Le opere esposte permettono di ripercorrere la carriera dell'artista nel suo complesso. La mostra si apre con il dipinto The Slips, del 1959, con cui Indiana seppe gettare un ponte fra immaginario Pop e l'allora nascente movimento minimalista. Cio' che accomuna la sua produzione in tutte le sue declinazioni e' la grande capacita' comunicativa, che avra' modo di esprimersi appieno, oltre che nei lavori ospitati al PAC, attraverso le sculture monumentali visibili gia' dal 21 giugno in Piazzetta Reale, Piazza della Scala e Corso Vittorio Emanuele II.
Il Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la galleria Gmurzynska
di Zurigo presenta al PAC una mostra dedicata a Robert Indiana, uno dei più noti e celebrati
esponenti dell`arte contemporanea statunitense. A dispetto della propria fama Robert Indiana
(nato Clark nel 1928, l`artista scelse come nome d´arte quello del proprio stato d´origine) ha
avuto in Italia pochissime occasioni espositive e la mostra al PAC rappresenta un´opportunità
unica per apprezzare la complessità di un artista il cui corpus di opere è stato ingustamente
messo in secondo piano dalla straordinaria notorietà del suo lavoro più celebre: la scritta
tridimensionale LOVE. Oggi fra le immagini piú diffuse al mondo LOVE è divenuta negli anni
un simbolo il cui significato va oltre il riferimento originario, quello al movimento pacifista
degli anni Sessanta, per assumere un significato universale. Al PAC ne sarà esposta una
versione in marmo, scolpita a Pietrasanta, alta 100 cm.
Le opere esposte PAC permetteranno di ripercorrere la carriera dell´artista nel suo complesso.
La mostra si aprirà con il dipinto The Slips, del 1959, con cui l`artista seppe gettare un ponte fra
immaginario Pop e l´allora nascente movimento minimalista. L`opera unisce infatti una
figurazione rigidamente geometrica a riferimenti alla
cultura urbana. Alla fine degli anni Cinquanta Indiana
risiedeva nel distretto newyorchese di Coenties Slip
insieme agli artisti che avrebbero contribuito a
definire la fisionomia di pop art e minimalismo come
Ellsworth Kelly, Agnes Martin, James Rosenquist e
Jack Youngerman e la sua opera riflette e interpreta in
modo del tutto originale una moltitudine di influssi
diversi. La mostra del PAC restituisce tale
complessità presentando accanto ai dipinti dell´artista,
i suoi assemblaggi, le colonne percorse da brevi
iscrizioni, per giungere infine alle recenti tele in cui le
lettere sono sostituite da ideogrammi, a dimostrazione
di una inesausta capacità di rinnovamento e sensibilità sociale.
Accomuna l´opera di Robert Indiana in tutte le sue declinazioni la grande capacità
comunicativa. Tale capacità avrà modo di esprimersi appieno, oltre che nei lavori ospitati al
PAC, attraverso le sculture monumentali visibili già dal 21 giugno in Piazzetta Reale, Piazza
della Scala e Corso Vittorio Emanuele II. Tali lavori, in acciaio corten e alluminio verniciato
manifestano la fascinazione dell´artista per parole, numeri ed elementi tipografici in genere, e
la forza con cui tale fascinazione si esprime nella scelta di forme e materiali. La serie delle
grandi cifre metalliche, allo stesso tempo riferimenti ai segni che popolano il paesaggio urbano
e imponenti solidi geometrici, rappresenta un ulteriore e interessantissimo esempio di
coniugazione di scultura minimalista e Pop-Art.
La passione per la tipografia percorre tutta l´opera di
Indiana e ne rappresenta un ulteriore elemento di
complessità oltre che il trait d´union fra l´artista e i
pittori delle avanguardie statunitensi come Charles
Sheeler e Charles Demuth.
L`apparente immediatezza di Indiana nasconde infatti
una straordinaria ricchezza di significati e rimandi alla
cultura americana in tutti i suoi aspetti: alla sua storia,
alla sua letteratura, alla sua cultura sociale,
antropologica e visiva.
Un interessante esempio di tale stratificazione di
significati è rappresentato al PAC da Decade
Autoportrait 1968, del 1972. La grande tela che ha
come antecedente un´altra opera di tema numerico, il
celebre dipinto Figure Five in Gold di Demuth si articola –
come si conviene a un autoritratto – in riferimenti al suo
autore e al contesto sociale. Bouwerie allude alla zona di
New York in cui Indiana aveva trasferito il proprio studio a
metà degli anni Sessanta; la stella, simbolo ricorrente
nell´opera di Indiana, allude allo stesso tempo alla fama e al
patriottismo, cui fa riferimento anche la combinazione di
colori rosso e blu, ecc.
In occasione di un`intervista al New York Times nel dicembre
2002, Indiana disse: “Ci sono piú segni che alberi in
America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me
stesso come a un pittore del paesaggio americano”.
Galleria Gmurzynska
Mathias Rastorfer galerie@gmurzynska.com 0041 (0)41 226 7070
Guido Comis library4@gmurzynska.com 0041 (0)41 226 7096
Inaugurazione 3 luglio 2008, h.19.30
Padiglione d'Arte Contemporanea - PAC
via Palestro, 14 - Milano
Orari Lunedì 14.30 – 19.30 | Da martedì a domenica 09.30 – 19.30; Giovedì fino alle 22.30
Ingresso euro 6,00 intero - euro 4,00 ridotto - euro 3,00 ridotto speciale gruppi studenti. Il biglietto
consente l’ingresso alla mostra di Robert Indiana. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura della mostra.