Egitto arte e mistero. L'artista lavora con la tecnica dei frattali attraverso formule matematiche da lui create da cui nascono immagini legate al simbolismo tradizionale.
Alessandro Benassai nasce a Firenze il 7 agosto 1940.
Studioso di simbolismo e di antiche civiltà compie notevoli scoperte attorno al modulo costruttivo delle piramidi ed alle loro proporzioni geometriche.
Per lui la chiave di lettura della civiltà egizia è la mistica che fa da propulsore alle arti ed alle scienze: il valore simbolico-religioso dei numeri che scaturisce dalle proporzioni geometriche delle piramidi ne costituisce la conferma. La dimostrazione matematica dei rapporti è la prova scientifica delle evolute conoscenze dei sapienti egiziani: le piramidi “contengono” un linguaggio simbolico-numerico-matematico che non può in alcun modo essere considerato casuale.
Alessandro Benassai effettua studi anche sulle cattedrali gotiche delle quali illustra i principi costruttivi e le relazioni tra i rapporti delle parti interne con le scale musicali svelando le raffinate tecniche degli architetti medievali.
Lavora con la tecnica dei frattali attraverso formule matematiche da lui create da cui nascono immagini legate al simbolismo tradizionale. La scelta della rappresentazione frattale svela l’ordine e l’armonia che si cela nel cosmo di cui i numeri sono una manifestazione. In definitiva le investigazioni in campo numerico di Alessandro Benassai, si sviluppano lungo una linea di ricerca matematico-artistica parallela e complementare agli studi sinora operati, ritagliandosi uno spazio autonomo ed indipendente.
Il numero nelle opere di Alessandro Benassai viene letto alla luce di un linguaggio simbolico e rivelatore di realtà metafisiche: l’Artista lo intende come il trait d’union per eccellenza tra il visibile e l’invisibile, tra l’astratto ed il concreto: simbolo che collega e lega il terrestre ed il celeste. Benassai fa scoprire allo spettatore che i numeri ed i loro rapporti sono i cantori delle verità eterne e del linguaggio divino.
Sala Elba
Piazza Del Municipio, 48 - Livorno
Ingresso libero