Fondazione Remotti
Camogli (GE)
via Castagneto, 52
0185 772137
WEB
Ricostruire con l'arte
dal 12/9/2008 al 27/2/2009
giov - dom 16-19

Segnalato da

Cristina Pariset




 
calendario eventi  :: 




12/9/2008

Ricostruire con l'arte

Fondazione Remotti, Camogli (GE)

In occasione della presentazione della nuova sede della Fondazione, la mostra raccoglie gli interventi strutturali realizzati da Alberto Garutti, Gruppo A12, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger, Gilberto Zorio, alle quali e' stata idealmente abbinata un'opera della collezione Remotti, scelta da ognuno di questi artisti e con la quale essi sentono una particolare affinita'. A cura di Francesca Pasini.


comunicato stampa

a cura di Francesca Pasini

La Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti nasce dall’esperienza trentennale di collezionismo d’arte contemporanea dei fondatori e da un’interazione con il territorio. Ha sede nella chiesa sconsacrata dell’ex convento delle Gianelline a Camogli, a pochi chilometri da Genova, ed è frutto di una convenzione con il Comune di Camogli. La Fondazione sarà depositaria dell’importante collezione di Pier Luigi e Natalina Remotti, le cui prime acquisizioni risalgono agli inizi degli anni 70. In quel periodo i Remotti, di origine piemontese, risiedono a Caserta e frequentano a Napoli la galleria di Lucio Amelio, figura di importanza internazionale che per primo ha portato in Italia Joseph Beuys e ha lavorato con importanti artisti nazionali e internazionali, fra i quali anche Andy Warhol. Dagli anni 80 Pier Luigi e Natalina Remotti risiedono tra Santa Margherita Ligure e Milano e la loro avventura di collezionisti continua con grande slancio.

La sede

Costruita all’inizio del Novecento, la Chiesa delle Gianelline non è un edificio con particolari valori artistici, ma ha l’eleganza tipica dell’architettura artigianale che tanto ha contribuito a dare al paesaggio urbano italiano una veste irripetibile. La sede è stata completamente ristrutturata all’interno, mentre all’esterno ha mantenuto la veste originale: il retro dipinto a fasce bianche e grigie, il fronte giallo con inserti decorativi in stucco e marmo. In Italia, fin dalla caduta dell’Impero Romano, le chiese sono state luogo d’elezione per l’espressione artistica e importanti opere d’arte hanno contribuito a delinearne lo sviluppo e la fisionomia architettonica. In continuità con questa nobile tradizione, la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti ha pertanto pensato di coinvolgere alcuni artisti contemporanei, in collaborazione con lo studio dell’architetto Alberto Ballestrero che coordina la ristrutturazione, nella progettazione di alcune zone simboliche dell’edificio, creando un ideale ponte con la Storia.

Gli interventi

Un elemento decorativo di grande rilievo nella storia dell’arte occidentale è rappresentato dai pavimenti delle chiese, pratica architettonica che in Liguria è diventata nei secoli un motivo caratteristico anche degli edifici laici: tutti i pavimenti delle case, dalle più ricche alle più semplici, sono decorati con figure geometriche o floreali, realizzate attraverso l’impasto di vari frammenti di marmo. Si è deciso di affidare a Gilberto Zorio il compito di disegnare il pavimento, per il quale ha progettato una grande stella. La posizione della stella è ruotata e dagli angoli delle diagonali partono segmenti che attraversano e uniscono l’intero spazio, mentre il pentagono interno al perimetro è in ardesia lavorata. Un meccanismo sonoro inserito sotto il pavimento produce un sibilo a intermittenze, come spesso avviene nell’opera di Zorio. Le facciate delle chiese sono state spesso sede di opere d’arte di grande rilievo: la basilica di Modena decorata da Wiligelmo o quella di San Marco a Venezia non sono che due degli esempi più famosi. Abbiamo invitato Michelangelo Pistoletto a pensare a un intervento esterno che mettesse in primo piano il segno della contemporaneità che si trova all’interno. È nata così un’opera sulla facciata che traccia in diagonale il segno del “Terzo Paradiso”, un ampliamento in tre circonferenze del tradizionale simbolo dell’infinito: una sorta di collana composta da sessanta sfere di ceramica prodotte ad Albissola, che allude ad ogni tipo di spiritualità, sia individuale che collettiva, sia laica che religiosa.

