Un punto e basta. Il lavoro che Guglielmi installa sulla parete del padiglione 7, sede del M.A.P.P., all'interno della struttura del Paolo Pini, pone una riflessione sulla rotazione del nostro pianeta e quindi sul trascorrere del tempo. Con un testo di Marco Meneguzzo.
“UN PUNTO E BASTA.
Letteralmente così. La verità di questo lavoro. Un giorno, il solstizio d’estate e all’interno di esso un punto. Esattamente quando l’ombra e l’acciaio si allineano. In quell’ istante in cui la scultura – che già nell’ombra aveva perso la terza dimensione - perde anche la bidimensionalità della sua immagine proiettata sul muro e si fa retta.
E in tutti i punti del fluire meno uno - quello che dà il titolo al lavoro - tutto procede in un percorso parallelo al movimento terrestre.
Una strana meridiana che legge una sola ora e una sola volta all’anno e precisamente quando avviene una eclissi bizzarra. Gli altri momenti passano in silenzio e senza nome. Non c’è un riferimento.
La sommatoria di un anno è riassunta lì, in quel minuscolo frangente che concentra
ciò che a noi è impossibile fare.
Comprimere, inscatolare, celare, incasellare, pressare, nascondere, pigiare, imboscare, mimetizzare, sottrarre, schiacciare, costringere il nostro nemico.
La retta allineata è la fine o il principio?”
Nazzareno Guglielmi
Il lavoro che Guglielmi installa sulla parete del padiglione 7, sede del M.A.P.P., all’interno della struttura del Paolo Pini, pone una riflessione sulla rotazione del nostro pianeta e quindi sul trascorrere del tempo. Anche se il lavoro è fruibile tutti i giorni, il suo significato reale ed effettivo si potrà vedere una sola volta in un anno. A mezzogiorno del giorno del solstizio d’estate, quando il sole è allo zenit. E’ in questo giorno che l’opera - di per se è uno gnomone - posta con un’inclinazione calcolata perde la sua spazialità e diventa una linea retta, come se il contorno della busta si dipanasse.
La sua ombra quindi, dopo questo istante, ricomincia il percorso per tornare “verso il giorno” che definisce l’opera.
Per raggiungere questo risultato l’artista riprende visivamente un’icona a lui cara, un oggetto e un concetto intorno al quale Guglielmi ha lavorato in anni precedenti e che ha costituito lo spunto per molti progetti. Il contorno di una busta: “ L’opera si propone come un contenitore che esibisce con la massima trasparenza il suo contenuto che è il nulla, più precisamente lo spazio da lei occupato e la sua stessa specifica architettura formale di ferro….” (da Epistolario di Francesco Poli ) .
E per sottolineare un tempo che non ha connessioni temporali e spaziali nella Sala dei Veli, verrà proiettato il video “Ex pag.31” dove invece è il mezzo “linguistico” a dare la sensazione dello sfasamento. Il testo di Nazzareno Guglielmi, interpretato da Mario Cei e Alessandro Quasimodo, con una recitazione altalenante e squilibrata, rende l’andirivieni di un pensiero instabile.
Nazzareno Guglielmi vive tra Milano e Cantia.
Le ultime mostre personali sono state presso: Teatro Instabile, Napoli (2008), Grafio, Prato (2007); Easybox, Milano (2006); Galleria Pinta, Genova (2005); Studio Cristina Del Ponte, Locarno (2004); Erotic line, Veravitagioia, Napoli (2003).
BIO-HAPPY-HOUR
ORE 18,30
Nel corso della serata all’interno del Fiteiro Cultural di Fabiana de Barros, un chiosco che riprende le forme di un chiringuito spagnolo, verrà servito il bio-happy-hour. Pane biologico accompagnato da varietà di miele e da olii aromatizzati con spezie e erbe provenienti dal Giardino degli Aromi, progetto-serra all’interno del Paolo Pini. Per raggiungere il M.A.P.P. trenino da Cadorna, fermata Affori.
M.A.P.P. - Museo d'Arte Contemporanea Paolo Pini
via Ippocrate, 45 - Milano
Ingresso libero