Castello Svevo
Barletta
piazza Castello
0883 578620
WEB
Latinolatino
dal 4/7/2008 al 26/7/2008
9-13 e 15-19 tutti i giorni tranne il lunedi'
WEB
Segnalato da

Comune di Barletta




 
calendario eventi  :: 




4/7/2008

Latinolatino

Castello Svevo, Barletta

La mostra e' concepita come un unico evento diffuso nell'Italia centro-meridionale a presentare in luoghi e contesti diversi l'opera di artisti affermati e giovani emergenti. Nella sezione italiana espongono Desideria Burgio, Gea Casolaro, Isola&Norzi, Mario Lamberti, Sandro Mele, Pax Paloscia, Giada Ripa, Pietro Ruffo, Guendalina Salini, Paolo W. Tamburella, Lucia Uni. Propongono fotografie, video, installazioni e dipinti con particolare attenzione alla dimensione sociale dell'arte.


comunicato stampa

In programma presso il Castello di Barletta la mostra nazionale d’Arte Contemporanea Latino Americana nel Sud Italia “Latinolatino”, a cura di Raffaella Guidobono con il patrocinio del Comune di Barletta ed il sostegno di Vodafone, Bartolini, Vestas Hotels, Assessorato alle Culture della Provincia di Lecce e in collaborazione con Contesto, Info, Isufi, Loophouse-Alessandra Pomarico, aka curatorial project.
Espongono Desideria Burgio, Gea Casolaro, Isola&Norzi, Mario Lamberti, Sandro Mele, Pax Paloscia, Giada Ripa, Pietro Ruffo, Guendalina Salini, Paolo W. Tamburella, Lucia Uni.

La sezione italiana della mostra LatinoLatino a cura di Raffaella Guidobono dopo la preview nel Salento a Novembre 2007, le tappe a Palermo, Bari e Napoli, trova la propria sede a Barletta presentando una panoramica di artisti contemporanei latino-americani in città del centro e sud Italia (Napoli, Bari, Lecce, Maglie, Cosenza, Palermo, Trapani, Erice). Ribaltando il concetto di mostra itinerante, la mostra presenta artisti diversi in ogni sede e chiede allo spettatore di spostarsi per vederla nell'arco di 10 mesi.
La mostra è concepita come un unico evento diffuso nell'Italia centro-meridionale a presentare in luoghi e contesti diversi l'opera di artisti affermati e giovani emergenti, il cui lavoro si è posto all'attenzione della critica internazionale per valenza estetica e attenzione alla dimensione sociale dell'arte, riflettendo gli orientamenti e le preoccupazioni della scena contemporanea centro-sudamericana, in Italia ancora poco conosciuta. Una delle questioni poste dalla mostra, riguarda la problematica della trasposizione di un'opera dal contesto locale da cui proviene a quello globale in cui è presentata e fruita.
Il titolo Latinolatino è una sorta di paradosso che vuole rimettere in questione la rappresentazione, spesso eccessivamente baroccheggiante e piena di luoghi comuni, con cui è rievocata la cultura latino-americana, per rintracciare una sensibilità concettuale che accomuni gli artisti contemporanei al di là dei cliché e delle provenienze. Se non esiste differenza formale tra chi è rimasto nel paese di origine e chi vive all'estero, si evidenzia un comune sentire, una forte adesione a temi dalla portata universale e una soggiacente tensione sociale, anche laddove questa si manifesta in una dimensione intima, domestica, personale.

