Il quadrato occupa un posto centrale nella sua ricerca da una decina d'anni e compare in una serie di combinazioni che pare infinita. E' un mutamento incessante che Di Maria costruisce raccogliendo l'eredita' di artisti del 900 in chiave contemporanea; sia negli acrilici che nelle sculture.
A cura di Alessandra Gagliano Candela
Un quadrato bianco è in equilibrio su un angolo, sul fondo di un altro quadrato di maggiori dimensioni e di colore scuro. Un quadrato verde si accampa su uno scuro, che attraversa il dipinto lasciando uno spazio bianco, un piccolo quadrato rosso si annida sul fondo scuro che di nuovo ha cambiato posizione. Non si tratta di un gioco matematico di quelli oggi tanto in voga, ma della serie “Quadrato in equilibrio” di Arturo Di Maria. Il quadrato occupa un posto centrale nella sua ricerca artistica da una decina d’anni e compare in una serie di combinazioni che pare infinita.
E’ un mutamento incessante che Di Maria costruisce, raccogliendo l’eredità di artisti come Piet Mondrian, Kazimir Malevič, Max Bill, Richard Paul Lohse in chiave assolutamente contemporanea.
Dal quadrato bianco, in realtà un quadrangolo, di Malevič, il percorso del quadrato nell’arte del Novecento è stato lungo e tutt’altro che lineare. Di Maria ne ha fatto il cardine di una ricerca che conduce ad una nuova chiave di conoscenza. Se ai suoi lavori ben si adatta il concetto di Max Bill delle opere d’arte come oggetti d’uso spirituale, nella graduale semplificazione delle forme delle sue opere esiste un chiaro invito alla contemplazione. I dipinti nei quali il bianco, il giallo, il rosso, il blu, il verde, il grigio ed il nero si mostrano alla percezione ottenuti con strati estremamente sottili di colore acrilico, le sculture essenziali di acciaio satinato conducono in una diversa dimensione, obbligano ad una fruizione senza tempo.
Nei quadrati rossi su fondo bianco, l’occhio si sposta da uno all’altro, attingendo ad una nuova dimensione spaziale. La forma del quadrato si rivela anche composta di più elementi, alcuni solo suggeriti al di sotto del colore bianco. Altrove, si lascia intravedere un’altra presenza cromatica. Le possibilità sono infinite, la forma si combina in maniera mutevole. Nei collages bianco, verde, rosso e nero danno vita ad associazioni sempre nuove.
In questo mondo dove regna l’ordine ed ogni elemento ha una sua precisa ragion d’essere, dove domina l’oggettività, dove l’arte costruisce forme concrete, l’emozione non scompare, ma si rivela nella scoperta continua di un ritmo composto di forma e colore. Un ritmo che diviene armonia, come la pitagorica musica delle sfere.
Inaugurazione sabato 24 maggio ore 18
Galleria Anna Osemont
Via Colombo 13-15, Albissola Marina (Savona)
da martedì a domenica dalle 16.30 alle 19.30, oppure su appuntamento