Tamara Ferioli
Koroo
Barbara Mezzaro
Andrej Mussa
Elettra Ranno
Marina R. Vargas
Alessandro Trabucco
Una mostra che testimonia la necessita' di molti singoli artisti di orientarsi verso una riscoperta della vita privata come difesa della propria intimita', ultimo rifugio dalle insidie della vita sociale quotidiana. Opere di Tamara Ferioli, Koroo, Barbara Mezzaro, Andrej Mussa, Elettra Ranno, Marina R. Vargas.
a cura di Alessandro Trabucco
La ricerca di molti singoli artisti si sta orientando verso una riscoperta della vita privata, necessaria difesa della propria intimità, l’ultimo vero rifugio dalle insidie della vita sociale quotidiana. È innanzitutto un dialogo serrato con se stessi, un viscerale bisogno di sentire vive quelle emozioni che affiorano dal profondo dell’animo, permettendo loro di esprimersi con voce sommessa ma chiara, ascoltandone silenziosamente – accostando l’orecchio al proprio cuore – i suoni, i ritmi, le pulsioni, le paure, le gioie, le sofferenze, le assenze, la memoria, in una parola: la vita.
Offuscato dalla monotonia della banalità, dall’appiattimento emotivo causato da un’inesorabile perdita di coscienza e dall’omologazione delle identità, l’artista rivolge lo sguardo dentro di sé, alla ricerca di una ricchezza sempre più rara, sempre più preziosa, ma sempre più violata, ferita, umiliata: la propria umanità, quale quintessenza del mistero dell’esistenza.
Il professor Umberto Galimberti, noto al grande pubblico per i suoi studi socio – psicologici sulla realtà sociale contemporanea, nel suo ultimo libro “L’ospite inquietante, il nichilismo e i giovani”, dedica un intero capitolo alla questione della pubblicizzazione dell’intimità introducendo le proprie argomentazioni con un paragrafo intitolato “La neutralizzazione della differenza tra interiorità ed esteriorità”.
Lo studioso afferma che il successo dei programmi televisivi “reality show”, durante i quali «si esibiscono senza pudore i sentimenti più profondi e i segreti più nascosti della propria intimità», segna l’abbattimento «delle pareti che consentono di distinguere l’interiorità dall’esteriorità, la parte “discreta”, “singolare”, “privata”, “intima” di ciascuno di noi dalla sua esposizione e pubblicizzazione». Sta all’arte ritrovare quello che Iosif Brodskij definisce «...la dimensione privata della condizione umana» che può permettere all’uomo di riappropriarsi del «senso della sua unicità, dell’individualità, della separatezza, trasformandolo da animale sociale in un “Io” autonomo». (dal testo in catalogo di Alessandro Trabucco)
Inaugurazione giovedì 19 giugno 2008 dalle ore 18.00 alle ore 21.30
il TORCHIO - COSTANTINI Arte Contemporanea
Via Crema, 8 - Milano
orario 10.00-12.30; 15.30-19.30 – chiuso lunedì mattina e festivi
ingresso libero