* Gea Casolaro da sempre rende inestimabili i percorsi dove si sofferma l’uomo. La geometria dinamica di ogni nuova serie dell’artista, celebra le mosse inconsapevolmente estetiche e il segno degli attraversamenti quotidiani sulla terra come una casualità di luoghi e forme che si ripetono, si specchiano e si citano negli anni a seguire.
* Pietro Ruffo parte da una personale inclinazione per l’entomologia e dopo aver scelto la forma perfetta dello scarabeo intaglia dentro singole teche di legno contenenti i trattati intercorsi tra Stati Uniti e Latino America la sagoma ripetuta in 3D dell’animale. La possibilità di cibarsi di scorie altrui è la metafora a cui si aggancia il lavoro dell’artista, fin dagli esordi affascinato dalle forme di vita ancestrali della terra.
* Il senso del lavoro sulla frontiera è imponente anche per Paolo W. Tamburella, il cui approccio profondo, ma semplificato alle relazioni tra i popoli, descrive sempre il nodo cruciale di una questione, isolandone un gesto, un elemento estetico o un momento chiave con estrema sintesi. La storia siamo noi.
* Sandro Mele esplora da tempo istanze argentine. L’immaginario di riferimento è la storia di conquista dei diritti dell’uomo e la possibilità di respirare la dignità del lavoro. Semplifica gli accadimenti con interventi residuali e aggiunge quanto trova sul suo percorso, mai casuale, per trasformare fotografie digitali in un documentario dentro cornici di ferro grande formato. Invitato al prossimo Social Forum sarà presente a Settembre 2008 con una retrospettiva indagatoria sulle dinamiche sociali delle realtà operaie autogestite.
* Giada Ripa fotografa la realtá pertinente a storie oscillanti tra il personale e l’universale. Questa serie di scatti contiene elementi testuali quale parte di una successione di indagini sul cambiamento dei paesaggi urbani a Buenos Aires. Attraverso panoramiche industriali quasi lunari, distanti ma cariche di densitá di pensiero, Raoul, immigrato in Italia da più di un decennio, dopo aver studiato presso il Conservatorio di La Plata, ci porta indietro nel tempo e con sguardo malinconico e ci parla della sua patria.
* Il lavoro performativo di Mario Lamberti evoca la foresta Amazzonica nella autosospensione tra le liane di un luogo non identificato. La location reale situata sopra il Tevere svincola lo spettatore da qualsiasi dimensione spazio temporale. La ricostruzione di accenni e suggestioni di un luogo inventato fonde insieme sogno privato e fantasia collettiva.
* Negli aspetti meno scontati e glamour del Caribe, Pax Paloscia indaga Cartagena in Colombia. Gravedao è il titolo della serie la cui esplorazione evidenzia non tanto l'aspetto turistico più frivolo ma la purezza e la malinconia di alcune aree popolari. L’alta produzione di scatti fotografici pesca dal quotidiano spurio e coglie volti e occhi eloquenti dentro i quali si riflette la condizione di preziosa libertá, pur nell’assenza di ricchezza tangibile secondo i parametri economici del mondo occidentale.
* Desideria Burgio confronta Palermo e l’Havana nella ripresa di due interni molto simili vissuti da anziane signore a poco tempo di distanza. Con la stessa qualitá del culto religioso tradotto in esperienza quotidiana, la doppia installazione mostra il privato inaccessibile di stanze cariche di ricordi e infonde un’aura spirituale in grado di trattenere negli oggetti la storia e il passaggio del tempo. In linea con le precedenti serie indagatorie sul corpo e la relazione con la sacralitá della posa, qui il lavoro prende il volo verso un aspetto documentario intenso al punto di rispecchiare la volontá dei soggetti di sentirsi meno soli.
* Isola&Norzi descrivono un suono di confine tra culture, un’apertura, una nascita, un nuovo stato delle cose dove la convivenza fra i popoli vince barriere di ogni sorta. L’effimero si sostituisce all’opera, e da una dimensione scultorea fisica negli ultimi tempi preferisce generare pensiero.
* Luci Uni spesso ricerca un suono musicale e non solo nelle note, ma dentro parole, dettagli, oggetti, o come in questo caso, in un mezzo di trasporto. Mossa dalla volontà di estrarre senso dal proprio lavoro per nutrire prima di tutto se stessa qui presenta il video “Preghiera a mio padre” con musica di Daniele Di Bonaventura.
* Sulle note intense del “pensiero triste che si balla” come è definito nella tradizione porteña il tango, chiude la mostra l’installazione di foto di Guendalina Salini, mentre duetta con la statua di Don Tonino Bello a Tricase in Puglia, con cui sognava di danzare fin da piccola. Fondersi alle sensazioni da cui ha origine il tango invita a ragionare sulla miscela di varie culture da cui proviene.

L’associazione culturale Kroitnijz promuove dal '99 un approccio trasversale dell'arte contemporanea all'interno di spazi istituzionali e non, con intenso programma di talent scouting di artisti internazionali. Raffaella Guidobono è curatore indipendente, direttore artistico del progetto curatoriale AKA che risponde alle dinamiche sociali e culturali di varie città attraverso l’utilizzo di spazi inusuali.

Inaugurazione sabato 5 luglio, ore 19.00.

Castello Svevo
Piazza castello Barletta (BA)
La mostra resterà aperta al pubblico sino al 27 luglio (ingresso gratuito) tutti i giorni tranne il lunedì (orari: 9.00 / 13.00 e 15.00 / 19.00).

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Nina Zilli
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