Michelangelo/Burri "Colpa e' di chi m'ha destinato al foco". Amendola, testimone delle grandiosita' plastiche del Buonarroti, e' allo stesso tempo narratore/illustratore dei protagonisti delle avanguardie del XX secolo. In mostra una serie di fotografie.
Aurelio Amendola, testimone delle grandiosità plastiche di Michelangelo, è allo
stesso tempo narratore/illustratore dei protagonisti delle avanguardie del XX
secolo, così come dimostrano la serie dei ritratti degli artisti e quella dedicata
alle combustioni di Alberto Burri.
La mostra prende il titolo da un verso del sonetto 97 delle Rime di Michelangelo, in
cui l'artista esprime l'inevitabile condizione dello spirito all'origine della
ricerca artistica. Attraverso le immagini fotografiche di Amendola viene offerta
allo spettatore una visione inedita dell'opera di Michelangelo e di Alberto Burri,
dove quel foco che forgia l'opera diviene il trait d'union tra i due artisti.
Amendola agisce sul sottile confine tra uno sguardo nuovo e l'attesa. Ed è
attraverso la trasfigurazione delle forme, il gioco delle luci e delle ombre, le
riprese ravvicinate che il fotografo recupera una verginità della visione, la
meraviglia del vedere mediante il dialogo. Non vi è dunque nel suo agire traccia
alcuna dell'ostentazione virtuosistica dell'essere fotografo. Egli interroga
Michelangelo, attende risposte, si pone in una condizione di ascolto e non di
appropriazione, scoprendo "il tempo sacro della riflessione e dell'ascolto";
rincorre la gestualità di Burri, indagando ed assecondando la volontà dell'artista
in una organicità e sequenzialità inaspettatamente cinematografica.
L'immagine dell'opera scultorea non è per Amendola prodotto di consumo totalmente
decontestualizzato, offerto ad un pubblico spesso ignaro tanto delle ragioni
spirituali quanto di quelle storico-artistiche; la scultura diviene invece fonte di
mistero, luogo della scoperta, dove l'occhio fotografico torna a far parlare la
scultura di ciò che essa è e di ciò che essa può essere. In lui l'autorialità
diventa forma di rigore intellettuale e non di esibizionismo nella vulgata mediatica
della cultura.
Aurelio Amendola nasce a Pistoia. Sviluppa una particolare sensibilità per il mondo
della scultura, documentando l'opera di Michelangelo, Donatello e interpretando
luoghi quali San Pietro in Vaticano o le risaie nei dintorni di Vercelli, riuscendo
a ritrarne gli scorci e i particolari più inaspettati. Nel 1994 il suo volume Un
occhio su Michelangelo ha vinto il Premio Oscar Goldoni. Nel 1997 gli è stato
conferito il Premio Cino da Pistoia. Importante è la sua lunga frequentazione con
artisti contemporanei da De Chirico a Warhol, da Lichtenstein a Pomodoro. Amendola
ha dedicato numerose monografie ai maggiori scultori e pittori contemporanei (Marino
Marini, Burri, Kounellis...) collaborando con case editrici tra cui Federico Motta
Editore, Franco Maria Ricci e Electa. Nel 2007 è stato il primo artista a presentare
una mostra fotografica sulle opere scultoree di Michelangelo al Museo dell'Ermitage
di San Pietroburgo.
Con un testo di Sergio Risaliti e Francesco Vossilla
Vernissage venerdì 4 luglio ore 18,30
Frittelli Arte Contemporanea
via Val di Marina, 15 - Firenze
orario: dal lunedì al venerdì ore 10,00-13,00/15, 30-19,30; sabato, domenica e festivi aperto su appuntamento
ingresso libero