Signes...couleurs. A veder bene in entrambi gli artisti il segno non e' solo evocativo di inconsci personali, ma piuttosto si rapporta alla ricerca interiore di propri archetipi individuali, ricerca che ciascun uomo fa della propria individualita' e quindi ricerca universale che tutta l'umanita' condivide.
a cura di Cynthia Penna
Fin dai primordi l’uomo ha delegato al segno l’ espressione non solo della realta’ che lo circonda in quanto esperienza del reale, ma anche la manifestazione delle sue emozioni , della sua interiorita’, dei suoi sogni, della sua memoria.
In questo contesto si inserisce l’esperienza pittorica dei due artisti italiani Jorunn Monrad e Bruno Gorgone.
Bruno Gorgone, architetto e designer, dalla originaria formazione rigorosamente scientifica degli studi di architettura, si evolve poi verso una espressione artistica di impronta intimistica che si risolve in una vera e propria progettazione emozionale dell’opera.
Jorunn Monrad, di origine norvegese, vive in Italia da circa 20 anni e qui ha svolto il suo percorso formativo presso l’Accademia di Brera a Milano, orientandosi verso un’astrazione segnica e simbolica che si esplicita in una sorta di tramatura della tela attraverso vari livelli di colore.
Afferma la Monrad: “I miei lavori sono radicati in un immaginario della mia infanzia : i serpenti delle incisioni lignee dell’arte vichinga e medievale norvegese, le forme che si creavano nella natura, tipo rami, nuvole, forme dei rami. Le fiabe, la natura misteriosa avrà anche fatto la sua parte.
Da tutto ciò ho ricavato uno specie di modulo, che è una sorta di forma biomorfa, più che un animale in particolare, che è solo il mattone della struttura, ma che si moltiplica in forme vorticose e forse a volte inquietanti. L’idea è di creare una atmosfera sognante, movimentata, ma molto diversa dagli effetti op art, insomma un effetto meno sgargiante, più “naturale”.
Per Gorgone la riproduzione di soggetti vagamente biomorfi non conduce a reminiscenze oniriche infantili, ma e’ espressione di una progettualita’ prestata alla fantasia o viceversa: un modulo ripetuto, derivante da una progettazione, si puo’ azzardare, quasi architettonica della “scena”.
La composizione di Gorgone rimanda irrimediabilmente al segno/colore di matissiana memoria, del Matisse delle “gouaches decoupees” degli anni 1947/53, composizioni biomorfe fatte di segno e colore.
Il susseguirsi di elementi segnici che si rincorrono all’infinito in Gorgone e si giustappongono gli uni sugli altri in Monrad, fa perdere l’abituale rapporto con lo spazio per perdersi in un groviglio di visioni che spingono la psiche in un mondo immaginario e surreale in Gorgone, onirico e fiabesco nella Monrad.
Ma a veder bene in entrambi gli artisti il segno non e’ solo evocativo di inconsci personali, ma piuttosto si rapporta alla ricerca interiore di propri archetipi individuali , ricerca che ciascun uomo fa della propria individualita’ e quindi ricerca universale che tutta l’umanita’ condivide. I due artisti espongono dall’1 al 15 Luglio presso l’Ambassade du Tourisme di St.Tropez a cura di Cynthia Penna .
Ambassade du Tourisme
Rue Sibilli - Saint Tropez