Istituto Italiano di Cultura
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Ferruccio Gard
dal 22/9/2008 al 19/10/2008

Segnalato da

Giorgio Garosci


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Ferruccio Gard



 
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22/9/2008

Ferruccio Gard

Istituto Italiano di Cultura, Bruxelles

La Venezia dipinta. L'artista propone in questa occasione una ventina dei suoi ultimi lavori, opere astratte caratterizzate da una musicale esplosione di colori sulla spazialita' della tela e quadri cinetici.


comunicato stampa

L’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles inaugura la sua nuova stagione espositiva con la mostra La Venezia dipinta dell’artista Ferruccio Gard.

In collaborazione con la Regione Veneto l’Istituto Italiano di Cultura organizza la prima retrospettiva dell’artista veneziano in Belgio. Gard, artista con all’attivo 4 Biennali Internazionali di Venezia ( 1982, ’86, ’95 e 2007), l’XI Quadriennale di Roma e oltre 130 personali in tutto il mondo, proporrà una ventina dei suoi ultimi lavori, opere astratte caratterizzate da una musicale esplosione di colori sulla spazialità della tela e quadri cinetici, il movimento artistico, conosciuto internazionalmente come op art, del quale è stato fra i protagonisti negli anni settanta.

Verranno esposti anche pannelli metallici digitali realizzati in collaborazione con l’architetto veneziano Maurizio Rosa, raffiguranti Palazzo Ducale come presumibilmente era ai tempi dei Dogi, com’è ora e come potrebbe essere con le facciate dipinte con i quadri cinetici di Gard. Da qui lo spunto per il titolo della mostra La Venezia dipinta. Una provocazione – Palazzo Ducale è uno degli edifici storici più belli del mondo – per proporre il binomio architettura/pittura per il recupero e l’abbellimento, con la nuova tecnica della pittura digitale, di edifici anonimi, quando non decisamente brutti, in città meno fortunate di Venezia.

Ferruccio Gard, considerato un maestro del colore, ha sviluppato ricerche sulla percezione visiva e sul cromatismo. Un personale e originale cromatismo costituisce la costante riconoscibilità e la coerenza della sua arte nei vari passaggi, dal cinetismo degli anni settanta, alla nuova geometria degli anni ottanta, all’astratto-informale e allo spazialismo degli anni novanta sino all’astrattismo e al nuovo cinetismo di questi ultimi anni.

Tra coloro che hanno scritto di Gard e della sua opera si ricordano tra gli altri Pierre Restany, Giulio Carlo Argan, Joseph Marchiori, Achille Bonito Oliva.

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