La ricerca pittorica di Capuzzi si contraddistingue per l'importanza che conferisce, nel processo creativo, al mezzo digitale. Il suo punto di partenza sono sempre delle immagini, per lo piu' fotografiche, che l'artista, servendosi di programmi di grafica vettoriale, sottopone a un paziente, lunghissimo processo di rielaborazione.
...................english below
In una fase di rinnovata attenzione per l'astrazione geometrica, declinata
sia in chiave optical che in prospettiva neo-geo, la ricerca pittorica di
Stefano Capuzzi si contraddistingue per l'importanza che conferisce, nel
processo creativo, al mezzo digitale. Il suo punto di partenza sono sempre
delle immagini, per lo più fotografiche, che Capuzzi, servendosi di programmi
di grafica vettoriale, sottopone a un paziente, lunghissimo processo di
rielaborazione,
attraverso tagli, sovrapposizioni, interventi sul colore e sulle trasparenze.
Alla fine di questo lungo processo l'immagine, ormai completamente irriconoscibile,
è pronta per essere stampata su grandi tele quadrate. Spesso lo stesso modulo
viene ripetuto, con colorazioni diverse, su più tele. A questo punto inizia
la seconda fase del lavoro, che lo vede intervenire sulla stampa con pennello
e colori. Così, a un primo processo di sottrazione, di scarnificazione e
di spersonalizzazione dell'immagine, Capuzzi ne fa seguire un'altro che procede
per addizione. Rinvigorisce i toni, da vita a forme nuove, e conferisce all'immagine
una nuova, imprevedibile personalità.
Capuzzi è perfettamente consapevole di vivere in un'epoca di postproduzione,
ma rivendica il diritto di restituire all'atto creativo, alienato alla macchina,
le sue componenti di sorpresa, gusto, fantasia. Si muove con libertà tra
software e pennelli, facendo riferimento a un orizzonte culturale che comprende
non solo l'intera tradizione del collage, ma anche il campionamento musicale,
le improvvisazioni del free jazz, la letteratura combinatoria e i cut-up
di Burroughs. Le sue opere sono decollage vettoriali, la Palissadedell'era
di Flickr. Nascono dall'irritazione visiva suscitata da un'immagine, ma esistono
soltanto nel momento in cui quella stessa immagine è stata riassorbita dalla
sua struttura astratta, la sua anima più profonda. E se a volte riconosciamo
del moduli figurativi, l'enigma della forma viene rigorosamente preservato
dai titoli, semplici sigle numeriche che sembrano rimandare a una data, o
a un'ora.
...............................english
In a period characterized by renewed interest in geometric abstraction,
both op art and neo-geo, Stefano Capuzzi's paintings stand out for the
importance
accorded to digital media in the creative process. He starts out from images,
usually photographs, and then uses vector graphics programmes to painstakingly,
time-consumingly rework them, cutting, overlapping, working on colour and
transparency. At the end of this long process the image, now entirely unrecognizable,
is ready to be printed onto a large canvas. The same module is often repeated
in different colours on various canvases. At this point the second stage
of the process begins, with the artist working on the print with paint and
brush. In this way the first stage of subtraction, laying bare and de-personalizing
the image, is followed by a second stage based on addition. Enhancing colours,
giving life to new forms and lending the image a new, unpredictable personality.
Capuzzi is perfectly aware that this is the age of post-production, but
asserts the right to restore the elements of surprise, taste and imagination
to the creative act, detached from the machine. He moves freely between
software and paintbrushes, making references to a cultural horizon that
includes not only the entire collage tradition, but also musical sampling,
free jazz improvisations, combinatory literature and Burroughs' cut-ups.
His works are vectorial decollages, the Palissade of the Flickr era. They
are born from the visual irritation elicited by an image, but exist only
when that image is reabsorbed into its own abstract structure, its innermost
soul. And while we might recognize models from figurative art, the enigma
of the form is firmly preserved by the titles of the works, simple number
combinations which appear to refer to a date or a time.
Opening sabato 10 maggio ore 18
Fabio Paris Art Gallery
via Alessandro Monti 13 - Brescia
Ingresso libero