Nicola Brindicci
Simona Corbetta
Paolo Negretti
Fiammetta Pancera
Elena Redaelli
Luigi Marchesi
Renato Giananti
Francesco Palmisano
Roberto Borotto
Bruno De Santi
Italo Mazzei
Giuseppe Samperisi
Giuseppe Termine
Marco Bozzini
Ivan Melzi
Paolo Labbadini
Clara Bartolini
Virgilio Patarini
Antonio D'Amico
L'inaugurazione della galleria coincide con l'inaugurazione delle prime 2 mostre in calendario: 'Abstraction Parade', collettiva di 15 pittori che esplorano le possibilita' dell'astrazione contemporanea, e la mostra personale del fotografo Nicola Brindicci intitolata 'Metafisica del Cosmo'.
24 settembre alle ore 18.30 si inaugura a Milano, in via Zamenhof 11, una nuova galleria dedicata all’arte contemporanea: 4 sale, 2 vetrine su strada, oltre 200 metri quadrati di esposizione, a 100 m. dall’Auditorium di Milano, interamente dedicati ad artisti giovani, emergenti, outsiders.
La galleria inoltre si avvale di uno staff giovane e dinamico: Virgilio Patarini (Direttore Artistico); Valentina Carrera (Vice Direttore Artistico); Giovanni Grassi (Vice Presidente); Davide Corsetti (Ufficio Stampa); Simone Boscolo (Segreteria); Giuseppe Ferraina (Relazioni Esterne); Francesca Bellola (Promoter).
L’inaugurazione della galleria coincide con l’inaugurazione delle prime due mostre in calendario: nelle sale “Alberto Burri” e “Lucio Fontana” la mostra tematica “Abstraction Parade”, collettiva di 15 pittori che esplorano le possibilità dell’astrazione contemporanea, a cura di Virgilio Patarini; nelle sale “Mark Rothko” ed “”Emilio Vedova” la mostra personale del fotografo Nicola Brindicci intitolata “Metafisica del Cosmo”, a cura di Clara Bartolini. Presenta quest’ultima mostra il critico Antonio D'Amico.
Nascita e direzione artistica della galleria
La galleria Zamenhof nasce da un piccolo agguerrito gruppo di artisti emergenti, quasi tutti trentenni, che forti dell'analoga esperienza della "casa madre", l'Atelier Chagall, hanno deciso di unire le forze per dar vita ad un nuovo ambizioso progetto, una grande galleria indipendente, a Milano, interamente dedicata ad artisti giovani e out-siders.
La direzione artistica è stata affidata a Virgilio Patarini, formato all'Università di Bologna sotto la guida di Renato Barilli, il quale ha alle spalle una carriera come curatore di oltre duecento mostre e circa settanta cataloghi in meno di dieci anni di attività, coadiuvato da Valentina Carrera, vice-direttore artistico anch’essa giovane artista emergente con alle spalle una carriera parallela e analoga a quella di Patarini come direttrice e curatrice. Con Patarini infatti ha diretto lo spazio espositivo della Basilica di S.Celso prima (per tre anni) e dell'Atelier Chagall poi (dal 2003 ad oggi) e curato circa un centinaio di mostre in otto anni.
Filosofia e selezione degli artisti
La Galleria Zamenhof si presenta come uno spazio gestito con rigorosi criteri di merito e qualità, dove si effettua una selezione a livello nazionale che prescinde dal censo e dalle entrature, e dove si progettano mostre curate con competenza critica in cui ci si sforza di cercare un rapporto dialettico con la Storia dell'Arte Contemporanea, secondo delle linee guida che Virgilio Patarini riassume così: “La storia è vecchia è risaputa, ma forse oggi vale la pena di ripeterla: i grandi artisti protagonisti delle avanguardie del ‘900 sono giganti rispetto a noi. E noi nani rispetto a loro. ,ma se saliamo sulle loro spalle, possiamo vedere più lontano.” La modalità di selezione degli artisti si è basata su di un meticoloso lavoro di scouting effettuato da Patarini e Carrera coadiuvati da Corsetti, Boscolo e Ferraina, che ha visto prendere in considerazione opere di oltre 2500 artisti su siti, cataloghi, annuari e riviste di tutta Italia. La selezione ha individuato un centinaio tra gli artisti più interessanti, i quali in seguito sono stati contattati tutti personalmente, approfondendone la conoscenza attraverso foto e cataloghi e, spesso, con la visita in studio. Dopo un’ulteriore scelta, i rimanenti sono stati invitati a integrare il programma di mostre personali e collettive della stagione, aggiungendosi a quanti selezionati negli anni precedenti dall’Atelier Chagall, e dall’Atelier Chagall, “prestati” per questa stagione alla Galleria Zamenhof.
Abstraction Parade
"Abstraction Parade” in due round, presenta una ampia carrellata in due sessioni su una trentina degli attuali eredi di Pollock, Burri, Vedova e Mondrian: la prima sessione, dal 24 settembre al 12 ottobre, comprenderà gli artisti di area milanese: Simona Corbetta, Paolo Negretti, Fiammetta Pancera, Elena Redaelli, Luigi Marchesi, Renato Giananti, Francesco Palmisano, Roberto Borotto, Bruno De Santi, Italo Mazzei, Giuseppe Samperisi, Giuseppe Termine, Marco Bozzini, Ivan Melzi e Paolo Labbadini. A novembre, la seconda sessione con artisti provenienti da tutta Italia.
