Indifferent. Nei video una camera fissa e' inserita in un ambiente e i personaggi vengono lasciati liberi di agire. Gli scatti fotografici illustrano la realta' di chi e' costretto ad abbandonare il proprio paese d'origine in cerca di un nuovo eldorado e si trova di fronte ad un mondo di solitudine.
Nel momento in cui veniamo a conoscenza di altre culture, non solo miglioriamo l'intendimento verso gli altri, ma comprendiamo meglio noi stessi. L'ultima cosa che un abitante dell'oceano più profondo scoprirebbe è l'esistenza dell'acqua. Si renderebbe conto di essa solo se accidentalmente, si ritrovasse in superficie e conoscesse l'aria. L'abilità di comprendere in modo globale la propria cultura richiede un grado di oggettività che raramente (se non mai) si riesce a raggiungere. Esponendoci verso altre culture, siamo come l'abitante del mare che conosce l'aria, ci rendiamo conto delle acque culturali in cui noi stessi viviamo.
Gli scatti della serie DIGNITY illustrano la realtà di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese d'origine in cerca di un nuovo eldorado e si trova di fronte ad un mondo fatto di solitudine, pregiudizio e alienazione, i cui unici punti fermi sono, il ricordo di ciò che si è lasciato, la propria fede religiosa, e il rapporto con i figli e altri familiari (qualora presenti) e gli altri membri della comunità africana.
Nei video della serie INDIFFERENT, invece, una videocamera fissa è inserita in un ambiente e i personaggi (volutamente non attori) vengono lasciati liberi di agire. Lo schermo del video prende il posto della tela e i personaggi sono il ritratto, i loro movimenti corrispondono al colore che cola e prende forma. L’opera d’arte stessa è data dalle loro reazioni, dalla scelta istintiva di interagire o meno, dai piccoli movimenti involontari indice di disagio. Disagio, in effetti, voluto e provocato dalla situazione di confronto forzato creata dall’artista, secondo cui, confrontarsi vuol dire, innanzitutto, mettere se stessi in discussione e quindi accettare la seconda entità, l’altra persona di fronte a noi, accettarla nelle sue diversità e similitudini con noi stessi.
Nadia Perrotta è illustratrice, pittrice, fotografa e video artista. Vive e lavora tra Londra e Verona.
Nasce come artista nel laboratorio di sua madre, pittrice partenopea degli anni ‘70. Frequenta, a Napoli, l’Istituto Europeo di Design che in seguito abbandona per dedicarsi ad una personale ricerca espressiva, ricerca che, negli anni più recenti, converge verso la video performance.
Dal 2007 collabora come project coordinator alla realizzazione di festivals di videoarte internazionale per il gruppo ArtExpo diretto da Luca Curci (www.lucacurci.com/artexpo).
Ha partecipato a numerose esposizioni in Italia e all’estero.
Vernissage sabato 7 giugno ore 19.00
Heart Gallery
via S. Giovanni in Valle, 19 - Verona
Apertura al pubblico (su appuntamento): dal mercoledì alla domenica dalle 16.00 alle 20.00
Ingresso libero