Multiple Entries - Africa e Oltre. Opere 2001-2008. I lavorisposti costituiscono il risultato delle sperimentazioni che l'artista australiana sta conducendo in Italia e in Africa occidentale, dove vive e lavora dal 2001, in ambiti che spaziano dalla pittura, alla scultura, alla musica, al video, alla fotografia, al design. Tre i temi fondamentali delle sue ricerche: identita', memoria, territorio.
Il 6 luglio 2008 presso la Galleria civica d'Arte moderna di Spoleto, Achille Bonito Oliva presenterà la mostra dell'artista australiana Virginia Ryan, dal titolo Multiple Entries - Africa e Oltre. Opere 2001-2008. La mostra, che si svolge nell'ambito del 51° Festival dei Due Mondi, è promossa dal Comune di Spoleto sotto il patrocinio dell'Ambasciata di Australia, della National Commission for Culture of Ghana e della Foundation for Contemporary Art of Ghana.
Le opere esposte costituiscono il risultato delle ricerche che l’artista sta conducendo in Italia e in Africa occidentale, dove vive e lavora dal 2001, in ambiti che spaziano dalla pittura, alla scultura, alla musica, al video, alla fotografia, al design. Una parte dei progetti, grazie alle ambientazioni sonore che accompagnano il lavoro visivo, realizzate con la collaborazione dell’antropologo e musicista americano Steven Feld, assumono la caratteristica della multisensorialità. Tre i temi fondamentali delle sue ricerche: identità, memoria, territorio.
A partire dal 2001, Virginia Ryan ha avviato una indagine accurata e molto personale intorno alla realtà africana, interpretandola attraverso la sua duplice esperienza di straniera e di artista. Per questo motivo tematiche attuali come le questioni razziali, ecologiche e ambientali entrano a pieno titolo nel discorso che l’artista propone.
Tra i titoli più recenti, in mostra figurano Castaways, l’installazione su cui ha cominciato a lavorare nel 2003 ed esposta lo scorso anno al Whitworth Museum di Manchester, Topographies of the Dark, il gruppo di “dipinti-sculture” che sarà presentato a Spoleto per la prima volta, The Black-and-White-Is-One Chair, la courting chair (o “sedia dell’amore”) realizzata in Umbria appositamente per questa occasione, e molti altri lavori in ceramica, bronzo e materiali riciclati.
Achille Bonito Oliva nella sua presentazione al catalogo dal titolo Diaspora, ha scritto: “L'opera di Virginia Ryan funziona come un frullatore che crea interagenza tra i diversi linguaggi e smaterializza ogni tradizionale categoria estetica. Essa agisce sul pubblico con la forza estraneante di una realtà in movimento, con la capacità di affermare la propria mancanza di adesione e consenso. […] L'arte di Virginia Ryan deve necessariamente ribadire il valore della diaspora, il destino di un inarrestabile movimento eccellente, per testimoniare la propria strutturale attitudine, destrutturante e strabica.”
Galleria civica d’Arte moderna GCAM - Palazzo Collicola
via Loreto Vittori, 11 - Spoleto (PG)