Casa de Gentili
Sanzeno (TN)
via S. Romedio
0464 411001

Mirta De Simoni Lasta
dal 4/7/2008 al 13/9/2008
WEB
Segnalato da

Marcello Bonadiman




 
calendario eventi  :: 




4/7/2008

Mirta De Simoni Lasta

Casa de Gentili, Sanzeno (TN)

Rosso scarlatto. La mostra fa parte dei Parallel events Manifesta 7. Nelle sue tele, l'artista attua una selezione dei tre colori fondamentali, sebbene non trattati in modo puro: rosso, blu e giallo.


comunicato stampa

La mostra è inserita nei '' Parallel events Manifesta 7 '' ed è corredata di un catalogo trilingue con testi di Orietta Berlanda e Marco Tomasini, a cura dell’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento.

La mostra personale di Mirta De Simoni Lasta a Casa de Gentili, è la proposta culturale che l’amministrazione comunale di Sanzeno ha voluto inserire tra le iniziative dell’estate 2008, favorendo la continuità di un percorso volto a promuovere manifestazioni di alto livello e di grande spessore artistico relativamente ai contenuti.
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Il Sindaco
Marcello Bonadiman

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Così come in anni precedenti la sua ricerca più recente riserva molta importanza alla sostanza del colore, fatto che potrebbe essere fuorviante se ci si limitasse ad un tipo di fruizione puramente sensoriale. In verità, già a partire dalla scelta della tavolozza l’artista attua una selezione dei tre colori fondamentali, sebbene non trattati in modo puro: rosso, blu e giallo. È questa una decisione dettata dal piacere di plasmare la materia, l’acrilico in particolare - che esige una maggiore velocità esecutiva rispetto all’olio - tuttavia una gamma di colori così ristretta suggerisce al tempo stesso la volontà da parte dell’artista di seguire un precetto, di darsi un limite, una disciplina, nell’accezione più nobile di questo termine. In questi tre colori ha eseguito la maggior parte dei suoi dipinti: da quelli astratti a quelli figurativi.

I monocromi sono caratterizzati dall’uso per lo più di blu e rossi dalle tonalità sgargianti, lavorati con marcate sequenze gestuali di segni circolari. Prevale un approccio visivo, complice il gioco ripetitivo dei cerchi irregolari, modalità di fruizione rafforzata dal grande formato dei dipinti, scelta non casuale. Questa serie di opere sembra infatti trasmettere l’esigenza dell’artista di un anelito liberatorio, atto a proiettarsi su un piano immaginario, nel quale il fruitore può immergersi in un’esperienza quasi visionaria. Nonostante ciò, la reiterazione dello stesso soggetto attesta nuovamente l’importanza dell’elemento concettuale del lavoro di De Simoni Lasta, che con tale scelta conferma il rifiuto di ogni possibile concessione al caso. Inoltre l’assenza di figure fa in modo che in questo gruppo di opere si enuclei una base teorica tesa ad indagare la pittura nelle sue infinite possibilità esecutive, che punta diritto al nocciolo del problema riguardo al senso della pittura, così come si è affermato nel corso del Novecento, ovvero l’affermarsi di un autonomo ambito di ricerca, scevro da finalità di natura mimetica o puramente retinica.

È a partire da una prospettiva che fonde l’elemento materico con quello razionale, in sintonia con l’orientamento della pittura contemporanea, che va quindi analizzata tutta la produzione artistica di De Simoni Lasta.

La presente mostra, intitolata “Rosso scarlatto”, è dedicata alla memoria: si tratta di un occasione per l’artista per ritornare agli anni dell’infanzia, sia con il pensiero che nei fatti. Mirta De Simoni Lasta, che attualmente vive a Volano (Trento), ha infatti trascorso la sua infanzia in Val di Non, tra Cles dove ha abitato con i genitori e il paese dei nonni Sanzeno, dove ora viene presentata la sua opera. Vari sono i dipinti che trattano questo tema. Innanzitutto il gruppo delle “case”, tra cui Casa-Nuvola e Casa-Cielo del 2008. Sono dittici che affrontano topoi classici come quello della casa come nido familiare, del ricordo di un passato che non c’è più, dove il paesaggio urbano odierno apparirà inesorabilmente trasformato agli occhi dell’artista. È il salto temporale tra il vissuto di allora e quello presente, a far affiorare un sentimento nostalgico, che viene espresso attraverso l’associazione-contrapposizione tra la concretezza della casa ed elementi aerei dal forte portato connotativo come la nuvola o il cielo.

In alcuni dipinti l’artista rievoca il rapporto con la madre, originaria di quei luoghi ed ora scomparsa, sintetizzato in modo efficace nell’opera Rosso scarlatto, grazie allo sventolio dei fazzoletti rossi, indossati come copricapo paesano dalla madre e come fiocco decorativo dalla figlia, che spiccano come cuori pulsanti sul bianco-grigiastro dello sfondo.

Insieme a questo dipinto un altro gruppo di opere è dedicato alla figurazione. In entrambi i casi il colore interagisce con le figure tracciate a carboncino, che vengono comunque solo accennate, senza inutili indugi sui dettagli, sfumandole come accade per i ricordi.

Lo stesso discorso riguarda anche una serie di opere dove appare, quasi come un fantasma, la figura femminile come in Interni del 2004 o Profili del 2007. Questi lavori rappresentano una riflessione sulla donna, sulla sua identità (si veda la presenza dello specchio nell’opera Interni del 2004), un tema che l’artista talvolta amplia fino ad affrontare il ruolo femminile entro la società.

Tuttavia, l’esempio più riuscito di fusione tra materia del colore e pensiero si ritrova nella serie degli “Ziggurat”, opere che in questa mostra sono presentate come “Senza titolo” e che l’artista realizza dal 2004, ricorrendo spesso alla carta incollata su tela sulla quale interviene con il pigmento colorato. Il riferimento allo Ziggurat, più che alla sua reale struttura architettonica, è un concetto, un pensiero, probabilmente riferito all’ascensione verso il cielo, verso l’ignoto. Più che le costruzioni mesopotamiche, le immagini ricordano delle tende da viaggiatore, e per questo rimandano all’idea di nomadismo come metafora di una continua ricerca e di una curiosità nei confronti di realtà diverse. Ecco allora esprimersi qui la personale visione del mondo di De Simoni Lasta, il desiderio dell’essere umano come apolide, cittadino del mondo. Dal punto di vista tematico questo soggetto, contrapponendosi alla parte della mostra che porta l’artista alla riscoperta delle proprie radici, chiude idealmente a cerchio un viaggio che parte dal ricordo di un passato circoscritto e circostanziato e che si conclude indagando una disposizione dello spirito di oggi che esprime un’apertura verso il mondo affrancata da limiti spazio-temporali.
Aprile 2008
Orietta Berlanda

Casa de Gentili
via S. Romedio - Sanzeno (TN)

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