Artsinergy
Roma
Via Capo d'Africa, 46
06 45496564, 393 9317110 FAX 06 45496564
WEB
Giorgio Lupattelli
dal 5/6/2008 al 30/7/2008
martedi' - venerdi' 16-20 o su appuntamento
06 45496564

Segnalato da

Massimo Rosa




 
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5/6/2008

Giorgio Lupattelli

Artsinergy, Roma

Refresh. Una mostra su tre piattaforme dialoganti diventa l'analisi ramificata per mescolare la memoria alla valutazione di un presente tecnocompatibile. Lupattelli, usando immagini di forte impatto, racconta l'impatto tecnologico sull'ambiente e sul corpo umano.


comunicato stampa

A cura di Gianluca Marziani

Refresh: dati tecnici per una via d’accesso ai significati
Le immagini digitali vengono oggi trasmesse su monitor LCD o monitor al plasma, laptop, televisioni ultrapiatte, telefoni cellulari, smartphone, consolle per videogiochi, lettori portatili, videocamere… Avrete notato come spesso l'immagine subisca una scomposizione in fasce orizzontali con un conseguente slittamento su piani diversi. Un effetto che si verifica per varie cause, ad esempio per interferenze o quando le immagini sullo schermo scorrono troppo velocemente. In pratica sappiamo che l'immagine, per disegnarsi sullo schermo, impiega un dato tempo. Quando le immagini cambiano in modo troppo rapido, e quindi le informazioni arrivano ad eccessiva velocità, lo schermo non fa in tempo ad identificarle e a ridisegnarle. Il fenomeno si chiama Tearing Effect e dipende da un parametro denominato Refresh-Rate (più semplicemente Refresh), anche detto frequenza di aggiornamento. Tale frequenza, espressa in Hertz, indica il numero di volte che uno schermo viene ridisegnato in un secondo. Alcuni monitor per correggere il fenomeno hanno un’opzione nella scheda grafica dal nome Vertical Retrace Synchronization (detta anche V-Sync).

Refresh: il titolo e il cuore concettuale di un progetto espositivo
Il sincronismo tra il Refresh e la visione di Giorgio Lupattelli dimostra la connessione tra l’ideazione teorica e la formulazione estetica di questo nuovo progetto (e degli altri finora realizzati). Da sempre l’artista umbro agisce come un metabolizzatore digitale dell’immaginario mediatico. Con ossessione coerente osserva il flusso di still che occupa i canali della comunicazione, pronto a registrare e riassemblare quei frammenti ad alto impatto semantico. Lupattelli seleziona flash di svariata provenienza, alcuni a catalizzazione immediata, altri meno evidenti ma con caratteri che ne rivelano il senso dentro le relazioni figurative delle opere. Refresh vuole interpretare e ricodificare il nucleo dell’immaginario bulimico, creando opere che connettono e riassemblano il passato al presente dell’artista. Un flusso di frammentazione/ricomposizione dove l’autore indaga se stesso in uno specchio/galleria tra memoria (le opere passate) e continuità (il progetto in corso).

Alcuni caratteri determinanti nell’immaginario di Lupattelli
L’essere umano al centro della visione
Relazioni aperte tra corpi e impatto tecnologico
Molteplicità dei linguaggi utilizzati
Sintesi espressiva dalle matrici pop
Polivalenza semantica di ogni forma superficiale
Eliminazione di barriere tra livelli (alto/basso) e riferimenti culturali
Incrocio dialettico tra arte e scienza
Analisi del funzionamento dei corpi (organici, meccanici, digitali)
Forma ludica come sintesi della complessità umana
Malattia e collasso come reazioni significative dell’impatto tecnologico
Presenza della morte come diapason necessario

Il progetto per Artsinergy con uno sviluppo su tre piattaforme
Refresh-Rate (prima sala), Colony Collapse Disorder (seconda sala, collegata al video nel corridoio), Brainwave Synchronization (parte finale della galleria).

01.Refresh-Rate
Apre la mostra il Toy Building Velociraptor in scala ridotta, archetipo della velocità ma anche del meccanismo/struttura come processo compositivo. Il dinosauro si compone di elementi ad incastro vertebrale, una sorta di Lego modulare che si conferma uno dei principi basilari nella produzione “ad incastro” di Lupattelli.
Ad affiancarlo Sustanon, una scritta in braille che appare cone un altorilievo in plastica.
Quindi è la volta di tre trittici: Tearing Effect intreccia le immagini dinamiche di un motore a scoppio, un fascio muscolare umano e Superman; i due Vertical Retrace Synchronization connettono le immagini di un motore a scoppio e di un fascio muscolare umano.

