I Believe in God. Nel video che da' il titolo alla mostra, piccole figure di divinita' girano su se stesse su un cangiante sfondo rosso. Non sono realmente immagini sacre, ma rappresentazioni votive popolari, souvenir di diverse religioni, materializzazioni mondane del concetto piu' alto che conosciamo: Dio.
I believe in God, l'ultimo video di Sebastiano Mauri ritorna a Napoli dopo
la presentazione nel progetto "Latinolatino" come il fulcro di una nuova
mostra personale dell'artista italo-argentino alla NOTgallery.
Nel video piccole figure di divinità girano su se stesse su un cangiante
sfondo rosso. Non sono realmente immagini sacre, ma rappresentazioni
votive popolari, souvenir di diverse religioni, materializzazioni mondane
del concetto più alto che conosciamo: Dio.
Con la lentezza devozionale di una preghiera, ogni immagine si mostra e
scompare per dissolvenza nella successiva, invitando lo spettatore ad
immaginare chi ne segue i principi, venera le reliquie, idolatra la figura
e ne osserva il messaggio. Una metamorfosi celestiale accompagnata da
canti sacri di tutte le età e culture sovrapposti in un'unica preghiera
panteistica: Buddha si trasforma in Ganesh, Gesù in Pachamama e così via.
La superficie rotante del piedistallo sembra scolpirle nel tempo e
fermarle per poi renderle di nuovo auliche. Instancabile ricercatore della
causa all'origine delle cose, Sebastiano Mauri esplora con l'approccio di
un antropologo la possibilità di identificarsi in qualunque religione e
descrive la necessità di una propria divinità, necessariamente diversa per
ognuno. Attraverso l'infinito ruotare di talismani, questi souvenir sono
destinati a fondersi nei suoni assemblati per confondersi fra loro: mille
punti di vista dentro un unico canto fluido e universale generato da mille
credenze. E piano piano i piccoli "idoli" sembrano tutti uguali, e, si fa
corpo nel continuo roteare di immagini la dichiarazione dell'artista: il
desiderio di rottura delle barriere che a volte ingenerano conflitti
planetari, laddove si nega l'esercizio di un culto dal quale ci si sente
maggiormente protetti.
Al video si accompagnano una serie di fotografie: ogni foto ritrae un
idolo/souvenir diverso; nel caso delle fotografie però, lo scenario comune
a tutte le immagini (il drappo rosso sullo sfondo) scompare; ogni scultura
è ritratta sullo sfondo che le è più congeniale. Tuttavia, nonostante le
diversità, sembra riconoscersi in ciascuna una radice comune: il punto di
vista dell'artista che, attraverso l'uso di soggetti e sfondi diversi,
luci e ombre differenti, riesce sempre a costruire una rappresentazione
per così dire "spirituale", probabilmente ricostruendo quella radice
archetipica di tutte le immagini sacre.
Fin qui soltanto rappresentazioni. Completano la mostra delle vere e
proprie sculture sacre, presentate nella sala inferiore di NOTgallery, che
funge qui non tanto da cripta, quanto da contenitore sacro delle reliquie.
E' qui che Sebastiano Mauri presenta alcune opere votive da lui stesso
realizzate: miniature ricche di dettagli che riescono sorprendentemente a
tradurre la pienezza spirituale che le immagini sacre tentano di
trasmettere, ma che il gusto popolare traduce o in ricchezza di
particolari o in preziosità di materiali che accostati l'uno all'altro
assumono un tono decisamente kitsch. Al visitatore spetterà il compito di
scegliere se ed a quale religione offrire la propria devozione e i
"dovuti" riti.
Di origine Italo-Argentina Sebastiano Mauri ha vissuto e lavorato
estensivamente tra l'Italia, New York e Buenos Aires. Si e' laureato alla
scuola di cinema della New York University e per i suoi cortometraggi ha
vinto il Warner Brothers Award ed il Martin Scorsese Post-Production
Award. I suoi lavori sono stati mostrati al MART (Museo d'Arte
Contemporanea di Trento e Rovereto), MNAC (Museo Nazionale d'Arte
Contemporanea di Bucarest), CACT (Centro per l'Arte Contemporanea del
Ticino, Bellinzona), CCEBA (Centro Cultural de España de Buenos Aires),
VIA FARINI (Milano), KSA:K (Centro per l'Arte Contemporanea, Chisnau), FAC
(Fundacion de Arte Contemporanea, Montevideo), CCR (Centro Cultural
Recoleta, Buenos Aires), Palazzo delle Papesse (Siena), alla Triennale di
Milano, al Centre Pompidou di Parigi e saranno presenti alla Biennale di
La Havana (Cuba) nel 2009.
Opening: 10 ottobre 2008 ore 19
NOTgallery
piazza Trieste e Trento 48 - Napoli
Orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 16 alle 20
Ingresso libero