Mi gioco fino in fondo. Performances e installazioni. La mostra ruota intorno alla presenza e alla sparizione del corpo in relazione al linguaggio e allo spazio della comunicazione e dell'identita'. Attraverso lavori recenti e no, essa prova a fare il punto - provvisorio - della situazione di una ricerca in continuo movimento, iniziata alla fine degli anni Ottanta. Piu' che di una retrospettiva, si tratta di una messa in scena di alcune dimensioni emotive, pensieri e pratiche care all'artista.
La mostra, che prende spunto dalla recente acquisizione nelle collezioni del Museo di un’opera dell’artista “Tu che mi hai disegnato” (2004), ruota intorno alla presenza e alla sparizione del corpo in relazione al linguaggio e allo spazio della comunicazione e dell'identità. Attraverso lavori recenti e no, prova a fare il punto - provvisorio - della situazione di una ricerca in continuo movimento, iniziata alla fine degli anni Ottanta. Non vuole essere una mostra retrospettiva, un' antologica con un taglio didascalico-cronologico, ma piuttosto una messa in scena di alcune dimensioni emotive, pensieri e pratiche care all'artista: il corpo e la soggettività dell'artista e degli eventuali altri attori partecipanti, il coinvolgimento ambientale delle installazioni, la dimensione - la traccia, il senso, il fantasma - della voce e della scrittura.
Alcune delle installazioni previste gravitano intorno alla riattivazione di una serie di azioni con i loro relativi dispositivi ambientali, formando un percorso espositivo scandito da veri e propri ambienti performativi. Le performance sono al contempo installazioni. Il progetto complessivo della mostra è pensato in stretto rapporto con gli spazi del museo, a partire dal vano scale per raggiungere il piano nobile e il piano del sottotetto: in ogni stanza un'installazione.
In occasione dell'inaugurazione, Cesare Viel eseguirà una nuova azione pensata appositamente per la mostra, mentre alcuni studenti dell' Accademia Ligustica di Belle Arti realizzeranno contemporaneamente, come suoi alter ego, alcune delle azioni previste.
Il catalogo, con immagini dei lavori, interventi critici di Emanuela De Cecco, Chiara Oliveri Bertola, Sandra Solimano, sarà realizzato con un format da quotidiano.
Cesare Viel
Nato a Chivasso (Torino) nel 1964. Vive e lavora a Genova, dove insegna all’Accademia Ligustica
di Belle Arti.
Immagine: Lost in meditation, 1999, installazione, intervento audio, foto. Collezione privata, courtesy Pinksummer, Genova
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Conferenza stampa mercoledì 18 Giugno ore 11.30
Museo d’arte contemporanea di Villa Croce
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