Le sculture di Jossen sono fatte per essere aperte, per permettere a chi le osserva di esplorare le parti solitamente nascoste dell'io, allo stesso modo Yoshida scompone le parti del corpo fino a renderle irriconoscibili, in un groviglio di linee che si ricongiungono in segni sapientemente sovrapposti.
A volte ci sono incontri che possono modificare nel flusso imprevedibile dell'esperienza il senso profondo e al tempo stesso leggero del saper fare e del saper essere. Come se il piacere e l'abilità di intrecciare e di spostare i limiti e i confini della scultura, del disegno, della pittura e dell'incisione trovassero, in un comune progetto di mostra, una felice corrispondenza e una forma di compimento nei confronti dei temi dell'identità e del corpo.
E della loro messa in opera proprio attraverso la molteplicit‡ e la variet‡ dei punti di vista. Per Aurélie Jossen si tratta di esplorare l'apparente fragilità infantile e femminile attraverso la combinazione di parti del corpo, come teste, braccia, mani, gambe (scolpite in alabastro e altre pietre nobili) che abitano o emergono da blocchi di legno o scatole e che distribuiscono tracce cromatiche di un movimento trattenuto e sospeso.
Frammenti e ricomposizioni di un racconto spezzato e in attesa di incastrarsi in un disegno su pannello o di emergere da una superficie cartacea che richiama nei segni la dinamica e il tempo di un'azione. Azione, per certi versi, formulata, definita e completata dalla pittura-disegno di Yoshida Moe. Raffinato contrappunto performativo in grado di acclimatare una serie di posture tra memoria e cancellazione.
di Roberto Daolio
Inaugurazione: sabato 10 maggio 2008 alle ore 18,30
Galleria 42
Via Carteria 42, Modena
ORARI: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 17,00 alle 19,30
Ingresso gratuito