Nicola Salvatore
Katherine Allen-Bortolotti
Ivan Bradinsky
Rosa Cavallo
Margherita Di Battista
Ottavia Fiameni
Alessia Fossati
Eneida Gjeci
Marta Lipari
Carlotta Leoni
Laura Locatelli
Martina Lupi
Laura Mancini
Dafne Mularo
Federica Mure'
Massimiliano Patriarca
Claudia Piatti
Noemi Quagliati
Sebastiano Roncaglia
Giulia Savorani
Valentina Sonzogni
Kim Sun-Woo
Un viaggio inedito dove artisti e giovani allievi si mettono in gioco per realizzare a fine percorso un'esposizione collettiva dalla struttura informale. Il fulcro della ricerca e' allontanarsi dalle strutture e circuiti di produzione, circolazione, vendita del sistema dell'arte contemporanea.
In collaborazione con le cattedre di pittura dell’accademia di Belle Arti Di Brera:
Professori Salvatore Nicola, Aldo Spoldi e Posca.
Espongono: Allen-Bortolotti Katherine, Bradinsky Ivan, Cavallo Rosa, Di Battista Margherita, Fiameni Ottavia, Fossati Alessia, Gjeci Eneida, Lipari Marta, Leoni Carlotta, Locatelli Laura, Lupi Martina, Mancini Laura, Mularo Dafne, Murè Federica, Patriarca Massimiliano, Piatti Claudia, Quagliati Noemi, Roncaglia Sebastiano, Savorani Giulia, Sonzogni Valentina e Sun-Woo Kim.
“Si può viaggiare stando semplicemente seduti.
C’è un tale casino in questa stanza, che neanche riuscireste a immaginarlo”.
Aldo Spoldi
Nicola Salvatore, artista e docente all’Accademia Di Belle Arti di Brera, ideatore e creatore del progetto didattico “Trattoria da Salvatore” quest’anno si rinnova proponendo ai suoi allievi una sfida ai confini della provocazione: un viaggio inedito dove artisti e giovani allievi si mettono in gioco per realizzare a fine percorso un’esposizione collettiva dalla struttura informale. Il fulcro del lavoro è quello di allontanarsi dalle strutture e circuiti di produzione, circolazione, vendita del sistema dell’arte contemporanea.
Le cassette porta-attrezzi esposte rappresentano il prodotto finale e concreto dell’intero percorso, diventando metafora e testimonianza diretta del lavoro creativo dell’artista: egli osserva la realtà, ne prende spunto, riceve stimoli, a volte ciò che percepisce lo lascia inorridito, estasiato o semplicemente ne rimane indifferente. Ma ciò che ha percepito attraverso i sensi, inconsapevolmente o volutamente agisce poi sulla sua produzione artistica.
Infatti, un valore importante incentivato da Salvatore attraverso questo progetto è il ritrovo di un gruppo di persone che condividono lo stesso progetto: l’aspetto fondamentale del lavoro è l’aggregazione e la creazione di una rete di collaborazoni.
Proprio il titolo evoca il tema centrale della mostra: “Ricer(CO)” vuole sottolineare l’importanza che risiede nell’azione dell’osservare e nell’analisi di un territorio di cui le cassette rivelano i vari aspetti, dalle caratteristiche stesse del terreno fino a quelli più intimi e celati, legati alla emotività e all’esperienza personale di ciascun partecipante.
Il gruppo coinvolto dovrà quindi esplorare un territorio, lasciarsi completamente assorbire da ciò che l’ambiente gli offre per poi riportare il tutto all’interno della propria cassetta. Le cassette diventano preziosi contenitori di un territorio esplorato nel tempo. Il territorio scelto è una zona di Como.
I partecipanti durante l’esplorazione del territorio si vestiranno di tutto punto: tute, guanti, mascherine bianche e cassette porta-attrezzi alla mano… nulla da invidiare ad un perfetto scienziato nell’atto di un minuzioso e attento studio di analisi.
È di fondamentale importanza non determinare a priori il progetto: sia l’esplorazione del territorio sia la rielaborazione delle cassette porta-attrezzi e la loro esposizione avverranno nell’arco dell’intera giornata.
La mattina di martedì 10 giugno verrà quindi rivelata ai partecipanti la zona di Como da esplorare: il lavoro si presenta così spontaneo, totalmente libero dai vincoli di una determinata programmazione.
Credo che la vera essenza dell’intera esposizione sta nella rivalutazione della posizione dell’artista di fronte alla società dei media. L’artista non può più lavorare e presentarsi come singolo, non può più essere colui che osserva la realtà, la esplora, per poi ritirarsi nel proprio studio a realizzare l’opera e in un secondo momento presentarla al pubblico. Con l’avvento delle nuove tecnologie e di fronte a una società interamente globalizzata occorre creare una rete di persone pronte a lavorare insieme, ritrovarsi, discutere, progettare, organizzare non più da soli o col critico/gallerista/amico, ma soprattutto con altri artisti. - Locatelli Laura
Inaugurazione 10 giugno 2008
Spazio di Via Museo Giovio 18
via Museo Giovo, 18 Como
ingresso libreo