Suso Fernandez, Marina Gasparini, Lauro Giovanetti. Fotografia, scultura e pittura: tre personalita' e tre discipline diverse per affrontare la dialettica tra realta', immaginario e denuncia sociale.
Tre personalità e tre discipline diverse per affrontare la dialettica tra realtà, immaginario e denuncia sociale.
Realtà concreta che indaga i materiali e consente a Suso Fernandez, scultore galiziano, rimandi alla mitologia e agli archetipi dell’umanità attraverso i quali crea un continuum temporale che è analisi dell’esistenza pura. Lontano da poetiche predefinite il suo operare nasce dal desiderio di mostrare il dialogo tra la materia inerme e la materia elaborata. Nonostante l’assenza di parole vere e proprie il suo lavoro viene spesso associato ai percorsi della poesia visiva... In questo caso a tre dimensioni.
Chi del racconto visivo della realtà trasformata e utilizzata per comunicare concetti e idee ne fa professione è Lauro Giovanetti, graphic designer di Modena attivo con successo dal 1965. Attraverso la fotografia ci mostra, con sorprendente abilità, come alcuni elementi del reale decontestualizzati e messi in relazione con altri, offrono possibilità espressive inedite diventando racconti così sorprendenti da fissarsi nella memoria.
Nati in origine come manifesti per commentare argomenti trattati dal quotidiano l’Unità queste immagini rappresentarono nel 1982 e 1984, anno della loro prima diffusione, una novità importante nell’ambito della grafica di partito. Riproposti oggi senza testi di corredo, vivono di vita autonoma e sono ancora capaci di suggestionare l’immaginario collettivo.
L’indagine di Marina Gasparini, bolognese d’adozione e docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia, è privata, legata ai suoi luoghi di origine e alle sue esperienze. Attraverso una proposta inedita, realizza infatti i suoi racconti stampando su tessuto i luoghi o gli oggetti della sua casa su cui ricama parole che commentano le immagini.
Utilizza frasi come “Fammi arrabbiare, fammi ridere” oppure“Quando nel sogno lei era me da vecchia”, “Quando ti ho presentato a mia madre come il mio non fidanzato” che con ironia, rabbia, tenerezza documentano un vissuto estrapolato dalla propria sensibilità, pagine uscite dal diario personale dell’artista. Questi frammenti poi sono messi in relazione tra loro creando un racconto quotidiano della sua vita vissuta e di quella desiderata.
Inaugurazione dalle 17 alle 20
Sblu spazioalbello
via Antonio Cecchi, 8 - Milano
Orario: lun-ven 18-20
Ingresso libero