Circa una ventina di nuovi lavori astratti dell'artista americano, tra olii di grandi dimensioni e lavori a pastello su carta. Cellule e microrganismi si appropriano della tela e si distribuiscono seguendo un ordine lineare, in cui l'ordinata bilanciatura degli elementi sembra equivocare la loro origine naturale.
Inaugura giovedì 22 maggio alle 18.30, la personale di Terry Winters presso lo Studio d'arte Raffaelli. L’esposizione, che presenta circa una ventina di lavori nuovi dell’artista americano, distribuiti tra olii di grandi dimensioni e lavori a pastello su carta, rimarrà aperta fino al 22 luglio 2008.
Assente dall’Italia da più di vent’anni – l’ultima sua esposizone fu quella presso la Galleria Valsecchi di Milano – per un artista come Winters, che oltre alla pittura non disdegna la scultura, giocare con l’astrazione implica una notevole libertà espressiva. In ambito pittorico, l’astrazione gli dà la possibilità di focalizzare il proprio operare nell’ambito del non conoscibile, tanto da dirottare il suo operato nel biomorfo invisibile, quello cioè che scientificamente viene colto solo con l’ausilio del microscopio. Cellule, microrganismi si appropriano della tela e si distribuiscono seguendo un ordine lineare, in cui l’ordinata bilanciatura degli elementi sembra equivocare la loro origine naturale.
Ecco quindi come razionale e irrazionale, ordine e disordine compaiano puntualmente a gestirsi tutte le realtà cui noi quotidianamente siamo sottoposti, sia quelle tangibili, sia quelle astratte. Due poli su cui Terry Winters insiste da tempo e che amplifica affidandosi alla serialità, a quella ripetizione sempre differente che tanto utilizzo ha avuto ed ha nell’arte contemporanea e che permette all’artista che l’utilizza di essere subito riconoscibile. I suoi organismi, che sembrano sempre sul punto di esplodere da un momento all’altro, manifestano una notevole carica energetica dando un’inesauribile vitalità ai suoi dipinti. Ammassi energetici che a stento sembrano trattenuti dalla superficie bidimensionale del quadro e che paiono fluttuare in un indistinto sfondo che anziché appiattire l’insieme e facendo rimbalzare in primo piano gli elementi sopra citati, sprofonda il nostro sguardo in una intensa illusione ottica.
A mano a mano che il nostro sguardo prende familiarità con questo strano viaggio visivo, ecco quindi da questo sfondo comparire più stratificazioni. Rispetto a quelle vivide in primo piano, altre matasse energetiche fanno capolino all’ombra di quest’ultime, più opache e meno fulgide. Terry Winters utilizza in tal modo, non solo l’elemento spaziale, con cui gestisce liberamente la superficie della tela, ma anche quello temporale, tutto scandito da un prima e da un dopo. Una dinamicità affidata al tempo e allo spazio, un’evoluzione costante e imprevedibile che ha il sapore del nostro presente, all’insegna di quella inarrestabile mutevolezza che contraddistingue la nostra contemporaneità.
La mostra presso lo Studio d’arte Raffaelli è corredata da un catalogo con testo critico di Peter Lamborn Wilson.
Terry Winters è nato a Brooklyn, New York nel 1949; vive e lavora a New York City.
Inaugurazione giovedì 22 maggio ore 18.30
Studio d'arte Raffaelli
via Livio Marchetti, 17 Trento
da martedì a sabato 10-12.30 e 17-19.30