De 3 en 3. Il doloroso tema della conquista, all'origine di tanti moderni conflitti, e' al centro della ricerca compiuta dal giovane artista messicano. Sono esposte alcune sculture monumentali in vetroresina ed altre realizzate in marmo e bronzo.
Il doloroso tema della conquista, all'origine di tanti moderni conflitti, è al
centro della ricerca compiuta dal giovane artista messicano Javier Marín nella
mostra dell'estate 2008 di Pietrasanta. Già noto in Italia per la sua significativa
partecipazione nel 2003 alla Biennale di Venezia, Marín interpreta due spazi
emblematici della città toscana, il complesso di Sant'Agostino e la piazza del
Duomo, con un percorso che coniuga efficacemente forme e fonti europee e caratteri
propri della sua terra d'origine. L'artista ha fatto tesoro della lezione dei grandi
maestri italiani e francesi del Cinquecento - in particolare Pontormo, Rosso
Fiorentino e Michelangelo - legandola ad immagini e soggetti propri della cultura
messicana. Ecco dunque prendere forma corpi solidi e scattanti, ritratti dallo
sguardo sensuale, colori caldi che ben si mescolano a sensibilità barocche.
La mostra "De 3 en 3" è un'iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune di
Pietrasanta in collaborazione con la Galleria Barbara Paci e con l'importante
contributo critico di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani di Roma.
Marín, recentemente entrato a far parte della nutrita comunità di artisti di
Pietrasanta, presenta un progetto di forte coinvolgimento emozionale. La sua è una
profonda ricerca retrospettiva per una conoscenza del presente attraverso la storia.
Per le sue sculture l'artista privilegia la resina, in quanto materiale estremamente
contemporaneo, che mescola con semi di amaranto, carne secca, petali di fiori,
foglie di tabacco, creando colorazioni e sfumature originali, dove la trasparenza
della resina si fonde ai colori della natura e della cultura del Messico. Marmi e
bronzi completano il percorso creativo. Responsabile del progetto espositivo è
l'architetto Giulio Lazzotti.
In piazza del Duomo saranno installate sculture monumentali in resina, di oltre
cinque metri di altezza. Nove di queste saranno un vero e proprio corteo di cavalli
e cavalieri sorretti da alti piedistalli, tutti rivolti verso la Chiesa di
Sant'Agostino, cuore pulsante della mostra. Per l'artista è fondamentale trasmettere
il doppio messaggio di potere e perdono: potrebbero essere i conquistadores che
attendono, frementi, di partire per la battaglia oppure i coraggiosi difensori di
una città inerme.
L'impianto espositivo si completa con tre sculture di cinque metri ciascuna
raffiguranti volti umani. Sono simboli delle pesanti ideologie che hanno sovrastato
e che, ancora oggi, catturano popoli e civiltà. Ecco perché l'artista li pone
rotolanti e monumentali sul terreno: rappresentano il naturale ed inevitabile crollo
delle ideologie. Questi volti, divisi dal robusto corpo che li sorreggeva,
acquistano finalmente una natura mortale e non più ostile.
L'interno della Chiesa di Sant'Agostino è dominato da due grandi "ruote" (di cinque
metri di diametro ciascuna) composte di decine e decine di frammenti di corpi umani
in resina color carne. Le imponenti ruote sono il simbolo universale di tutte le
inutili guerre combattute dall'uomo: vortici di corpi distrutti, smembrati e senza
possibilità di fuga. A questo si unisce la simbologia del cerchio di corpi tanto
cara alla cultura azteca, considerata da Marín il suo reale e genuino background
culturale. Le due sculture, dal titolo Chalchihuite, recano un potente messaggio di
appartenenza alla cultura e all'arte pre-ispanica.
Semplicemente primordiale è, invece, il corpo umano, protagonista del resto
dell'esposizione con quindici sculture di medie e piccole dimensioni in marmo,
bronzo e resina. Una fisicità composta, talvolta, di pezzi e di frantumi legati
insieme, un ammasso assemblato appositamente a posteriori con risultati
volontariamente imperfetti, che restituiscono a questo "uomo plurimo" una sorta di
unicità ricomposta. L'uomo è ancora quello rinascimentale, padrone della prospettiva
che tutto ordina, anche se, evolvendo, sa usare il passato per potersi definire
"contemporaneo". L'uomo di Marín è segnato dal tempo, dalla negatività e dalla
positività della vita; riflette, non senza una vena di autentica autocritica.
"Questa mostra - spiega l'assessore alla cultura Daniele Spina - mette ancora una
volta in evidenza il forte aspetto di interculturalità proprio della città di
Pietrasanta. Da decenni la città si pone come punto d'incontro tra artisti
provenienti da tutto il mondo ed artigiani specializzati. Linguaggi artistici, stili
di diversa origine e natura si intrecciano, si fondono e si confrontano, pur
conservando la dignità culturale propria del paese di provenienza, attraverso comuni
esperienze svolte nei laboratori del marmo e del mosaico, nelle fonderie artistiche,
nelle decine di atelier degli artisti italiani e stranieri disseminati nel tessuto
cittadino".
Cenni biografici
Javier Marin è nato a Uruapan, Michoacán (Mexico) nel 1962. Ha studiato dal 1980 al
1983 presso la Scuola Nazionale di Art Visive (Accademia di San Carlo)
dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, di Città del Messico dove vive e
lavora.
Formatosi all'inizio come pittore ed incisore, ha poi condotto la sua indagine
artistica verso la scultura in terracotta, resina e bronzo. All'inizio del 1983 ha
cominciato a partecipare ad esposizioni collettive mentre è di tre anni più tarda la
sua prima personale. Da quel momento, con più di cinquanta mostre personali ed un
vasto elenco di mostre collettive, il suo lavoro è stato presentato in istituzioni
culturali e spazi pubblici di grande importanza in America Latina, Stati Uniti ed
Europa.
Tra gli eventi europei spiccano: personale nel 2000 presso Espace Pierre Cardin,
Parigi; la presenza alla 50th Biennale d'Arte di Venezia del 2003 (Padiglione
Messico); la grande installazione pubblica realizzata in Plaza de Cibeles a Madrid
nel 2007, e, sempre nello stesso anno, la prima mostra personale dell'artista presso
Barbara Paci Galleria d'Arte, a Pietrasanta (Lu).
I suoi lavori sono stati esposti, tra gli altri, nei seguenti spazi: 1996 - Museo
del Palacio de Bellas Artes, Mexico City; 1997 - Nohra Haime Gallery, New York; 1999
- The Museum of Art, Fort Lauderdale, Florida; 2000 - Espace Pierre Cardin, Paris;
2003 - 50th Biennale di Venezia, Venezia; 2005 - Galeria Ignacio de Lassaletta y
Asc, Barcellona; 2005-2006 Travelling exhibition to Guatemala, Costa Rica, Colombia,
Paraguay; 2007 Barbara Paci Gallery, Pietrasanta, Italy; 2007 - Plaza de Cibeles,
Madrid.
Inaugurazione: sabato 21 giugno 2008, ore 19
Chiesa di Sant'Agostino e Piazza Duomo
Pietrasanta (LU)
Orario: ore 18.30-20 e 21-24 lun. chiuso
ingresso libero