02.Colony Collapse Disorder
Al centro del video intitolato Colony Collapse Disorder, lungo il tema della velocità nelle sue identità attuali, ecco una riflessione che parte da una recente notizia scientifica. Secondo alcuni ricercatori le onde emesse dai telefoni cellulari sarebbero responsabili di un'interferenza sul senso d’orientamento delle api. Un processo denominato CCD (Colony Collapse Disorder). Nel video vediamo immagini di api e fiori mescolate ad inserti sulla città, vita mediatica, erotismo.
In sincronia col video i lavori pittorici: Colony Collapse Disorder (Bee Cycle) rappresenta il ciclo dell'ape ma è anche una metafora sulla riproduzione e sulla struttura della materia. Colony Collapse Disorder (Bumblebee Transformer) è un dittico in cui anche l'ape subisce manipolazioni da parte dell'uomo. Sul primo esagono c'è un'ape con la maschera antigas e il simbolo del pericolo di esalazioni nocive. Il secondo esagono rappresenta "Bomblebee" (calabrone) che è uno dei "Transformer" (quindi ibrido animale-robot-macchina) da cui è stato tratto l'omonimo film. Colony Collapse Disorder (XY) è un dittico metaforico con il maschio da una parte e la donna dall’altra.
Nella stessa parete completa l'installazione una scritta azzurra in braille del farmaco Viagra, contrapposta al Sustanon della sala precedente, quasi a curarne idealmente gli effetti collaterali.
Colony Collapse Disorder (Adrenaline) rappresenta la struttura di una molecola di Adrenalina, sostanza che il corpo umano secerne quando è eccitato o sotto sforzo. Il lavoro è installato sopra un disegno riguardante la formula esagonale del testosterone, che è l'ormone prodotto dal corpo nelle stesse condizioni, ma che in forma sintetica diviene la base di medicinali come il Sustanon.

03.Brainwave Synchronization
Un video dal titolo Brainwave Synchronization, presentato in mostra con necessaria scheda esplicativa, chiude il cerchio installativo del progetto (al video è collegato un altro video dal titolo Intervallo). A completarlo due ulteriori lavori: Saint Sebastian, richiamo del San Sebastiano nero di Robert Mapplethorpe tra visione radiografica e testo eucaristico; Brainwave Synchronization, pittura digitale che rappresenta il sistema di vene e arterie del cervello umano.

Sintesi del progetto
Una mostra su tre piattaforme dialoganti diventa l’analisi ramificata per mescolare la memoria alla valutazione di un presente tecnocompatibile. Lupattelli, usando immagini di forte impatto catartico, risponde all’esigenza più impellente nell’informazione, ovvero, ridire e sottolineare per affermare valori altrimenti labili. Eccolo allora riprendere alcuni spunti per poi rielaborarli in ulteriori combinazioni, ideando forme ad incastro che diventano una visione sovrapposta al riferimento iniziale. Un autoremix dove il ripensarsi significa elaborare la logica sinestetica della visione contemporanea.

I caratteri determinanti dell’artista sono presenti in maniera completa, intrecciandosi tra loro con abilità mimetica e forza comunicativa. Lupattelli racconta l’impatto tecnologico sull’ambiente e sul corpo umano. Parla di medicinali nella loro incidenza su comportamenti e caratteri. Sottolinea le modifiche che il paesaggio sta gradualmente subendo. Tutto viene filtrato in una matrice sintetica dal cuore pop, secondo perimetri e colori dall’impatto elettronico che richiamano la natura grafica del nostro tempo. Le immagini sono dirette come primo impatto ma si diramano nei sottotesti e nei contenuti che l’autore imprime ai progetti. Guardatele con attenzione ma con un’avvertenza: riguardatele più volte affinché si rivelino nella loro complessità ambiziosa.

Inaugurazione: giovedì 5 giugno 2008 ore 18,30

Artsinergy
Via Capo d’Africa 46, 00184 Roma
Orari: da martedi' a venerdi', 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [4]
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