Il legame con il territorio si è inoltre attivato attraverso la collaborazione degli studenti di design della Facoltà di Architettura di Genova e dei collaboratori di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto (Biella), che hanno contribuito alla realizzazione delle sfere in ceramica. La sistemazione degli spazi interni in due piani è stata invece affidata ad Alberto Garutti. Con un gesto semplice e al tempo stesso di grande forza, Garutti ha fatto avanzare la parete dell’altare dando vita a un elemento che segna profondamente lo spazio e serve contemporaneamente a nascondere le scale e l’ascensore. La grande parete copre in altezza quasi l’intero spazio e ha la leggerezza di una vela che sembra sospesa nel nulla e tesa solo dal vento. La leggerezza è aumentata dal fatto che essa occupa il vano libero che tiene in comunicazione il pianoterra e il piano superiore, dove tuttavia non arriva a toccare il soffitto, ma rimane appunto sospesa. Alberto Garutti ha inoltre disegnato la porta di ingresso che si trova in asse con la grande parete, punto di avvertimento di un’installazione che farà sì che ogni volta che un fulmine cade nelle vicinanze le luci all’interno vibrino e si interrompano momentaneamente. Al Gruppo A12, studio di artisti e architetti di Genova, è stata invece affidata la progettazione della balaustra di protezione dell’affaccio del secondo piano, pensata come una struttura polifunzionale in cui elementi classici dei cantieri stradali sono stati tramutati in parapetti e sedute. Un analogo sistema di recinzione e sedute è previsto anche negli spazi esterni in prossimità dell’ingresso.

Tobias Rehberger, uno dei più importanti artisti tedeschi della nuova generazione, ha progettato una grande nuvola intrecciando vari tipi di nastro di velcro prevalentemente bianco, tra i quali sono inseriti dei led che, collegati a un sensore, si illumineranno in base ai movimenti dei visitatori. Questa nuvola che si distende sotto le capriate suggerisce il cielo, e contemporaneamente crea un legame simbolico con gli affreschi, i mosaici e i decori architettonici degli antichi soffitti delle chiese. Con questi interventi si è voluto pensare a uno spazio dove il ricordo della storia passata si integri al segno dell’esperienza contemporanea. Uno spazio che, nella sua purezza e precisione, sia anche in grado di essere molto flessibile e destinato a cambiare aspetto in base alle mostre che si succederanno. Oggi assistiamo al proliferare di prodigi architettonici e tecnologici, ma l’arte visiva ci chiede luoghi che sappiano innanzitutto accogliere la varietà dei linguaggi che caratterizza il mondo contemporaneo; gli artisti, ormai da tempo, ci hanno insegnato a modificare gli spazi attraverso la presenza delle loro opere: crediamo che la cosa migliore sia ristabilire attraverso di loro il legame fra arte e architettura.

Gli intenti

La Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti darà vita a due o tre eventi all’anno, invitando di volta in volta uno o più artisti a concepire un progetto per questo spazio così particolare; ogni volta, accanto alle opere create per l’occasione, ne verranno selezionate altre provenienti dalla collezione Remotti, allo scopo di creare un dialogo fra presente e passato prossimo, fra generazioni e linguaggi diversi. Parallelamente alle mostre e ai progetti particolari, l’intento è quello di arricchire il programma con presentazioni di libri, conferenze e discussioni sull’arte, eventi musicali e proiezioni di film, sia legati all’arte sia provenienti dal circuito cinematografico vero e proprio, con un occhio particolare a quelli selezionati dai festival che tuttavia non sempre vengono distribuiti nelle sale. L’apertura della Fondazione è prevista per il 13 Settembre 2008: verrà presentato lo spazio con le opere strutturali di Alberto Garutti, Gruppo A12, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger, Gilberto Zorio, alle quali è idealmente abbinata un’opera della collezione Remotti, scelta da ognuno di questi artisti e con la quale sente una particolare affinità: Garutti-Joseph Kosuth; Gruppo A12-Paul Mc Carthy; Pistoletto-Yves Klein; Rehberger-Man Ray; Zorio-Grazia Toderi. Altrettanto hanno fatto Pier Luigi e Natalina Remotti e la direttrice della Fondazione Francesca Pasini.

Immagine: Gilberto Zorio - Grazia Toderi

Ufficio stampa
Cristina Pariset cristina.pariset@libero.it tel 02 4812584 fax 02 4812486

Relazioni esterne
Cristina Raviolo c.raviolo@fondazioneremotti.it

Inaugurazione 13-09-08 | Ore 18.30-21.00

Fondazione Remotti
via Castagneto, 52 - Camogli (GE)
Orari: Da giovedì a domenica dalle 16 alle 19 e su appuntamento
Ingresso libero

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