’ che attraverserà le grandi capitali e le realtà di molti continenti; da Buenos Aires a Berlino, da Vancouver all’Alaska, dall’India alle regioni fredde dell’Asia, a New York, a Londra.
“La pittura di Giovanni Tesauro è approdata – scrive Bignardi a proposito dei dipinti eseguiti dall’artista nei primi anni del Duemila – ad impianti costruiti da una maggiore densità del colore, dato sia nella sua forza espressiva, vale a dire sostenuta da contrasti accesi, violenti, sia da un progressivo aggetto del ductus pittorico o, meglio, da una sorta di rilievo sul quale l'artista fa muovere il posizionarsi della luce. È un dettato che ha spinto, ulteriormente, la sua esperienza verso un progressivo incontro con la visione, mettendo da parte il solido e rasserenato affrancamento con il referente, proprio delle opere precedenti, in virtù di un rinnovato modo di leggere e stravolgere l'idea di impressione.
Potremmo dire, rivedendo uno dopo l'altro i tantissimi dipinti eseguiti a partire dalla metà degli anni Novanta, che il registro compositivo sia stato sottoposto ad un processo di esemplificazione, cioè di riduzione dei dati che lo sguardo coglie, per approdare ad una sintesi nella quale prevale il dato emotivo, l'idea di movimento, l'energia delle masse che abitano le nuove metropoli, i piani e le superfici di scorci, di paesaggi incontrati dal vero.
È un vasto registro di immagini che descrivono gli itinerari dei frequenti viaggi che hanno portato l'artista dalle popolate strade di città indiane, alle coste del Canada, alle svuotate campagne francesi, dai sobborghi di New York (si veda ad esempio New York dopo la pioggia, del 1995, Bus stop, un'incisione a puntasecca del 1999), alle antiche piazze di Praga. Il suo occhio ha viaggiato tanto, si è immerso nelle tensioni della quotidianità, si è fatto prendere dalla vita, dai suoi silenzi, dalle paure, dalla precarietà, dai colori, conservando la fragranza dell’emozione, senza, però, coinvolgere più di tanto l'esperienza della pittura, anzi lasciandola distante o, meglio ancora, rinunziando ai contenuti, alla messa in evidenza di quella incessante passione etica che lo spinge verso un nuovo viaggio”.
Un viaggio, è quanto traspare da questa mostra, che Tesauro ripercorre nella pittura attraversando il corpo delle immagini, dando ad esse il valore di scrittura rapida, impressiva: lo fa muovendosi – proprio come fa il viandante – su traiettorie segnate da linee, da gesti descritti dal colore, da una luminosità fatta serpeggiare sui grumi di dense paste cromatiche.
Giovanni Tesauro (Salerno, 1965). Si laurea in Pittura nel 1988 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove vive fino al 1995. Nel 1988 tiene la prima personale alla galleria La Roggia di Pordenone e poi alla Tatou di New York; nello stesso anno insegna al Liceo Artistico di Varese, momento importante che segnerà anche la sua esperienza artistica. Nel 1990 collabora con la Richard Ginori per la realizzazione di un mosaico nella città di Sesto Fiorentino e, sempre nello steso anno il Giffoni Film Festival ospita una sua mostra personale. Del 1997 è la personale alla Ken’s Art Gallery di Firenze e poi alla Lawrence Gallery di Aspen in Colorado; del 1998 quella al Centro di Cultura Italiana di Neuilly sur Seine; mentre del 1999 è l’invito alla Rassegna Terza Voce, allestita negli spazi della Fondazione Cini di Venezia e la mostra Transit 99/00, organizzata alla Momoyama di Firenze. La personale alla Galleria 2M di Parma è del 2001, anno in cui parte per il viaggio che segnerà la sua esperienza; percorre i territori canadesi da Vancouver fino all’Alaska. Nel 2004 è invitato alla Prima Biennale Giovani Artisti Campani, tenutasi a Napoli; l’anno seguente la galleria Il Catalogo di Salerno organizza una sua personale. Nel 2005 è invitato alla mostra Collezione Permanente1. Salerno 1970-2005 allestita al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, che acquisirà il dipinto Disastro nella Metropoli. Tra le recenti mostre si segnala, la collettiva ospitata dall’Ambasciata d’Egitto a Roma, del 2006; Urgenza della Città, tenutasi nel 2007 presso i Grandi Magazzini Teatrali di Campobasso. È stato invitato alla XIII Biennale d’Arte sacra che si terrà in estate a San Gabriele d’Abruzzo. Lavora con la galleria Il Catalogo di Salerno e vive a Giffoni Valle Piana.
La pubblicazione del catalogo si è avvalsa del contributo del Comune di Giffoni Valle Piana, del Gruppo Di Maio e della Francesco Russomando
inaugurazione sabato 3 maggio ore 18,30
Convento Francescano SS. Trinità, Baronissi
lun - ven ore 9.00/12.00; lun e gio anche ore 16.00/19.00
ingresso libero