Molodkin, esponente di punta del panorama della giovane arte russa, conosciuto per le sue sculture in plexiglass trasparente riempite di petrolio che mescolano abilmente standard estetici e concetti legati alla sfera politica, realizza per questa sua mostra un progetto incentrato sul ruolo del petrolio negli equilibri geopolitici.
Galleria Pack è orgogliosa di presentare Liquid black after liquid sky del
giovane artista russo Andrei Molodkin. Molodkin, esponente di punta del
panorama della giovane arte russa, conosciuto per le sue sculture in
plexiglass trasparente riempite di petrolio che mescolano abilmente standard
estetici e concetti legati alla sfera politica, realizzerà per questa sua
mostra milanese un progetto appositamente concepito.
Il titolo della mostra, ripreso dal film degli anni ottanta Liquid sky del
regista russo Slava Tsukerman, fa riferimento ad una celebre frase del film
dove uno dei protagonisti, iniettandosi una dose di eroina, dice: ³Il cielo
è liquido: la chiave per il paradiso, latte del paradiso². Con questo titolo
Molodkin lascia intendere che il petrolio abbia preso, nella mente delle
persone e negli equilibri geopolitici del mondo globale, il posto che è
stato negli anni settanta e ottanta del secolo scorso dell¹eroina, che
l¹artista chiama appunto Liquid sky.
Le opere di Moldokin fanno infatti spesso riferimento all¹utilizzo di parole
e frasi come Democracy, In God we trust, Capitalism che ci ricordano
come la maggioranza dei paesi dove si estrae il petrolio siano tutt¹altro
che stati democratici; e che gli interessi strategici legati all¹estrazione
dell¹oro nero precedano qualunque discussione sullo stato delle democrazie
in atto o in fieri, come ad esempio il caso paradigmatico dell'Iraq.
É il caso dell¹opera Jesus e Mohammed dove, attraverso una serie di tubi e
pompe, le due statuine in plexiglass si scambiano i rispettivi fluidi. Qui,
ironicamente, il petrolio mussulmano insudicia le vene del profeta
cristiano.
Nei grandi scenari strategici globali, diventa talvolta difficile capire se
siano le forze della politica o quelle dell¹economia che detengono il
comando, poiché le responsabilità dei governi si stemperano negli
innumerevoli trasferimenti di capitale e nelle iniezioni dei fondi sovrani
sui mercati. In certo qual modo, pensando alle trasfusioni di democrazia
dei paesi occidentali, non possiamo davvero dire chi stia donando il proprio
"sangue" e a chi. Quando osserviamo il flusso e il riflusso del liquido
prodotto dalle pompe nelle sculture, tutta la metafora del sangue diventa
immediatamente comprensibile.
Il petrolio è il sangue della terra, un sangue tossico che avvelena
l¹economia mondiale. È la droga per cui la domanda supererà sempre
l¹offerta, e le pipe-line ne sono le arterie attraverso le quali ogni paese
ottiene la propria "dose". Nelle sculture, il petrolio contamina e trasforma
in parassiti le forme ed i nomi che ha svuotato del loro significato e i cui
valori economici, mediatici e politici dipendono dal prezzo del petrolio al
barile. L¹utilizzo del petrolio non è mantenuto in vita dalle nazioni, allo
stesso modo di come riempie il corpo svuotato di una scultura, il liquido
nero impone la propria legge di potenza al mercato. A causa della sua
viscosità, sembra in grado di insinuarsi ovunque, penetrando in ogni sfera
dell¹attività umana.
Andrei Molodkin è nato nel 1966 a San Pietroburgo in Russia e vive tra
Parigi e Mosca. Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e
private tra cui ricordiamo: il Museo di stato Russo di San Pietroburgo, il
S. Freud Museum di San Pietroburgo e lo Schusev State Museum of Architecture
di Mosca.
Inaugurazione 19 settembre 2008
Galleria Pack
Foro Buonaparte 60 - Milano
Orari: dal martedì al sabato dalle 13.00 alle 19.30
Ingresso libero