Le citta' ritrovate - Pisa / Buenos Aires. L'artista lavora da tempo sul tema dell'esilio e del distacco riflettendo con il video e la pittura sui legami e le lacerazioni che allo stesso tempo uniscono e separano l'Argentina e l'Italia. A cura di Lorenzo Canova.
a cura di Lorenzo Canova
Ernesto Morales lavora da tempo sul tema dell’esilio e del distacco riflettendo con il video e la pittura sui legami e le lacerazioni che allo stesso tempo uniscono e separano l’Argentina e l’Italia. Questi due paesi rappresentano dunque le polarità simboliche delle opere di Morales, che nella sua ricerca dipinta o filmata scopre le assonanze segrete che legano queste due terre in senso quasi metafisico, come se Giorgio de Chirico, Jorge Luis Borges, Giovanni Papini o Julio Cortázar avessero deciso di unire le loro visioni in un’unica galleria di immagini. Non a caso in passato Morales ha dedicato opere video al tema della migrazione italiana in Argentina, alle permanenze e alle perdite d’identità che segnano il destino delle comunità trapiantate in un paese straniero. Il video e la fotografia, strumenti essenziali per una documentazione oggettiva di una realtà difficile e sfuggente sono, non a caso, il punto di partenza per le opere pittoriche dell’artista, una base che tuttavia viene manipolata, rielaborata e trasformata in quadri che mostrano un meditato processo di metamorfosi, sublimazione e decantazione.
Gli spazi cittadini, come territorio privilegiato delle radici storiche, sociali e culturali di un popolo sono quindi scelti da Morales per dare forma a un sentimento di distacco e di nostalgia collocato nella rarefazione che sfuma allusivamente la forza plastica delle architetture. In questa mostra l’artista ha congiunto dunque due città diverse e distanti come Pisa e Buenos Aires svelando indecifrabili e oscure affinità esaltate dal vuoto e dal silenzio dove il grigio fa da motivo conduttore per la definizione pittorica dei volumi di edifici antichi e moderni, di lungarni e viali disabitati e inquietanti. Nei labirinti urbani che si diradano nella nebbia delle geometrie dei palazzi e delle cattedrali, Morales evidenzia dei percorsi di luce sottolineati dalle strisce e dai pali stradali, dalle porte, dalle finestre e dalle ringhiere che si accendono di bagliori blu e gialli, unici elementi di colore nella seriale monocromia di questi territori fittizi e plausibili. Così, in questi sentieri accennati, interrotti e spezzati, lo spettatore può cercare il significato di un esilio inesorabile e apparentemente incomprensibile che colpisce gli uomini e la memoria, il senso di una perdita enigmatica, la via di uscita da queste strade dove il mistero delle città irreali si fonde alla via aperta verso un ritorno perennemente sognato e forse impossibile.
Inaugurazione 27 settembre 2008
Palazzo Fiumi e Fossi
Via San Martino, 60 - Pisa