Castello di Roddi
Roddi (CN)
Salita al Castello, 1
0173 620120 FAX 0173 620984
WEB
Teonesto Deabate
dal 25/9/2008 al 19/10/2008
ven 15/19, prefestivi e festivi: 10/13, 15/19

Segnalato da

Giorgio Barberis




 
calendario eventi  :: 




25/9/2008

Teonesto Deabate

Castello di Roddi, Roddi (CN)

Una tradizione razionalista. Nell'opera dell'artista le dimensioni sono quasi sempre affettive, le colline, il mare, la campagna; e i colori sono quelli dettati da un approccio delicatissimo attuato attraverso il filtro della luce.


comunicato stampa

a cura di Giorgio Barberis e Luca Golino

Testi e schede di
Giorgio Barberis, Luca Golino

Edizioni Città di Roddi

Nato a Torino nel 1898, Teonesto Deabate dimostra, sin da giovanissimo, di essere un artista completo. Già nei primi anni Venti, dopo aver completato gli studi presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, prende parte a numerose esposizioni; inoltre rivela concretamente il suo interesse per le arti applicate che lo porterà, nel 1923-24, a rivestire l'importante ruolo di direttore artistico delle Ceramiche Vittoria di Mondovì. Seguiranno numerose esperienze che dimostrano l'eclettismo dell'artista: dalla ceramica alle illustrazioni, dall'architettura al design, senza dimenticare l'attività didattica -è stato per quarant'anni docente alla facoltà di Architettura del Politecnico di Torino (disegno dal vero e scenografia), all'Accademia Albertina (decorazione) e all'Istituto '' T. Rossi di Montelera'' (estetica fotografica).

Da sottolineare anche le prestigiose partecipazioni a manifestazioni come la Promotrice di Torino, la Biennale di Venezia, l'Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne di Monza. Non è tuttavia mia intenzione dilungarmi sugli innumerevoli eventi che hanno caratterizzato la carriera dell'artista Teonesto Deabate. La città di Roddi (CN) ci offre l'opportunità di conoscere in maniera approfondita l'attività pittorica del Maestro, grazie ad un percorso artistico di sessanta opere allestito nel castello della città, e quindi l’occasione per accostarci, in particolare, alla sua pittura che presenta atmosfere luminose e rasserenanti, caratterizzate dall'armonia fra la natura e la sensibilità dell'artista. “Ciò che egli dipinge – annotava precisamente Luigi Carluccio - è sempre qualcosa che realmente esiste; qualcosa che l'uomo guarda da sempre, con un rapporto di conoscenza e di amore che si è modificato nel tempo sotto la spinta di memorie accumulate. [...] È il mondo della realtà sensibile, quale essa appare nel chiuso dello studio del pittore, nel cerchio dei modelli consueti, nel paesaggio veduto attraverso la finestra, o trapassato, peregrinando in una febbricitante ricerca di motivi attraverso cui testimoniare le dimensioni e i colori del nostro pianeta.

Nell'opera di Deabate le dimensioni sono quasi sempre affettive, le colline, il mare, la campagna; e i colori sono quelli dettati da un approccio delicatissimo attuato attraverso il filtro della luce, che li sbianca, li intenerisce, li flette come una luce di meriggio e li include in un clima trepidante, da “festa galante”, che ha un solo interprete ed attore: il vero naturale» (Gazzetta del Popolo, Torino, 11 dicembre 1971). L'importanza del “vero naturale” ci viene ricordata anche dalla testimonianza dell'architetto Luca Deabate, figlio del pittore. Negli anni Sessanta il Maestro era solito viaggiare con la famiglia, non solo alla riscoperta di opere e monumenti famosi, testimonianze del passato, ma anche per trovare l'ispirazione per i suoi stessi dipinti: «Durante questi viaggi si fermava ad ammirare l'ondulazione di un prato, il colore di una montagna, la sinuosità di un golfo; erano, diceva, la ricchezza del mondo e, dunque, in quelle brevi soste si doveva trovare sempre il tempo di disegnarle ed acquerellarle, quelle ricchezze». La raffinata semplicità dei soggetti scelti dal pittore riflette la sua personalità umile, schiva, ma di elevata cultura. Visitando la mostra si può delineare un percorso che va dalla pittura anni Venti (si veda ad esempio “La tettoia”, 1927) , passando agli anni Cinquanta (“Budello di Varigotti”, 1950) e Sessanta (“Pescatore sul Po”, 1968) fino ad arrivare agli anni Settanta (“Maschere”, 1978). Il repertorio è molto vasto: paesaggi dipinti dal vero, legati alla città natale e a luoghi di vacanza; nature morte; figure nude e ritratti. Un percorso lineare e completo che, a ventisette anni dalla scomparsa dell'artista (1981), dimostra la sorprendente attualità di opere moderne e senza tempo.

Inaugurazione: sabato 26 settembre ore 18
Orari: venerdì: 15-19
prefestivi e festivi:10/13
15/19
Ingresso libero
Catalogo gratuito in sede

Castello di Roddi
Salita Castello - Roddi (CN)
Orari: venerdì: 15-19 prefestivi e festivi:10/13 15/19
Ingresso libero

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