Magazzini del Sale
Venezia
Dorsoduro 262 (Fondamenta delle Zattere Ai Saloni)
0376 244769 FAX 0376 244769

Ogi:noknauss
dal 10/9/2008 al 2/10/2008
mercoledi' - domenica 15-20

Segnalato da

Ogi:noknauss



approfondimenti

Ogi:noknauss



 
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10/9/2008

Ogi:noknauss

Magazzini del Sale, Venezia

Urban skin. La citta' e' accarezzata, suonata e remixata. Ricognizioni fotografiche e registrazioni ambientali sono il punto di partenza di un processo che utilizza la modalita' live come verifica istintiva e stimolo improvvisativo per reinterpretare le impressioni catturate. L'installazione e' integrata, come e' pratica abituale di oginoknauss, da un intervento locale, attraverso una deriva aperta al pubblico.


comunicato stampa

Sulla pelle della città. Una maniera superficiale di guardare alla complessità urbana, non in senso riduttivo, ma propriamente fenomenologico: la pelle come successione di superfici sgnificanti, come elemento sensibile, come membrana filtrante. Una grammatica della separazione, un sistema di censura, una statificazione di segni. Percorrere, leggere, tastare, annusare, scorticare, incidere, stimolare la pelle della città. Un approccio epidermico all'ambiente urbano: l'approccio che ogino:knauss ha adottato per affrontare il paesaggio globale in trasformazione, impiegando una attenzione superficiale e divagante ai microfenomeni che costellano gli interstizi e le periferie dell'organismo urbano. La superficie sensibile della città viene indagata come indice di tensioni sotterranee, sintomo di profonde trasformazioni che avvengono al suo interno. L'attenzione va al dettaglio trascurato, ai segni dissonanti, alle crepe e alle screpolature del tessuto, al desueto, all'opaco, al rimosso, al transitorio. Tracce di sparizioni e di sopraffazioni, di irritazione e di rivolta, di straniamento e alterità. Un corpo a corpo istintivo, messianico, teso all'ascolto, alla risonanza, all'analisi del ritmo; a catturare la pulsazione ed il respiro della città.

Urban skin è un processo di indagine compiuto attraverso esplorazioni puntigliose e programmatica flanerie, catturando segni e tracce, e riporpopnendole in forma molteplice, in continua evoluzione e ridefinizione. La città viene accarezzata, suonata e remixata. Ricognizioni fotografiche e registrazioni ambientali sono il punto di partenza di un processo che utilizza la modalità live come verifica istintiva e stimolo improvvisativo per reinterpretare le impressioni catturate. Dopo le tappe performative di Brussels, Berlino e Trento, il progetto approda al SALE di Venezia per sedimentarsi come istallazione fotografica e audiovisiva. Essa è integrata, come è pratica abituale di oginoknauss, da un intervento locale, attraverso una deriva aperta al pubblico, che cercherà di integrare l'esplorazione sin qui condotta con una riflessione contestuale alle istanze di Venezia, confrontandosi con temi ruvidi e grumosi come la la crisi dell'abitare, la riconversione all'economia culturale, lo snaturamento dello spazio pubblico.

Ogino Knauss, collettivo attivo dal 1995, opera nel corso degli anni una deriva costante tra i linguaggi e le pratiche della comunicazione. Nato come laboratorio di cinema mutante in uno spazio autogestito di Firenze, ha oggi la sua sede operativa a Berlino. In tempi più recenti l'attenzione del gruppo si concentra sugli influssi della globalizzazione sul paesaggio urbano, sviluppando pratiche innovative di ascolto e descrizione dei processi culturali della città, e sull'esplorazione di di reti innovative, spazi eterotopici e alternative alle forme dominanti di produzione. Tra progetti più recenti del gruppo, Triplicity è una riflessione multiforme e multipiattaforma sulla relazione intrecciata tra produzione di immagine e produzione spaziale nel contemporaneo, ed è pubblicata in un DVD interattivo da AVrec; Doble Forza, è un documentario su un sobborgo alla periferia de La Habana costruito negli anni settanta; un lavoro che costituisce il pilota per il progetto Re:centering Periphery, serie di reportages sulla produzione di periferie, sull'ideologia modernista che ha derterminato l'ambiente fisico in cui una enorme parte della popolazione globale vive tuttora, e sulle pratiche quotidiane che abitano, trasformano e rinventano tale ambiente.

On the city's skin. A grammar of detachment, a system of censure, a stratification of signs. A superficial way to look at urban complexity, not in reductive sense, rather phenomenologic. The skin as a succession of signifying surfaces, as sensibile element, as filtering membrane. Walking, reading, touching, sensing, smelling, scratching, etching, stimulating the skin of the city. It is an epidermic approach to the urban environment, the approach that ogino:knauss adopted to tackle the transforming global landscape, employing a superficial and wandering attention to microphenomena constellating interstices and peripheries of the urban organism. The sensible surface of the city is enquired as an indicator of subterranean tensions, symptom of deep transformations happening inside. The attention is put on neglected details, dissonant signs, cracks and fissures of the urban texture, looking at the opaque, the obsolete, the removed, the transitory. It is an instinctive hand to hand, messianic, listening oriented, directed to resonate, to analyze rhythm, capturing city's pulsation and breathe.

Urban skin is an investigation process lead through punctillous explorations and programmed flanérie, capturing signs and traces, and re–presenting them in multiple forms, in continuos evolution and redefinition. The city is caressed, played and remixed. Photographic assessments and field recordings are the starting point for a process employing the live modality as an instictive check and a improvised stimulation, in order to reinterpret the captured impressions. After the live sets in Brussels, Berlin and Trento, Urban Skin comes to Venice to sediment as a photographic /audio-visual installation. The exhibition is completed by a specific local intervention, as usual practice of ogino:knauss: a reflection contextual to Venice issues, tackling themes like the dwelling crise, the restructuring towards cultural economy, the erosion of public space…

An ogi:noknauss project
Script: Lorenzo Tripodi
Photography, editing: Manuela Conti,
Sound production and mixing: Michele Lancuba
Software development, image treatment: Sergio Segoloni

Ogino_knauss is a collective active since 1995. Born as "mutant cinema laboratory", acts during the years as a constant drift through audio visual languages and communication practices. In recent projects the attention of the group focused on the globalizing urban landscape, developing innovative listening and description practices about cultural urban processes. Several urban assessments, leading to performative acts or installations, took place in such locations as Florence, Riccione, Berlin, New York, Rome, Milan, Amsterdam, Thessaloniki, La Habana, Brussels. Among recent projects, Triplicity, focussing on the co-related production of space and image in the evolving global landscape, has been presented world wide as live performance or installation and is published as an interactive DVD + book by AVrec; the film Doble Forza is a personal diary through the everyday life and the history of Alamar, a new city built in the 1970s in the outskirts of La Habana, Cuba, mostly with rudimental prefabricated technologies inherited from the soviets. It is the pilot for a series of reportages called Re:Centering Periphery about the modernist ideology and everyday practices reshaping its architectural outcomes.

Opening 11 settembre ore 19

Magazzini del Sale
Dorsoduro 259 Venezia (Zattere)
Orario: dal mercoledì alla domenica dalle 15 alle 20

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