Decalogo. L'artista, attraverso le fasi dell'invenzione, del disegno e dell'incisione e' giunto alla realizzazione di dieci grandi lastre di rame. Esaurita la loro funzione di matrici per la stampa dei pochi esemplari tirati e dopo la piegatura dei bordi e l'acciaiatura delle superfici con effetto specchiante, le lastre sono diventate oggetti scultorei che accolgono e riflettono nello spazio i temi iconografici caratteristici di Canevari.
Dopo la sua personale Nothing from nothing lo scorso anno al MACRO e la partecipazione alla 52ª Biennale di Venezia, l’artista romano Paolo Canevari, recentemente stabilitosi a New York, è tornato a Roma per realizzare un nuovo progetto in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica. Paolo Canevari lavora “molto sul processo mentale dell’opera ...che prende vita nel breve periodo di tempo necessario per la produzione”. Stimolante è stato quindi per lui lavorare alla Calcografia dell’Istituto, l’unico museo con una Stamperia attiva, in cui torchi ottocenteschi e soprattutto l'esperienza del maestro calcografo Antonio Sannino gli hanno permesso di dar vita ad opere seriali e uniche allo stesso tempo. Tra i due è nata una collaborazione, un incontro. Insieme hanno discusso e operato delle scelte sui materiali, sulle procedure.”Queste potenzialità sono importanti e sottintendono un ulteriore processo creativo che viene dopo l'intervento diretto dell'artista”.
II progetto DECALOGO scaturisce, se non direttamente dal ciclo delle “Vetrine alla Calcografia”, certamente dalla continua attenzione che l'Istituto ha dedicato all'opera di Canevari fin dal 1999, anno in cui fu invitato a partecipare alla XXIII Biennale di Arti Grafiche di Lubiana nella selezione di artisti italiani curata da Luigi Ficacci. Interesse confermato nelle successive iniziative quali le “Vetrine” dedicate al disegno nel 2000, con l'installazione Seme sulla volta di una sala espositiva della Calcografia e “Muoviti segno!” nel 2001, manifestazione rivolta ai video d'artista nella quale l’artista fu presente con il film d’animazione Esodo.
Canevari ha dimostrato di padroneggiare perfettamente le tecniche dell'incisione, passando attraverso le fasi dell' invenzione, del disegno e dell' incisione delle dieci lastre da lui progettate in grandi dimensioni. Esaurita la loro funzione di matrici per la stampa, dei pochi esemplari tirati e passate attraverso la piegatura dei bordi e l'acciaiatura delle superfici con effetto specchiante, le lastre sono diventate oggetti scultorei che accolgono e riflettono nello spazio i temi iconografici caratteristici dell'artista.
La sua poetica, immersa nel sociale, sottintende una complessa struttura concettuale ancorata all’attualità. “L’opera non può più essere solo perfetta dal punto di vista formale, ma deve offrire la possibilità di riflettere su alcuni aspetti della realtà che spesso non si percepiscono nella loro vera essenza”. Non propone una sola lettura, anzi auspica un ampliamento di significati a prescindere dalle sue intenzioni. E' questo l’aspetto della sua arte che egli stesso definisce più democratico: accettare che ognuno interpreti le sue opere attraverso i propri strumenti culturali e il grado di attenzione che può riservargli, rischiando anche la superficialità del primo impatto. Si lega così, non del tutto involontariamente, alla intrinseca potenzialità di diffusione che ha contraddistinto per secoli l’incisione in genere. Questa è conosciuta infatti come la prima forma di espressione artistica, dal medioevo e prima dell’avvento della fotografia, capace di diffondere attraverso le immagini, concetti, idee, eventi, opere d’arte e in grado di raggiungere un ampio pubblico non sempre colto. Le lastre a specchio, ultima fase del lavoro, accolgono l’immagine dello spettatore riflesso, rimandando il ribaltamento del disegno inciso nello spazio.
La scelta del luogo in cui operare o installare i lavori è importante per Canevari: conferisce all’operazione un valore aggiunto rafforzandone il messaggio. Così è stato per DECALOGO realizzato interamente in Calcografia, il luogo deputato per la ricerca sull’incisione, sacrario del segno, anche grazie al sostegno della Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee (PARC). L'intenzionalità dell'artista, nell'interpretare la lastra incisa come opera d'arte, trova piena corrispondenza nella politica delI’Istituto che da anni promuove il concetto della matrice come bene culturale. Se l'Istituto vuole avere un ruolo attivo nel produrre cultura, sfruttando tutte le sue potenzialità, tra le attività che la identificano, deve continuare ad attivare queste esperienze come momenti che contemperano ricerca, esposizione e arricchimento del patrimonio museale.
L'iter creativo percorso da Paolo Canevari in questa circostanza sarà presentato al pubblico nelle sale espositive di Palazzo Poli dal 3 al 31 ottobre 2008. L'iniziativa, corredata dalla documentazione video di Ariel Genovese, aderisce, sabato 4 ottobre, alla 4° Giornata del Contemporaneo. Il catalogo, edito da Electa è stato realizzato grazie alla collaborazione della Galleria Christian Stein di Milano.
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Inaugurazione giovedì 2 ottobre 2008 ore 18
Palazzo Poli
Via Poli, 54 - Roma
Ingresso gratuito
Orario tutti i giorni 10 -19