Le complesse messe in scena della recente serie "Dream House" sono preparate accuratamente con l'aiuto di un folto team di aiutanti, in una casa non abitata del Vermont, dove tutto e' rimasto come quando il proprietario era in vita. Sono esposte 12 grandi fotografie che formano un'unica opera e anche alcuni scatti del backstage.
Gregory Crewdson (Brooklyn, 26 settembre 1962) è nato a Park Slope, un quartiere di Brooklyn. Da ragazzo ha fatto parte di un gruppo punk rock chiamato The Speedies. La loro maggiore canzone Let Me Take Your Photo divenne profetica per quello che Crewdson sarebbe diventato nella sua vita.
Alla metà degli anni ottanta Crewdson ha studiato fotografia al Purchase College. Ha quindi frequentato la Yale School of Art, presso la Yale University, nel New Haven, ottenendo un master in Belle Arti. Ha in seguito insegnato presso il Sarah Lawrence, il Cooper Union, il Vassar College e presso la Yale University, dove ha tenuto una cattedra fino al 1993.
Gli inizi del percorso artistico di Gregory Crewdson risalgono agli anni 1987-1988 con la cosiddetta serie Early Work e la serie Natural Wonder che riflette il fascino provato dal fotografo americano in rapporto ad eventi di una natura magica e mistica, fino alla serie Twilight (1998-2002) che segna il suo riconoscimento internazionale. In queste immagini "l'intrigante e oscura energia di una natura indomabile giunge in salotto".
Nelle ultime serie Dream House (2002), e Beneath the Roses, (2003-2005), Crewdson sembra lavorare decisamente più come un regista che come un fotografo.
Le sue immagini, ambientate nell'America suburbana, rivelano come citazioni, riferimenti e motivi ispiratori più immediati i film e i miti di Hollywood e si rifanno al saggio sul perturbante Das Unheimliche di Freud.
Le bellissime, complesse messe in scena di Dream House sono preparate accuratamente con l'aiuto di un folto team di aiutanti, in una casa non abitata del Vermont, dove tutto è rimasto come quando il proprietario era in vita. Crewdon ha preteso e ottenuto che gli attori prescelti - Tilda Swinton, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffamn, William H. Macy e Gwyneth Paltrow - arrivassero sul set da soli, senza assistenti, in modo da farli concentrare e catturare dalla atmosfera della casa. Il risultato è quello di assistere a un film, una storia alla David Lynch, carica di mistero e inquietudine.
Crewdson, che è stato un influente professore dell'Università di Yale, si mostra a sua volta influenzato, nelle sue precise e realistiche descrizioni dell'America rurale, dallo stile documentaristico inventato a suo tempo da fotografi storici come Walker Evans e William Eggleston. Ma con il suo uso di luci teatrali, l'impiego di elementi fantastici e soprannaturali e con la sua fiducia in uno stile largamente narrativo, ha di fatto portato ancora più avanti la tradizione della staged photography, lanciata da artisti come Cindy Sherman e Jeff Wall, che è ormai considerata uno delle modalità espressive più importanti della fotografia contemporanea.
La mostra di Milano, che rappresenta l’anteprima europea della serie Dream House - dodici grandi fotografie che formano un’unica opera - presenterà, anche fotografie del backstage e sarà accompagnata da uno straordinario volume edito da Photology con la riproduzione delle immagini esposte e testi dello stesso Crewdson, di Kathy Ryan, photo editor del New York Times che ha collaborato al progetto e di Tilda Swinton.
Un immersione nella vita quotidiana della provincia americana che lascia affascinati e turbati ad un tempo.
Ufficio Stampa:
Lucia Crespi, tel. 02 89415532 - 89401645, lucia@luciacrespi.it
Mercoledì 17 Settembre 2008 dalle ore 18.30 alle 20.00 Presentazione del catalogo Photology - Booksigning con l’artista. Dalle ore 20.00 alle 21.30 Inaugurazione mostra e cocktail
Photology
via della Moscova, 25 - Milano
Ingresso gratuito
da martedì a sabato ore 11-19