Villa Vogel
Firenze
via Delle Torri, 23
055 2767113
WEB
Giuseppe Spagnulo
dal 2/7/2008 al 27/8/2008
lu-sab 9-13, mart e giov 9-17
055 2767113
WEB
Segnalato da

Camilla Bernacchioni




 
calendario eventi  :: 




2/7/2008

Giuseppe Spagnulo

Villa Vogel, Firenze

Archeologia della fantasia. La mostra presenta una serie di opere figurative in bronzo della meta' degli anni '80 accanto a lavori piu' recenti di carattere minimale. In essi si evidenzia come la frammentazione non sia un atto di sottrazione ma di addizione tesa a creare un corpo nuovo, a estendere la scultura all'interazione reciproca tra le parti e il tutto, tra lo spazio e il tempo. A cura di Marco Bazzini.


comunicato stampa

a cura di Marco Bazzini

Il Centro Pecci presenta a Firenze, nei suggestivi spazi di Villa Vogel, una mostra di Giuseppe Spagnulo. Archeologia della fantasia, promossa dal Comune di Firenze, Consiglio di Quartiere 4 – Commissione Cultura

Come ha scritto Paolo Fossati, nelle opere di Spagnulo il titolo segnala un’operazione iniziale, da lì comincia il significato che la scultura in questione vuole assumere. Dalla sua iniziale e determinante presenza. E lo stesso discorso vale per le figure più esplicitamente mitiche, come fossero una archeologia della fantasia, Agamennone, Daphne, Perseo [o Guerriero].

Noi siamo guardati, indicati, misurati da queste figure. Spesso e volentieri figure virili, ed anche questa gravezza od aggressività va tenuta in conto dal lettore di sculture di Spagnulo. (Paolo Fossati, 1989; tratto da Giuseppe Spagnulo – Mediterraneo, 2001)

Di Spagnulo, vincitore nel 2007 del concorso per il Monumento ai caduti di Nassiriya a Roma, la mostra di Villa Vogel presenta una serie di opere figurative in bronzo della metà degli anni ’80 accanto a lavori più recenti di carattere minimale. In essi si evidenzia come la frammentazione non sia un atto di sottrazione ma di addizione tesa a creare un corpo nuovo, a estendere la scultura all’interazione reciproca tra le parti e il tutto, tra lo spazio e il tempo.
La terracotta, il ferro o il bronzo impiegati da Spagnulo sono materiali arcaici e mitologici che richiedono una lavorazione col fuoco, elemento che contribuisce alla trasformazione della materia in una relazione nuova tra forma e idea. Le sue sculture sono forgiate come “alchimie del fuoco”, concetti che prendono forma attraverso gesti eroici di liberazione della materia, in una lotta titanica con lo spazio e con il vuoto.

Giuseppe Spagnulo è nato a Grottaglie (Taranto) nel dicembre 1936 in una famiglia di artigiani ceramisti. Formatosi nella bottega paterna, ha frequentato la Scuola d’arte della sua città e successivamente l’Istituto della Ceramica di Faenza. Nel 1959 si è trasferito a Milano dove, interrotti gli studi all’Accademia di Brera, ha collaborato con artisti quali Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro. Nel 1965 ha tenuto la sua prima mostra personale al Salone Annunciata di Milano, lavorando materiali come la terracotta, il legno e la pietra.

Nel ’68 Spagnulo ha preso parte alla contestazione, simboleggiata nei primi lavori in metallo da installare nello spazio ambientale urbano. I “grandi ferri” recuperano la geometria e la logica costruttiva del materiale con cui sono forgiati e introducono alle riflessioni dell’artista sulla fisicità e la materialità del lavoro dello scultore.
Ho preso i piani, le diagonali, le curve ed i ferri e li ho spezzati. Poi ho preso dei cerchi ed ho spezzato anche loro. Perché non mi interessa la forma ma il “concetto” di forma e per quello agisco. Cercavo di rompere anche la costrizione... di superare e rompere ogni ideologia precostituita. (Giuseppe Spagnulo)

Il fuoco è diventato da allora la fonte di ispirazione, il compagno ed il mezzo con cui Spagnulo affronta, nel senso letterale del termine, la materia, in un continuo gioco di amore e lotta feroce. La pressione della forgia è stata usata per levare forma ad un oggetto con pressioni tremende in un’azione simultanea di gesto e pensiero.
Il fuoco lo si può mostrare solo attraverso i segni che lascia sopra e dentro i metalli, segni di colori sfumati che restano lì come pennellate. Quando il ferro incandescente si è raffreddato, vediamo che dentro gli rimane sempre qualcosa del fuoco. Provo una grande soddisfazione a lavorare sia con la terracotta che con l’acciaio perché, in entrambi i casi, è il fuoco (sia pure in modo antitetico, là indurendo, qua ammorbidendo) il vero anello di congiunzione della mia ricerca. È questo che mi interessa di più perché attribuisce all’intervento una dimensione quasi erotica. (Giuseppe Spagnulo)

Negli anni Settanta l’opera di Spagnulo ha assunto aspetti concettuali che evidenziano il suo interesse per i processi ideativi e performativi dell’arte. A questi anni risalgono i cicli Archeologia e Paesaggi, realizzati nel 1977 al Newport Harbor Art Museum. L’artista si è interessato al tema della scultura orizzontale, il cui sviluppo pavimentale ricorda per certi versi le esperienze del minimalismo americano. Negli anni Ottanta, dopo un viaggio fisico e metaforico attraverso il Mediterraneo, lo scultore ha riattivato il suo interesse per i materiali e le tecniche ceramiche. Alla fine degli anni Ottanta, l’artista ritorna al tema dei Ferri spezzati e negli anni Novanta cerca di conferire un senso inedito alla scultura, sfidando la gravità della materia mediante la sospensione di enormi blocchi di ferro.
All’inizio degli anni Novanta gli viene affidata la cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Stoccarda, in seguito al successo ottenuto dal suo lavoro presso gallerie e musei tedeschi.

Spagnulo ha esposto, fra l’altro, a Documenta 6 di Kassel nel 1977 e alla Biennale di Venezia nel 1990 e 1995. Nei primi anni 2000 ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale. Nel 2005 ha esposto alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia. Nel 2006 gli è stato tributato un omaggio nell’ambito della XXIV Biennale di Gubbio. Nel 2007 ha vinto il concorso per il Monumento ai caduti di Nassiriya, una grande scultura intitolata La foresta d’acciaio collocata a ridosso della Basilica di San Paolo a Roma.

Ufficio stampa: Agenzia Alfabeta
Camilla Bernacchioni, cell. 339-6314494
press@centropecci.it

Inaugurazione, giovedì 3 luglio 2008 ore 19-21

Chiostro di Villa Vogel
Via delle Torri 23 / Parco di Via Canova - Firenze
Da lunedì a sabato ore 9-13, martedì e giovedì ore 9-17, chiuso domenica
Giovedì 28 agosto 2008 ore 19, presentazione del catalogo dei lavori dell’artista

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