Nota critica
Questa mostra indaga nell’ambito della pittura astratta e informale contemporanea il retaggio di alcune delle maggiori Avanguardie del Novecento. A tutti gli effetti, si tratta di una vera e propria carrellata, una sorta di ‘parata’, appunto, in cui si passano in rassegna alcuni dei ‘nipotini’ milanesi di Pollock, Vedova, Afro, Burri, Mondrian. Al Dripping e all’Action Painting del grande maestro americano, infatti, si ispirano palesemente, in ordine di ‘fedelta’’: Italo Mazzei, Luigi Marchesi, Renato Giananti e Fiammetta Pancera. Una contaminazione di Vedova con Pollock persegue Francesco Palmisano. Sempre sulla scia del grande pittore veneziano lavorano anche Giuseppe Samperisi, Giuseppe Termine e Roberto Borotto. Nel segno di Afro, ma con tonalita’ piu’ accese e mediterranee, dipinge Marco Bozzini; mentre le spirali e le altre composizioni geometriche di Bruno De Santi oscillano tra l’astrazione di Mondrian riletta in chiave tonale e dinamica e un Vasarely ultra semplificato. Alle ricerche sull’uso di materiali extra pittorici di Burri e dell’Informale europeo si rifanno piu’ o meno esplicitamente Simona Corbetta, Paolo Negretti, Elena Redaelli e Ivan Melzi. Paolo Labbadini infine contamina astrazione geometrica e gestualita’ espressionista con l’assemblaggio di pezzi di plastica bruciata: vale a dire Mondrian, Vedova e Burri in un colpo solo. In definitiva la ridda di riferimenti cosi’ stratificati, articolati, ‘incrociati’, non solo dimostra quanto possa essere fecondo e attuale il ricorso al retaggio del Novecento, ma suggerisce anche una possibile direzione di marcia: la contaminazione. Insomma, non solo si puo’ (forse addirittura si deve) attingere alla tradizione delle grandi Avanguardie del Novecento, per fare Arte Contemporanea, ma se si prova a fonderle, a mischiarle, a ‘contaminarle’, i risultati possono essere ancora piu’ stimolanti, piu’ forti, piu’ convincenti.
Virgilio Patarini
Metafisica del Cosmo
Dal 24 settembre al 12 ottobre, nelle sale Rothko e Vedova della galleria Zamenhof, avrà luogo la mostra personale “Metafisica del Cosmo” del fotografo "metafisico-minimalista" Nicola Brindicci a cura di Clara Bartolini.
Nota critica
“L’ampio arco di ricerca che accompagna il percorso creativo di Nicola Brindicci si caratterizza per l’uso dell’immagine fotografica che via via sempre più si trasfigura assumendo un volto pittorico. Sia che rappresenti oggetti colti negli interni sia che allunghi lo sguardo verso il paesaggio, egli passa da strutture apparentemente concrete quando non addirittura monumentali, a fluidità luminosamente sciolte; e a poco a poco quelle che possiamo definire rocce emergenti dal mare si collocano in profondità paesaggistiche dove predomina la luce dell’alba. Ma a questo punto le immagini si smaterializzano e si trasformano in sagome filiformi: possiamo riconoscervi albe delicate e vibranti, ma soprattutto simboli della sottile caducità delle immagini. Che cosa ci vuole rappresentare Brindicci? Il sole che si scioglie nell’aria o le nuvole che si trasformano in vibrazioni metalliche? Noi riceviamo il suo messaggio come testimonianza della continuità della natura tra lo spessore materico e la sua impalpabilità.“
Rossana Bossaglia
Nota biografica
Nicola Brindicci, il “fotografo dell’anima”, inizia la sua carriera d’artista in Ungheria dove dal 2004 al 2006 gli vengono dedicate 13 mostre personali nelle gallerie civiche ungheresi di Aydùnànàs, Tizauyaros, Sarospatac, Niyrechasa, Debrecen. Sempre in Ungheria, nel 2006 alle sue opere vengono dedicate le conferenze interattive presso l’università di Filosofia di Debrecen (2006) e l’Istituto di Parapsicologia di Budapest (2006). Nel 2006 torna in Italia dove partecipa a numerose personali, conferenze interattive e collettive in spazi pubblici e privati, tra i quali riportiamo: le 2 collettive, 6 personali e 11 conferenze interattive alla Galleria Artelier di Milano (2006-2007), la collettiva alla Libreria Bocca (2006), la collettiva Maison Espana (2007), la mostra collettiva “INPERMANENTEPRECARIETA’” al Politecnico di Architettura di Milano (2007), le due personali all’Umanitaria Chiostro dei Glicini di Milano (2007), e le personali allo Spazio Anteo Milano (2007), alla Galleria Sacerdoti di Milano (2007), allo Spazio Frisi di Milano (2007), alla Galleria dell’uva di Ferrara (2008), al Gran Caffè Italiano di Crestanello (2008) e la collettiva al Castello Estense di Ferrara (2008).
Ufficio Stampa, Davide Corsetti – tel.: 3497325740
email: galleria.zamenhof@gmail.com
Inaugurazione 24 settembre alle ore 18.30
Galleria Zamenhof
via Zamenhof, 11 Milano