Opere 2000-2007. L'esposizione presenta una trentina di opere pittoriche che hanno come tema il paesaggio. L'autore prende spunto da quello lucano, intravisto o schizzato sul campo, che successivamente modifica reinventandolo sulla tela.
Nell’universo dell’arte c’è ancora chi crede nella magia dei colori. Le suggestioni pittoriche di Belmonte raggrumano, nel groviglio metrico, una massa che trafigge gli azzurri del cielo. Prevalgono i paesaggi della sua terra, la Lucania: con una sequenza di pennellate, realizza un tracciato essenziale di piani attraverso l’uso del colore. Da una concitata stesura cromatica estrae luci, quasi un vortice materico che afferma e delinea la struttura dei paesaggi. Nel dipinto infonde lo spessore profondo dell’atmosfera emanata dalla contemplazione del reale e che riempie lo spazio bianco della tela.
Nel dipingere la natura del territorio, in cui manca la figura umana, lasciando prevalere la geometria delle forme (rettangolo o triangolo), si nota una segreta necessità visiva che penetra con la forma negli spazi e ne ricompone la spazialità della legge pittorica. Sono composizioni in cui è impressa la purezza di un lembo di cielo o una lingua d’acqua che ricompone l’armonia della geometria di una casa.
Queste suggestioni provengono da una lettura dei dipinti di Belmonte: guardando la prospettiva di una strada che si perde nell’orizzonte viene spontaneo pensare alla campitura di rossi che formano, impastati, un prato di papaveri, soffermandosi ad annunciare, con una larga pennellata, l’architettura di una casupola di campagna nella essenzialità prospettica. Con ampie campiture, senza disperdersi in falsi riflessi, egli estrae dal colore una luce asciutta e pura, un addensamento di toni che si dipanano, serrati, tra le parti non finite e che aiutano a dimostrare come l’opera nasca, meditata, su un’ossatura precisa.
Una fusione di verde dà respiro ad una scaglia di rosso. Questo non è mestire: è sapere riconoscere la giusta armonia che il colore può dare, come quando si coglie nella composizione una visione di bianco-calce che evidenzia un lato della forma.
Nell’armonizzare i colori, Belmonte costruisce e fa vibrare l’anima, realtà che molto spesso si evita perchè guidati da una aridità superficiale. L’equilibrio tra spazio e pittura giova ad una forza interiore che, per l’artista, è la sensibilità che suggerisce l’opera.
S’inerpica, così, la favola delle cromie verso l’infinito: l’attenzione che si intuisce è nel riflesso gessato che ingrigia e sfuma il paesaggio; sono le diverse sfaccettature che danno alle composizioni il segno delle stagioni, l’alternarsi dei valori, che rendono vivace una sagoma di cipresso, che chiude un angolo di campo, stemperando i bruni autunnali.
Una segreta necessità rende l’evolversi pittorico di un realismo mistico - espressionistico di grande suggestione, componendo motivi che fanno pensare alla sua terra, facendo esplodere ritmi poetici. Franco Palumbo
Inaugurazione sabato 24 maggio alle 18
Circolo La Scaletta
via Sette Dolori 10, Matera
ingresso libero