Torino 2008 World Design Capital
Terzo appuntamento della trilogia sull'automobile. 54 esemplari unici e centinaia fra modelli in scala, schizzi, disegni, progetti, a significare l'incessante mutare dei parametri estetici e delle tecnologie dal secondo dopoguerra ad oggi. Un excursus in quasi 60 anni di creativita' per uno dei "main events" di Torino 2008 World Design Capital.
La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, costituisce l’ultima parte di una Trilogia dedicata al mondo dell’auto che si è aperta lo scorso novembre con Novecento, esposizione dedicata all’evoluzione dello stile in campo automobilistico nell’ultimo secolo, e proseguita in aprile con Velocità, che ha indagato la narrazione dell’avventura dell’uomo alla continua ricerca del traguardo irraggiungibile.
La storia dell'automobile a Torino si è sviluppata su due direttrici che in molti casi si sono intersecate provocando scintille e benefiche contaminazioni che hanno procurato alla città e al Piemonte una notorietà senza eguali nel panorama mondiale.
Se da un lato il nostro territorio si è votato da un secolo alla produzione di automobili, dall'altro ha anche alimentato focolai di creatività, di artigianato, di tecnologia che si sono espressi nel pezzo unico, nel prototipo, prima come risposta su misura alla committenza privata poi come strumento per certificare le competenze degli atelier e promuovere commesse da parte di costruttori nazionali e internazionali.
Si contano nel mondo potenti distretti dell'auto, negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea, in Germania, in Francia, ma non è mai sorto altrove un fenomeno imprenditoriale e socio-economico come quello torinese, così articolato, complesso, frammisto di competenze che si sanno integrare, consorziare, che generano proposte creative e di metodologia produttiva di estrema qualità e competitività.
L'analisi di "Dream" parte dagli anni '50, da quel particolare momento dell'industria dell'auto italiana che, appena uscita dalle ferite della guerra, si impegna a perseguire l'obiettivo fordista dell'auto per tutti, ma resta fortemente attratta dal fascino del modello fuori serie, del Dream Car come segno esplicito di ottimismo, come visione anticipativa di un futuro luccicante, concessione a volte ingenua alla provocazione, all'evasione.
Tutti i Marchi e tutti i grandi Maestri di allora, alcuni scomparsi e alcuni dimenticati, i più sconosciuti al pubblico giovane, hanno offerto una loro visione del bello puro, svincolato dagli standard imposti dalla catena di produzione e hanno cercato di individuare gli stilemi della società futura.
Modelli topici nascono da Fiat, da Lancia (a Milano da Alfa Romeo, da Touring, da Zagato) e dagli stabilimenti di Bertone e di Farina, dai laboratori di Vignale, di Ghia, di Frua. Spiccano e si affermano figure di designer e progettisti a tutto tondo come quelle di Mario Revelli di Beaumont e di Dante Giacosa.
Sulle prestigiose carrozzerie Ferrari e Maserati, che il mondo ci invidia, compaiono le mostrine di Bertone, di Pininfarina, di Ghia e la comunità dei designer che opera come freelance, nei Centri Stile delle Case e dei Carrozzieri, in strutture autonome fornitrici di servizi come l'Italdesign di Giugiaro, come Coggiola e Fioravanti, si arricchisce di autorevoli professionalità: Giovanni Michelotti fra tutti, Mario Boano, Aldo Sessano, Filippo Sapino, Tom Tjaarda, Franco Scaglione, Pio Manzù, Marcello Gandini, Paolo Martin, Lorenzo Ramaciotti, Walter De Silva.
Da metà anni ‘70, i Centri di car design hanno avviato ricerche più solide per affrontare le criticità dell'automobile, per adeguare il mezzo alle esigenze della sicurezza, della riduzione dell'inquinamento, dell'eco-sostenibilità, dell'emancipazione dal petrolio. Da qui le indagini sulle trazioni elettriche, sui propulsori ibridi o alimentati da fonti rinnovabili in un contesto economico plausibile.
Il Dream continua a confrontarsi col futuro ma è maturato e si è tradotto in concept; le proposte dei creativi vanno allora lette con un'attenzione più profonda essendo portatrici di segnali concreti, capaci di offrire una prospettiva di continuità.
Le arcate luminose del Padiglione di Torino Esposizioni progettato da Piero Luigi Nervi, culla dei prestigiosi Saloni dell'Auto del passato, sono chiamate a esaltare la qualità, la forza e la fisicità di questi sogni espressi in linee, in masse, in lamiere.
L'area centrale dell'importante spazio museale (14.000 mq.) accoglie i masterpieces selezionati per testimoniare la creatività di quasi 60 anni di ricerca, mentre fanno da cornice le sale di approfondimento tematico. Sono oltre 50 i prototipi esposti e 3 le sale per gli audiovisivi con proiezioni anche in virtual reality per descrivere l'iter progettuale dal primo tratto di matita al benestare a procedere per l'industrializzazione del modello.
La sala conferenze della Mostra ospiterà una fitta sequenza di incontri con "I Protagonisti" - aziende e car designer - invitati a documentare in particolare ai giovani e agli appassionati dell'automobile la propria vicenda ed esperienza professionale.
A partire dal 16 novembre l’esposizione si arricchirà di una nuova sezione dal titolo "Da 0 a 100" dedicata a Karl Abarth, fondatore della storica officina, in occasione dei cento anni della sua nascita, che rimarrà aperta fino al 9 dicembre. Protagoniste, insieme a Karl Abarth, le vetture più rappresentative della storia e dello stile Abarth, con particolare attenzione a quelle che hanno contribuito a creare e mantenere nel tempo la leggenda del marchio.
Nell’anno in cui Torino celebra il titolo di prima Capitale mondiale del Design assegnatole da Icsid, l’Associazione mondiale del Disegno industriale, non poteva mancare una grande mostra dedicata al car design, che costituisce una delle eccellenze del territorio piemontese. La curatela è affidata ad un Comitato scientifico composto da un pool di esperti del settore (Pietro Camardella, Nevio Di Giusto, Leonardo Fioravanti, Rodolfo Gaffino Rossi, Roberto Piatti, Lorenza Pininfarina, Lorenzo Ramaciotti e Paolo Tuminelli) coordinati da Giuliano Molineri, già Direttore Generale di Giugiaro Design per 20 anni e fine conoscitore del mondo dell’autoveicolo.
Coordinatore: Giuliano Molineri
Pietro Camardella
Nevio Di Giusto
Leonardo Fioravanti
Rodolfo Gaffino Rossi
Roberto Piatti
Lorenza Pininfarina
Lorenzo Ramaciotti
Paolo Tumminelli
Progetto dell'allestimento
Ferdinando Fagnola
Immagine: Ferrari Mythos
Ufficio stampa:
Torino 2008 World Design Capital
Alessandro Bertin/Stefano Fassone Tel. + 39 011 218213 press@torinoworlddesigncapital.it - fassone@torinoworlddesigncapital.it
Inaugurazione: 18 settembre 2008
Museo dell’Automobile
Padiglione Giovanni Agnelli – Torino Esposizioni
C.so Massimo d’Azeglio 15 - 10126 Torino
ORARI:
martedì - domenica 10-18.30
lunedì chiuso
INGRESSO:
intero € 7
ridotto € 5
scuole € 2