"L'estate rubata e' il titolo che raccoglie alcune fotografie in bianco e nero dell'artista fiorentino. Visioni di riflessi, silhouettes, ombre, come lacere ragnatele, che, divelte dalla violenza d'un temporale, rimangono frammentarie reliquie, ricordi del passato" P. Petrioli.
IL TEMPO RITROVATO DI DAVIDE FANTONI
Difficile definire le immagini di Davide Fantoni senza usare la categoria, indefinita, della poesia e, in particolare, della poesia zen giapponese o anche della prosa, ma quella lirica ed evocativa, di Proust. L’estate rubata è il titolo che raccoglie alcune fotografie in bianco e nero dell’artista fiorentino. E sono visioni fugaci di riflessi, silhouettes, ombre, come lacere ragnatele, le quali, divelte dalla violenza d’un temporale estivo, rimangono frammentarie reliquie, ricordi della perfezione di un presente ormai fattosi passato; ma pure il ricordo, incerto e malinconico, scheggia di un tempo rivissuto nell’emozione della memoria, diviene altro presente, acquisendo propria bellezza, una sua vitalità estetica e perfezione autonoma.
Intriga nelle opere di Fantoni il raffinato rapporto chiaroscurale, gioco di luce e d’ombra, soffuso e misterioso artificio di grigi; non vi sono figure nette, bensì accennate, intuite, ricordate, tranne la palma, stanca e straccata e l’intenso ritratto, altrettanto stanco e straccato, del vecchio “onnagata”: entrambi sono comunque lacerti, testimonianze di qualcosa ch’è irrimediabilmente stato. Le figure sfiorate dall’obiettivo del fotografo paiono abitare e muoversi in un limbo soffuso di penombra, nel costante riampianto del nitore d’una luce perduta. E il fotografo riesce ad evocare l’attimo “fluttuante” con leggerezza tutta nipponica, con una delicata percettività da pittura, appunto, “ukiyo-e”, cogliendo la malinconia del momento transeunte, fugace e irripetibile, ma al contempo l’eleganza grafica di oggetti e sagome e ombre su sfondi rarefatti di cieli piovosi e finestre.
V’è quindi, naturalmente, molto Giappone in queste opere di un artista sospeso tra le radici toscane e la vita a Tokyo; la rete che disegna una trama nel cielo e gioca con le ombre, fa riferimento ad una pratica della xilografia ukiyo-e, così come la sagoma della figura umana alla finestra contrastata sul disegno del tendaggio può essere considerata simile alla tecnica della “stampa di broccato” o “nishiki-e”. Tutti virtuosismi – mai comunque fini a se stessi – desunti dalla pittura giapponese settecentesca, che acquistano rinnovata vitalità e ragione in attuali immagini. E fra i rimandi e i ricordi letterari occidentali verrebbero almeno da citare alcune atmosfere tropicali di Somerset Maugham.
Infine, le reliquie naufragate del tempo in questi lavori si compongono sulla battigia, il tronco d’albero e lo scoglio scavato dalle onde si fanno forma, la pozza riflesso, l’ombra immagine, la rete motivo ornamentale… E il tempo perduto finalmente si ritrova nella nuova dimensione dell’arte, nella venustà dell’immagine, nella compiuta ed irrequieta indefinitezza della memoria.
Piergiacomo Petrioli
Università degli Studi di Firenze – Storia della Critica d’Arte
Info
http://www.davidefantoni.com
Inaugurazione mercoledì 31 luglio ore 18.30
Chioppodue Associazione Arte e Cultura
via Della Mosca, 2r Firenze
Aperto: lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle 18.30 alle 20, venerdì dalle 17 alle 19, chiuso mercoledì e domenica