Arengario
Milano
Piazza Duomo
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La citta Borghese
dal 30/1/2002 al 21/4/2002
02 54917
WEB
Segnalato da

Maria Grazia Vernuccio




 
calendario eventi  :: 




30/1/2002

La citta Borghese

Arengario, Milano

...Tra il 1880 e il 1968. Le Raccolte storiche del Comune di Milano hanno progettato nell'ambito dell'iniziativa 'Verdi e Milano', una importante mostra dedicata al ruolo dei piu' importanti esponenti dell'imprenditoria milanese nel Novecento. La mostra sara' accompagnata da una serie di percorsi esterni che consentiranno di rileggere nel tessuto vivo della città i temi evidenziati.


comunicato stampa

Le Raccolte storiche del Comune di Milano hanno progettato nell'ambito dell'iniziativa "Verdi e Milano", una importante mostra dedicata al ruolo dei più importanti esponenti dell'imprenditoria milanese nel Novecento.

La mostra, curata da Massimo Negri, Giuseppe Paletta, Sergio Rebora, Giulio Sapelli e Mario Talamona, si avvale di un gruppo di ricerca composto da Maria Canella, Germano Maifreda e Marta Sironi e verrà allestita su progetto di Italo Lupi, nell'Arengario di Milano da gennaio ad aprile 2002.

A partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, Milano è interessata da uno sviluppo economico che la porta in poco tempo a divenire la prima città italiana: essa sottrae a Napoli un primato demografico, a Genova il primato finanziario, a Roma il primato etico-politico ergendosi a capitale morale del Regno.
Motore di questa intensa trasformazione è la presenza di una borghesia imprenditoriale versatile, settorialmente integrata, capace di innescare un processo di modernizzazione che non è solo economico e tecnologico ma è anche sociale e si riflette in un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione cittadina.
Gli imprenditori - un gruppo sociale che presenta pochi legami con i tradizionali gruppi dirigenti aristocratici e militari - sono presenti e attivi in tutti i settori della vita cittadina: istituzioni quali il Politecnico, la Bocconi, la Fondazione Carlo Erba, istituti di cultura tecnica quali il Feltrinelli (prima ancora la Scuola d'arti e mestieri) sono i segni di una progettualità culturale che non attende l'intervento della parte pubblica ma la precede e la surroga. La donazione dell'attuale palazzo della Triennale così come il Museo nazionale della scienza e della tecnica confermano questo stesso percorso sotto il versante dell'espressione artistica.

La città si arricchisce di una monumentalità che non è solo religiosa e civile ma è anche economica: i palazzi della Comit, della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, della Borsa, il palazzo Giureconsulti, le torri della SNIA e della Toro assicurazioni, lo stesso grattacielo Pirelli sono i simboli dell'affermazione di un primato che intende essere manifesto.

Il ruolo di indirizzo espresso dagli imprenditori non è mediato e obliquo ma palese e istituzionale: Pirelli, Colombo, Riva, De Angeli, Salmoiraghi entrano nei consigli comunali e provinciali ed esprimono la propria capacità progettuale nell'amministrazione del territorio.

La cultura milanese ha i propri punti di riferimento in giornali quotidiani - il Sole, il Secolo ma soprattutto il Corriere di Albertini - che svolgono, ognuno nel proprio ambito, una funzione di indirizzo di levatura nazionale.

In questa fase che si protrae sino agli anni '20, la borghesia imprenditoriale milanese costruisce un sistema di valori fondato sulla legittimazione sociale attraverso il lavoro, un sistema valoriale recepito dallo stesso movimento operaio. I valori della responsabilità sociale e dell'attenzione alla costruzione della città come organismo complesso sono interiorizzati da un riformismo socialista che tocca a Milano punte di eccellenza nazionale.
Nella città nascono istituzioni (la Società Umanitaria, ad esempio) che favoriscono l'incontro tra gruppi sociali diversi e favoriscono la compensazione e il ridimensionamento della conflittualità sociale.

Il fascismo interrompe questo rapporto diretto tra gruppi imprenditoriali e società: il personale che alimenta il partito e le sue organizzazioni collaterali si interpone a svolgere una funzione di intermediazione tra i gruppi sociali. Inizia una lenta ritirata della borghesia milanese che cessa di affollare il proscenio della politica e si limita a esprimere una funzione d'indirizzo sulle scelte centrali.

Il dopoguerra e la nascita dei partiti di massa favoriscono il perdurare di questa situazione: gli apparati partitici divengono sempre più gli interpreti/demiurghi delle esigenze espresse dal corpo elettorale e la borghesia imprenditoriale si limita a giocare un ruolo defilato. L'autorappresentazione borghese è sempre più fondata sulla dimensione economica e tecnologica, sempre meno su quella politico-sociale.

La dura stagione che si apre con il 1968 pone questioni e sfide dinanzi alle quali la borghesia imprenditoriale milanese consuma il proprio ripiegamento autoconfinandosi nell'impresa, nell'associazionismo di categoria, nel privato.

Certo gli anni attuali presentano segni qualitativi che farebbero presagire una inversione di tendenza; i tempi tuttavia sono troppo recenti e i segnali troppo contraddittori per poterne argomentare in un evento culturale di questa natura.

La mostra abbraccerà il periodo 1880-1968.
Essa si articolerà lungo alcuni percorsi espositivi che metteranno in luce:
- le personalità borghesi, il loro modo di intendere il privato e la socialità;
- l'impresa in quanto istituzione economica e culturale ma anche in quanto centro di determinazione degli assetti urbanistici;
- la formazione del consenso;
- l'associazionismo borghese;
- il rapporto con le istituzioni cittadine (Comune, Provincia, Camera di commercio)
- il rapporto con l'arte attraverso il filtro dell'autorappresentazione.
Quest'ultima sezione comprenderà dipinti dei più significativi pittori del Novecento

Alla rassegna, che presenterà anche una inedita documentazione raccolta con un attento lavoro di ricerca grazie alla collaborazione delle più significative famiglie della borghesia imprenditoriale cittadina (Bassetti, Pirelli, Mondadori, Falck, Marelli, Invernizzi, Hintermann, Ucelli, Bernocchi, Moratti) collaborano anche la Fondazione Wolfson di Genova, la Biblioteca Braidense, la Biblioteca Sormani, la Biblioteca Trivulziana, la Fondazione Mondadori, la Triennale, il Touring Club, ill Politecnico di Milano.
La mostra sarà accompagnata da una serie di percorsi esterni che consentiranno di rileggere nel tessuto vivo della città i temi evidenziati.

Orario: tutti i giorni 9.30 - 18.00 - lunedì chiuso

Biglietto: intero Euro 3.62 - ridotto Euro 2.58 - scolaresche Euro 1.55

Informazioni al pubblico: Civiche Raccolte Storiche tel. 02.76006245 - 02.88464170

Catalogo: Skira

Ufficio Stampa
Assessorato alla Cultura e Musei Comune di Milano
Maria Grazia Vernuccio, tel. 02/88450293 fax 02/88450104

Mara Vitali Comunicazioni
Lucia Crespi, tel. 02/781221, fax 02/76022576

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