Debora Fede e Alessandro Sciaraffa. Le due installazioni esposte propongono, in modo differente e autonomo, la rilettura del concetto di residuo, scarto e traccia intesi come elementi capaci di attivare una forma di energia che si sviluppa come flusso di oggetti, elementi e pensieri. A cura di Lisa Parola.
a cura di Lisa Parola
La Galleria Alberto Peola di Torino presenta due project-room dedicate
rispettivamente alla ricerca artistica di Debora Fede e Alessandro Sciaraffa.
Le due installazioni esposte propongono, in modo differente e autonomo, la rilettura
del concetto di residuo, scarto e traccia intesi come elementi capaci di attivare
una forma di energia che si sviluppa come flusso di oggetti, elementi e pensieri.
Debora Fede (1979, Maratea PZ)
Fragile, 2007-2008
armadi in ferro, intervento grafico a parete, dimensioni ambiente
Ripercorrendo uno dei temi più frequentati dalla storia dell’arte contemporanea,
Fragile è una sorta di magazzino, un accumulo di tracce, un luogo del ciò che
rimane, una sorta di labirinto nel quale ogni elemento si presenta come temporanea
rivelazione di immagini e storie.
Fragile è un’installazione modificabile, un inconsueto dispositivo per il racconto.
Esposta la prima volta nell’ambito della XXII edizione della rassegna Proposte
(Accademia di Belle Arti di Torino, a cura di a.titolo, 2007), l’installazione viene
riproposta negli spazi della galleria torinese con altre proporzioni e un’altra
composizione.
Una decina di armadietti d’ufficio colmi di tracce ordinarie - fotografie, scritti,
piccoli oggetti – e accompagnati in questa occasione da un intervento grafico a
parete, si propongono nello spazio espositivo come una pratica di resistenza, una
forma di esercizio per il recupero del ricordo che si trasforma in un intreccio di
memoria minima.
Nella ricerca dell’artista, la memoria è intesa soprattutto come un laboratorio, un
arcaico sistema per raccogliere il residuale, un posto dove i dati dell’esperienza
vengono continuamente elaborati in una somma non consequenziale di tracce che
compongono uno spazio che contiene “cose” che non si svelano mai del tutto, ma
suggeriscono invece, alludono, sono solo una parte di un qualcosa. Il resto lo
dobbiamo immaginare perché le “cose” di Debora Fede possono raccontare se siamo in
grado di attivare una forma sottile di energia del ricordo che ci aiuta a guardare
ciò che rimane e attivare “la fantasia che, - come scriveva Samuel Taylor Coleridge
- non è altro che un aspetto della memoria svincolato dall’ordine del tempo e dello
spazio”.
Alessandro Sciaraffa (1976, Torino)
Landscape Town, 2008, vetri, phon, elementi di plastica, dimensioni ambiente
Etere, 2006 – 2007, polvere di ferro e magneti su carta, cm. 70x100 ciascuno
Le opere di Alessandro Sciaraffa sono sculture che creano un inconsueto innesto tra
energia, materia, suono e spazio, una sequenza di equilibri e forze nella quale
corpi, materie e suoni sono tesi in un comune sforzo per riuscire a mantenere una
situazione temporanea di reciproco e complesso equilibrio.
Nella serie Landscape Town (2007 – 2008), dando forma a un intreccio di oggetti
ordinari, le installazioni si propongono come una rivisitazione del concetto di
residuo. Attraverso l’assemblaggio di bottiglie, phon e materiale plastico,
Alessandro Sciaraffa compone opere di grandi dimensioni, veri e propri paesaggi
visivi e sonori in grado di attivare una pratica di resistenza capace - attraverso
l’equilibrio di vuoto e pieno - di trasformare suoni ordinari in brevi composizioni
musicali. Molta della scultura proposta dall’autore, infatti, affianca all’aspetto
visivo anche uno stato di tensione sottolineato da sonorità che nascono dalla
relazione e dalla coesistenza di tutti gli elementi assemblati.
La luce, il
dinamismo e l’elemento sonoro sono perciò aspetti centrali della sua ricerca; tre
elementi che utilizza come flusso ininterrotto di energia, uno stato costante di
pulsazioni e diverse intensità che prendono corpo da sonorità quotidiane o, come nel
caso di Etere (2006 – 2007), da movimenti quasi impercettibili. In questa serie di
cinque lavori, l’artista interviene su supporti cartacei con polveri di ferro e
magneti che lentamente si compongono in raffinate composizione astratte.
La scultura di Alessandro Sciaraffa è una serie indistinta di livelli e tensioni
sovrapposte il cui legame è sempre frutto di sequenze arbitrarie e contraddittorie
come a ricordare, come dichiara lo stesso autore, che “l’assoluto non si identifica
in un punto piuttosto diventa un luogo non limitato”.
Immagine: Alessandro Sciaraffa
Inaugurazione: martedì 20 maggio 2008 alle 19
Galleria Alberto Peola
via della Rocca, 29 - Torino
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 mattino su appuntamento
Ingresso libero